Viviscrivi. Verso il tuo racconto

«Caminante no hay camino; se hace camino al andar» (Antonio Machado).

libro_viviscriviViandante, non esiste una strada; la strada si fa camminando. Nella scrittura, come nella vita, non esiste una strada già preparata, predefinita, che richiede soltanto di essere scoperta e percorsa: sono piuttosto i passi che quotidianamente compiamo – a volte verso una meta precisa, altre in una direzione che sembra non condurre da nessuna parte – a tracciare il nostro cammino e a «fare» la strada. È questa considerazione che apre il volume «Viviscrivi. Verso il tuo racconto» (Eks&Tra Editore, 2008), della scrittrice brasiliana Christiana de Caldas Brito. Consapevole della difficoltà del mettersi in viaggio e vincere paure e insicurezze, l’autrice accompagna il lettore nel percorso che va dal sorgere dell’idea per un racconto al suo sviluppo attraverso la creazione di ambienti e personaggi, fino alla revisione finale. Una parte di questo volume è dedicata al racconto autobiografico, in cui la scrittrice invita a considerare anche le esperienze personali per trasformarle in prodotti letterari. «Partire dalle proprie esperienze non significa rinchiuderti in te», scrive, in un costante colloquio con il lettore, «ma osservare quello che ti è successo e che ti sta succedendo, prendere contatto con la realtà, con le tue emozioni, distaccartene e, solo allora, iniziare a scrivere il tuo racconto».

Il legame tra scrittura e vissuto personale, evidente sin dal titolo, non deve essere inteso nei termini di vita che si riversa automaticamente nella letteratura, né che si debbano vivere esperienze straordinarie per avere poi qualcosa da scrivere. Al contrario, il volume richiama l’attenzione su una letteratura che sappia attingere dalla vita, che sappia osservarla e trovare nella realtà di tutti i giorni, negli incontri, negli oggetti del quotidiano, motivo di ispirazione. «Lo stile per lo scrittore, come il colore per il pittore, è una questione non di tecnica ma di visione» ricorda l’autrice citando Marcel Proust. Pur avendo alle spalle una professione di psicoterapeuta e pur trattando nel libro anche di una forma di scrittura, quella autobiografica, che esplicitamente attinge ad esperienze personali, Christiana De Caldas Brito è ben lontana dall’offrirci un’idea della scrittura come qualcosa che nasce dalle pieghe dell’io, dal puro pensiero, dalle paure, ossessioni, dalla sola soggettività ( e interiorità) di chi scrive. Tutta la sua attenzione, al contrario, è rivolta alla realtà esterna, alla sua ricchezza, varietà, complessità.

Interrogata sul rapporto tra creatività (ispirazione) ed esercizio (tecnica), la scrittrice risponde con il termine «talento». Talento è «disposizione» e capacità, ci dice, ma anche «attitudine, vocatio, chiamata: spinta e desiderio impellente, piacere spontaneo di rispondere alla realtà e di entrarci in dialogo attraverso la scrittura». Quando la realtà chiama, sollecita, «allora la creatività si attiva, e quasi spontaneamente sorge il desiderio di perfezionare anche tutto ciò a cui diamo il nome di tecnica».
Lo sguardo creativo è, per Christiana De Caldas Brito, quello sguardo che ha inizio nell’osservazione incuriosita e attenta della realtà, che la interroga, e che sospinge poi all’invenzione e al dubbio, alla rottura delle certezze che spesso costituiscono il limite maggiore all’espressione, non solo artistica, di ciascuno. L’occhio che osserva ha radici «in quelle profondità del mistero rispetto alle quali il mondo è diviso», come scrive Flannery O’Connor: mistero che non deve e non può essere svelato, compreso, ma che non va nemmeno temuto o ignorato.

Gli esercizi, le riflessioni e letture proposte all’interno del volume, nascono dall’esperienza dell’autrice come responsabile e docente di laboratori di scrittura svolti negli anni in contesti assai differenti: dai laboratori di BombaCarta sulla scrittura autobiografica a quelli condotti in scuole e Università, fino alle ultime esperienze multietniche e plurilinguistiche dei laboratori del Grundtvig European Programme, svolti con partecipanti italiani, romeni e francesi.
Uno dei pregi di questo volume è proprio quello di nascere da un’esperienza vissuta: non vengono proposte idee, non viene elaborata pura teoria sulla scrittura con l’aggiunta di esercizi esemplificativi, ma viene offerto un percorso sperimentato, vissuto, verificato nel tempo. Questo percorso non è solo quello dell’autrice: quelli che vengono proposti non sono suggerimenti che si sono verificati utili e significativi per una sola persona, ma sono il frutto di un’esperienza comune e condivisa con più persone, che nei laboratori si sono sperimentate nella narrazione o che hanno collaborato con la stessa autrice all’ideazione di esercizi, all’elaborazione di percorsi e al suggerimento di letture. È dunque un libro che nasce dall’esperienza e che richiede che se ne faccia esperienza: non è un testo da leggere in poche ore, ma un testo che richiede la partecipazione attiva e coinvolta del lettore.
Altro aspetto estremamente interessante è poi quello di offrire suggestioni ed esempi letterari che non sono tratti solo da testi dell’autrice (anzi, questo accade raramente rispetto a quanto si verifica in altri manuali dedicati alla scrittura creativa): molti infatti sono i riferimenti ad autori, espressioni linguistiche, immaginarii, relativi ad aree geografiche differenti e tra le più varie.

Scrittrice di origini brasiliane e appassionata amante della cultura italiana, attraverso un uso meticoloso della nostra lingua riesce a trasmetterci le suggestioni della saudade, dell’indefinibile speranza mista a nostalgia che caratterizza il suo Paese, ma anche quelle del Carnevale, dell’adesione al lato gioioso e giocoso dell’esistenza, ricordandoci, con le parole di Rainer Maria Rilke che «chi non è in grado, prima o poi, di cogliere il proprio pieno e gioioso consenso al lato spaventoso della vita, non potrà mai prendere possesso dell’indicibile ricchezza e potenzialità dell’esistenza».

Christiana de Caldas Brito è nata a Rio de Janeiro e da numerosi anni vive a Roma. La sua prima raccolta di racconti italiana, «Amanda Olinda Azzurra e le altre», è uscita esattamente dieci anni fa. A questa hanno fatto seguito numerosi racconti e saggi pubblicati in antologie e on line, storie per l’infanzia, testi teatrali, il volume di racconti «Qui e là»; il romanzo «500 temporali». Nel 2005 un suo brano è stato scelto per una delle tracce dell’esame di maturità.

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