POIESIS: breve antologia di poeti italiani

Di ritorno da Poiesis, il bel Festival di Poesia della città di Fabriano, ecco un tesoretto di versi raccolto durante la presentazione di alcuni poeti italiani. Si tratta di autori meno noti al grande pubblico (rispetto ai “big” che hanno che hanno partecipato all’evento: Franco Loi, Milo De Angelis, Davide Rondoni, Massimo Cucchi, Adonis, ecc.) ma piuttosto interessanti.

I posti dove si cresce
non si vedono mai per davvero
ma sempre per finta,
come quando da piccoli si andava sotto il letto
con la pila accesa a cercare le ossa dei dinosauri.
Ci sono, però, questi fantasmi di alberi, voci, case, cielo
e le persone li portano come grandi cappelli sopra la testa.

(Annalisa Manstretta, nata nel Oltrepo pavese, ha vinto nel 2004 il Premio Montale Europa per la sezione inediti)


Succede, a volte, che dopo aver bussato inutilmente
a tante porte, all’improvviso una, la più ambita,
si apra a una tua sola lieve pressione.

Allora ti prende come un’euforia di onnipotenza
che tutto stempera e dissolve nella sua scia propizia.

E se infine esci e guardi il cielo, scopri anch’esso
sterminato e bello come mai prima di stanotte.

(Tiziano Brogiato, vive a Vicenza, ha vinto il Premio Montale 2002)

Quando a Fabriano l’uomo gentile
mi chiede a quale fuoco si fucina
la mia poesia, io so dire solo frasi
di circostanza. Ma la questione mi porta
a pensare all’innominabile oltremare
che si fissa nella stesura dei segreti.
E scuoto il volgere oscuro della ragione
che pare di marmo nell’infinita interrogazione.
Poi ancora mi chino sul leggero
lume che fugge alla mia lingua, al mio viaggio.
Vorrei trattenere i resti di un luogo
che rasenta la piramide della latitanza,
ma so che l’assenza, o la presenza?,
è la sfinita natura del verso.
E pare inevitabile annotare che si rammenta
solo la stagione vera di una veglia.
Poi ecco la conca fredda
della notte. Quella linea
che conduce fino alla luce del mattino,
che pare consolare. Così si scava oltre
il lembo di questo spicchio di vita,
alla fune del mistero che regola i silenzi.

(Loretto Rafanelli, vive a Bologna e dirige la rivista di letteratura I Quaderni del Battello Ebbro)

Dobbiamo prepararci al sonno dell’inverno
dicono le piogge attese quattro mesi
che irrorano i paesi finalmente
le crepe della terra
mai così allargate
dobbiamo prepararci, fare gesti
che abbiano un’attesa
di nuovo anche se vecchi
aspetta, aspettati qualcosa
abbi bisogno, abbi paura
abbi bisogno di salvezza, di pioggia.

(Gianfranco Lauretano, vive a Cesena e dirige il trimestrale letterario clanDestino)

Era passata
veloce da non vederla
e da non prenderla in mano,
la nebbia stirata come corrente,
invisibile volatile senza spazi,
culla nel mare Adriatico.
A casa ho aperto la mano
ed è uscita la nebbia
come fumo di sigaretta.

(Alessandro Moscè, poeta molto attivo a Fabriano, anche come giornalista e animatore culturale)

Passo di stanza in stanza
chiedendomi dove sono finiti
gli slip dell’anno scorso.
Mangio uno yogurt mentre alla radio
danno l’ouverture di Bach.
Tutti sappiamo più di quello che fingiamo di sapere
e vorremo vivere a Malibù con il culo al caldo.
Per ora ascolto un’orchestra sinfonica
che è più di quanto si possa sperare.
Nel giardino di fronte,
la famiglia cuore
cerca i pezzi della piscina smontabile
e accende il barbecue per riempire il cielo di maiale arrosto.
Anche loro non trovano qualcosa ma hanno
tutte le mutande al loro posto.
È un quadro orribile
ma è una storia bellissima.

(Barbara Mary Tolusso, sospesa tra Trieste e Milano, collabora al nuovo Almanacco dello Specchio)

con il mantello disteso sul petto
frantuma la roccia sotto il ponte
si tiene all’abisso come sponda
sommersa, come ogni sponda erosa
corre sotto, l’acqua, giù nell’abisso

non conosce nessuno, neanche
lo spirito del fiume
manto di bronzo abita l’esilio
e piange, la casa
ogni cosa del fiume è deserta
assente ogni cosa divina

(Luigia Sorrentino è nata a Napoli, vive a Roma dove cura alcune rubriche culturali Rai News 24)

Mi aspetti ancora alzata mentre torno
calmi tutta la notte, anche l’andare
si allarga, prende tutto il tuo respiro
mentre prepari le tazze, scaldi il tempo
delle tue domande piane…
Se mi sono divertita, se era freddo,
basta questo per la pace del mattino.
Ed ogni volta è come nascerti dal buio.

(Isabella Leardini è nata a Rimini, ha vinto per la sezione inediti il Premio Montale 2002)

Leggi i 62 commenti a questo articolo
  1. Marco ha detto:

    Grazie per il … tesoretto: letto con piacere, trovate alcune davvero molto belle!

  2. Anonimo ha detto:

    Il gigante dai piedi d’argilla
    Il sognatore
    Prestigiatore incapace
    ENEA
    Un altro enigma per Edipo
    Con il centauro
    Danza Macabra
    Domatrice di Pulci

  3. anonimo ha detto:

    “Tortura” Carver
    voi non sapete che cos’è l’amore saggi,poesie,racconti

    (…)non spengerà le luci quella donna
    dagli occhi verdi con quel certo non so che,
    anche allora vorrai essere il suo gaucho.
    Danza con me ,dice ancora, non c’è dubbio.
    Approfitta di questo istante ,hombre,
    di alzarti e danzare nudo con lei.
    No, non hai la forza di una foglia caduta,
    nè la forza di un piccolo cesto di vimini
    sbattuto dalle onde del lago Titicaca.
    Ma balzi fuori dal letto ugualmente, amigo, e danzi in grandi spazi verdi.

  4. il pellegrino ha detto:

    Gente di mare

    Solitaria creatura, ti aggiri per le strade del mondo invisibile ad occhi bendati non della fortuna ma dall’ ignoranza della vita

    Cosa porti con te sulle spalle
    se non un sacco pesante d’umanità
    un rosario e un accendino

    Eccoti al porto chiedi d’imbarcarti
    disposto a pulire luride pentole
    sottocoperta pur di sparire fra le onde

    dimenticandoti della terra arida degli uomini da poco e delle loro opprimenti convenzioni

    Abbandoni i luoghi dove sei nato
    per trovarne uno tutto tuo dove morire

    Nel cuore solo la terra promessa

  5. anonima ha detto:

    Giro di vite
    giro di tango
    coltello fra i denti
    la rosa in bocca
    lancio di dadi
    una ferita o un bacio
    cesella il destino
    color del sangue

  6. Anonimo ha detto:

    “… E ti vengo a guardare…”
    (Battiato)

  7. anonima ha detto:

    “… E ti vengo a guardare…”

    …guardare e non toccare, se non sei un tanghero,
    grossolano,rustico, ostinato e resistente come la musica di fisarmonica- sincopata, con forti accenti di battuta.
    “Il tango è un pensiero triste che si balla” (così si dice nella tradizione porteña

    un ballo di improvvisazione, in pista non esiste l’idea di sequenze di passi predefinite, e sta alla fantasia dei ballerini costruire come in un dialogo il proprio ballo.

  8. il pellegrino ha detto:

    Oscurità della notte

    Quando la gente perbene dorme come in delle fogne uomini e topi sono quelli che rodono e sfilacciano inutilmente i fili della loro vita.

    Ognuno di essi possiede una faccia tutta sua.

    Ognuno di loro ha inciso sul volto il romanzo lungo e talvolta crudele di tutta una vita

    Nessuno ha più un sogno e la luna è nera.

  9. anonima ha detto:

    La Luna Nera

    Nel mito di Lilith o Luna Nera, ciò su cui ci si deve soffermare è il concetto di ribellione a qualche cosa che vuole fermarci. Lilith viene creata direttamente dal fango come Adamo, simultaneamente e indipendentemente da lui; quindi Lilith è l’opposto complementare di Adamo.

    Eva invece viene creata da un pezzo di Adamo, la costola famosa; rappresenta una emanazione.

    Lilith non accetta la superiorità che Adamo vuole imporle, ed esige, parità di diritti. Artemide ( Diana per i Romani) è la dea dei boschi, , quindi della vegetazione, e della fecondità; rifiuta la femminilità che l’assoggetta all’uomo, che però è la fecondità creatrice.

    Lilith combatte la pretesa superiorità maschile non il maschile.

    Nel concetto Junghiano di Anima e Animus, la donna deve risvegliare il proprio animus, mentre l’uomo deve risvegliare la propria anima.

    Queste brevi conoscenze ci portano a pensare a due energie opposte ma uguali che si oppongono e si rincorrono per poter generare l’unità; non dipendenti l’una dall’altro ma potenzialmente uguali e necessarie l’una dell’altra.

  10. Nira ha detto:

    Sono Lilith e combatto ma la lotta è terribilmente dura. Soccomberò?

  11. manuela ha detto:

    Un segno dei tempi

    Certo che ce la farai, anzi ce la dobbiamo fare.
    Ce la dobbiamo fare uomini e donne per uscire da questa crisi devastante del rapporto uomo-donna.

    Entrambi, uomini e donne dobbiamo uscire dallo scontro dobbiamo costruire nella differenza di genere, nella complementarità, nel rispetto della diversità di sesso, una concreta opportunità di sperimentarsi di crescere di misurare le nostre capacità.

    Dobbiamo comporre e arricchire il mosaico delle attitudini delle sensibilità, dobbiamo essere proprio noi donne a riempire il vuota che ha lasciato la società patriarcale, con l’ abiettivo di dare risposte reali alla mancanza di valori,in uno sforzo di composizione e di sintesi.

    E’ stato fra noi un profeta che voglio ricordare
    e soprattutto non dimenticare:

    LETTERA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II
    ALLE DONNE
    A voi, donne del mondo intero,
    il mio saluto più cordiale!

    Un segno dei tempi

    1. LA DIGNITÀ DELLA DONNA e la sua vocazione – oggetto costante della riflessione umana e cristiana – hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti. Ciò è dimostrato, tra l’altro, dagli interventi del Magistero della Chiesa, rispecchiati in vari documenti del Concilio Vaticano II, il quale afferma poi nel Messaggio finale:

    «Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. E’ per questo che, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere»(1). Le parole di questo Messaggio riassumono ciò che aveva già trovato espressione nel Magistero conciliare, specie nella Costituzione pastorale Gaudium et spes(2) e nel Decreto sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem(3).”

  12. luisa ha detto:

    se la luna è nera
    canta lo stesso la tua canzone

    canta nel segreto
    fischia una canzone
    non perdere la musica
    e l’emozione
    a qualcuno è rimasto il cielo
    ad altre un velo nero
    lo stesso

    fischia la tua canzone
    e tra le trasparenze
    raccogli le movenze
    è la vita che scorre
    sotto le apparenze

    se canti ancora un po’, dice la luna
    forse un sorriso te lo do

    grazie

  13. la cantastorie EmMagi ha detto:

    Solitaria è l’ora nel silenzio

    Inaspettato dono dell’amore
    mi cadi in grembo caduto dal cielo
    ti posi su me: terra madre
    cavalchi onde marine ti asciughi
    al fuoco della mia anima

    C’ è sempre un’ anima che accoglie
    i tuoi instancabili sospiri, e sono i suoi.
    C’è sempre un’anima che nelle notti insonni
    grida il suo silenzio insieme a te.

    E’ la mia anima errabonda che cerca l’nfinito abbraccio.

  14. anonimo ha detto:

    Nell’ abbraccio

    la fiamma vivace del fuoco
    illumina il monte
    buio e immobile
    danzandogli attorno

    splendente, fervido, affascinante
    e va incontro a leggiadre variazioni
    per mezzo della luna e delle stelle

  15. anonima ha detto:

    sole e luna

    Per la luna è la sua fase
    ma quale forza ignota
    ha divorato il sole

  16. lalla ha detto:

    sabato 13 giugno:
    il sole sorge alle ore 5.33 e tramonta alle ore 20.47

  17. il pellegrino ha detto:

    Quale forza oscura ha divorato il sole

    Mendichi l’ amore fuori dalla porta
    ridicola immagine
    da mentecatta.

    Il distacco è un pensiero duro
    ti serve un cuore da carogna per sopravvivere.

  18. Anonimo ha detto:

    Ma… caparbiemente
    penso che
    dietro una porta ce ne è forse un’altra
    e poi un’altra
    e un’altra
    e un’altra ancora
    all’infinito
    in effetti la rinuncia è femmina (

  19. anonima ha detto:

    Troppe porte
    troppe illusioni
    oscurano il sole

    un’ eclissi che raggela
    i sensi, troppe parole
    di una giostra per bambini

    femmina è un campo di grano
    che non rinuncia ad esser pane

    ma si è dimenticato il tempo della mietitura
    dietro a porte blindate di colletti bianchi

  20. anonima ha detto:

    Il grano si miete, quando il chicco ha raggiunto il culmine della maturazione, cioé prima che lo stelo si spezzi e perda la sua elasticitá.

    La mietitura avviene quando il campo è liberato dalla zizzania.

  21. luisa ha detto:

    troppe parole di una giostra per bambini

    troppi incontri che non hanno sfamato

    troppe le cose che si sone perdute

    troppi sorrisi che… ammuffiti

    sotto tovaglie di briciole piene

    sfamano silenzi!

    scuotiti mio cuore!

    ancora speranze per il ritorno del sole

    e l’abbraccio del mattino!

    notte!

  22. Anonimo ha detto:

    perchè doversi e dover essere difesa?
    perchè il coraggio è maschio?
    al contrario diviene una forma un po’strana di esibizione
    “volgare”
    perchè il sapere rende superiori?
    “ingenuamente sai”
    ma è il potere ciò che tutti/e vogliono
    ciò che rende attraente
    un idolo!?
    e pensi: il pane non ti serve più
    allora ti senti immortale
    superiore
    veramente arrivata
    … ma sei sola
    e quanto resisti
    tanto quanto i tuoi ideali
    tanto quanto l’amore che provi
    tanto quanto l’amore che dai
    tanto quanto la vita che c’è in te

  23. EmmaGi ha detto:

    Risveglio
    ….e mi svegliai sola
    nel silenzio di parole.

    Marea del vuoto costretta ad implorare la presenza.

    Fantasma solitario, vegli sulla mia vita, amore,
    In mille lacci di malinconia.

    Non soffro più per la tua morte, niente che mi imprigiona.

    Piove a dirotto, anima mia.

    Piove a dirotto, niente mi incatena.

    Vivo nella mia mente Amore, tremore irrazionale.
    Cos’è la vita quella concreta, solo lo specchio rotto di me stessa, povera cosa fatta del niente assolutamente vero.

    Vorrei unirmi in un solo corpo,
    in un’unica anima, in un unico abbraccio
    avere una luce così immensa da illuminare il mondo.

    L’ amplesso è una meteora che brucia in fretta
    l’estasi dell’ amore dura in eterno.

    Il desiderio profondo del cuore è un piccolo accordo con gli altri.
    Ti guardo e un sentimento di pace e tenerezza mi invade.

    Il fiore scosso dal vento
    è un ventaglio spezzato.
    L’onda lunare che avanza un filo di gemme.

  24. Magdala ha detto:

    Vi è stato donato con amore gratuito, ugualmente donate con gioia e per amore. Con voi non prendete né oro, né argento, perché l’operaio ha diritto al suo cibo.
    Entrando in una casa, donatele pace. Se c’è chi vi rifiuta e non accoglie il dono, la pace torni a voi e, uscite dalla casa, scuotendo la polvere dai vostri calzari.

    13 giugno il sole tramonta alle 20.47

    camminando, camminando, verso Loreto
    seguirò la stella Regina della Pace
    e porterò all’altare di Maria l’ amore sacro di madre e di donna

  25. Magdala ha detto:

    La dimora terrena di Maria

    <>.
    Wojtyla,

    14 giugno 2009 pellegrinaggio Macerata-Loreto

    Verso le 6-6,30 del mattino, allorché oltre l’ultima collina si scorge finalmente il profilo del Santuario Mariano, Maria “ bianca più della luna” scolpita nel legno negro aspetta on the road, il primo e l’ ultimo dei 60.000 pellegrini davanti alla sua Casa.

    Schiere di pellegrini in marcia sostenuta, hanno seguito la fiaccola della Pace, accesa in San Pietro,con luminarie che hanno guidano il loro viaggio alla Santa Casa ripetendo la frase “Loreto è casa nostra”.

    Il mare di fuoco (il cammino notturno tra fiaccole e fuochi d’artificio) la luce dell’Annunciazione e la speranza con cui l’umanità si rivolge alla Vergine, ha illuminato la notte per sentieri di campagna.

    Notte di pace fra spighe di grano allineate l’ una all’altra, tutte alla stessa altezza, ordinate come la folla di pellegrini, illuminate da una mezza luna rossa in compagnia di venere la stella. Notte calda e ristoratrice.

    Fiaccole colorate, come lucciole, snodate in sali e scendi di sentieri, intermittenti nella marea di anime.

    Non una televisione accesa, non un rumore di città, fra quei villaggi dei 30 km. di cammino, solo uomini donne e bambini seduti fuori di casa come ad una veglia partecipi immobili del camminare.

    Nessuna insegna luminosa accesa, ma un grande crocifisso di luci tonde da precessione, alto come una casa, in mezzo alla strada, a rischiarare la stanchezza della fatica della notte fonda.Non voci ma canti e preghiere a sostenere 7 ore di cammino.

    A metà del cammino, in prossimità del cedimento della gambe, il Sacramento esposto on the road a testimoniare la sua presenza, il suo camminare insieme a loro.

    Nell’ ultimo tratto al culmine della stanchezza della salita, l’Aurora si specchia nel mare Adriatico e il sole sorge dalle sue acque.

    La meta è vicina, è l’ultima prova di forza l’ ultima leggerezza di una corsa per arrivare davanti a Lei che li aspetta.

    All’ arrivo il fiume di persone si inginocchia, recita l’Angelus si scambia un gesto di pace e di riconciliazione e ognuno sospira e sussurra:

    “ bella tu sei qual sole, bianca più della luna e le stelle non son belle al par di te”.

    Eccoci a Te Vergine, una vertigine d’amore ci ha sorretta e portato fino a te” ora possiamo anche svenire accolti dal Tuo giovane sorriso.

  26. la pellegrina ha detto:

    CAMMINA BENE L’UOMO QUANDO SA BENE DOVE ANDARE

    La Strada
    Claudio Chieffo

    E’ bella la strada per chi cammina
    E’ bella la strada per chi va
    E’ bella la strada che porta a casa

    E’ gialla tutta la campagna
    ed ho nostalgia di te
    ma dove vado c’è cho aspetta
    così vi porto con me…

    Porto con me le mie canzoni
    ed una storia cominciata
    è veramente grande Dio
    è grande questa nostra vita.

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/80900

  27. Manuela ha detto:

    …”dietro una porta ce ne è forse un’altra
    e poi un’altra
    e un’altra
    e un’altra ancora
    all’infinito”

    Vorrei contrarre la superficie terrestre
    per ritrovarti in piedi accanto a me

    aprendo l’ ultima porta che porta al Paradiso
    per dirti: “ti amerò per sempre su questa terra”

  28. Anonimo ha detto:

    Cosa può capitare quando suonano alla porta

    Stamattina, dopo essermi fatta un bel bagno caldo, mi sono messa un bel vestito d’oro e mi sono infilata delle belle scarpine d’oro per ballare da sola, simpatica come sono.

    Però suonano alla porta e vado a vedere chi è-
    Apro e snon vedo nessuno.
    Eppure qualcuno ha suonato. Che sia scappato appena ha schiacciato il campanello?
    Magari è stato un tipo che fa gli scherzi, un signore vestito bene, uno con la camicia bianca e la cravatta scura che pare un manichino, uno che vuole farmi la corte da stupidello, però fa gli scherzi.
    Sto per richiudere e sento una vociona che dice:
    – E così, bella ragazza, mi chiudi fuori!? Non mi saluti neanche, eh?
    Io sbatto gli occhi e dico:
    – Come? Com’è?Cos’è? Chi sei tu che non ti vedo?
    -Ma se sono qui! Ma cos’hai? Sei imbambolata?
    E io:
    – Be’ no. Ma è che no ti vedo – e guardo, guardo, e davanti a me non c’è proprio niente. – Ma sei l’uomo invisibile per caso?! Ma dove sei che non riesco a vederti?
    Poi penso: ” Se è l’uomo invisibile e provo a toccarlo lo tocco. Non lo vedo, ma riesco a toccarlo!”
    Così mi muovo svelta le mani nel vuoto davanti alla porta.
    Però non sento niente. Il vuoto rimane vuoto.
    “Allora” penso io “non solo è invisibile, è anche intoccabile. Non so se si dice così di uno che non si riesce nè a vedere nè a toccare.”
    Ma la vociona intanto continua:
    – Macchè invisibile, oca di un ‘oca! Ma cos’hai? Ma sei ancora addormentata?! Ma cosa sei, la bella addormenta?! – e scoppia a riedere per la spiritosaggine che ha detto.
    Così mi accordo che quella voce viene da giù. Guardo in basso e vedo un ometto grassottello e piccolissimo.
    Dico subito: – Ah scusa caro gnomo! Scusa tanto!
    E mi scosto per farlo entrare. Ma lui invece di entrare, si lancia furioso su una mia gamba, me la morde coi suoi dentini piccolissimi ma terribili, io strillo dal male bestia, poi lui col suo vocione rimbombante urla rabbioso:
    – Io non sono uno gnomo, bestiacciona di una bellona, mangiona e spilungona!
    – Aaahiaa! – urlo io dal male – Aaahiauu…Be’ scusa caro nano! Pensavo che fossi uno gnomo, sai…uuuiaaahiaaa! – urlo e urlo.
    Perchè mi ha addentato l’altra gamba con un morso ancora più furioso. Poi urla:
    – Ah sì, eh?! E adesso mi dai del nano, eh?! gigantaccia?
    E io: – No, non è per quello…è che, aahiaa che male!
    è che non mi sembravi proprio alto…Sai dicevo così per dire…aahiaaa…
    E lui sempre più furibondo:
    – Ah sì eh?! Mi vuoi far notare che sono un po’ meno grande di te, eh?
    Così tu sei una di quelle che, quando vedi uno di pelle scura, gli urli in faccia: “Sporco negro!”
    Sei una così, vero? Che poi magari lui è un bel ragazzo che ha appena fatto il bagno, e tu invece, porcellona che non sei altro, magari è un mese che non lo fai.
    – Ma io stamattina l’ho fatto, un po’ l’ho fatto… – cerco di dire.
    E lui: – Zitta! Che tu sei di sicuro una che se ti arriva lì uno con la gamba sìfola gli urli: “Zoppaccio, storpio, cosa vieni qui a zoppicacciare?!” E se uno poi ha gli occhi un po’ storti gli gridi: ” Strabicaccio, fuori dalle scatole!”
    di sicuro sei una così. Ma lo sai o non lo sai che la più bella ragazza del mondo, quella Venere che non ce n’è mai stata una più fantastica, lo sai che lei era strabica, che aveva gli occhi storti, lo sai? E tu vergognati!! Appena mi vedi mi dai dello gnometto, del nanerottolo che magari, e tu non lo sai, sono il più bello, il più forte, il più intelligente, il più super del mondo, lo sai? Come Venere, eh?!
    E io che sbatto gli occhi: – Sì ci credo, lo so lo so, che tu sei il più non so cosa del mondo…
    – Cosa? Non sai cosa!? Di cosa sono il più del mondo?!
    Dillo, sai!
    – Di tutto, di tutto! TU sei il più più meglio di tutti! – grido io con entusiasmo.
    E a un tratto quel nanino grassottello diventa un gigante bellissimo, fortissimo, poi forse persino intelligentissimo, non so, questo si vedrà-

    Ha gli occhi un po’ storti e zoppica con una gamba, devo dire, insomma ha proprio i segni della gran bellezza.
    E io che non sono nè bella nè brutta me ne innamoro di schianto, bang! Sì lo so che quando era ancora gnomo, cioè no; insomma volevo dire che prima, quando non era ancora molto alto, mi aveva detto che ero bella, ma da là sotto forse non vedeva molto bene.
    Insomma quel bel gigante era stato rimpicciolito, per dispetto, da una strega molto bella, una bionda (me l’ha fatta vedere, da lontano, quella stupida!) e per tornare a essere come prima doveva sentirsi dire da una ragazza: “Tu sei il meglio di tutti!”
    E io gliel’avevo detto, fortunata me, e lui era ridiventato il super bellissimo di una volta. Naturalmente dove mi aveva morsicato ho messo dei bei cerotti e sono guarita alla svelta.
    Certe volte ne capitano quando ti suonano alla porta!
    A me era arrivato lì quel tipino un po’ incantato, voglio dire molto moltissimo incantato, che ha incantato me.
    Difatti poi mi ha detto:
    – Vieni con me in un posto strano, bella.
    E siamo andati insieme a fare una passeggiata in un bosco dove gli alberi avevano le fronde sottoterra e le radici in aria.
    Poi su per una montagna, molle come la panna montata (mamma che fatica!). Poi giù in un lago tutto pieno d’acqua: strano no?
    Ma mica in barca e nemmeno a farci il bagno. Siamo andati proprio sotto, in fondo, per vedere cosa c’era.
    E sotto c’era acqua, molta acqua. Io non me lo sarei mai aspettato. Pensavo di trovare un palazzo incantato, e niente. C’era acqua e basta.
    Però appena fuori ci siamo fritti molti buoni pesci in una padella.
    Che, tanto per far qualcosa, là sotto ne avevamo pescati una quantità. Buonissimi.
    Insomma quando suonano alla porta ti può capitare persino di farti una bella mangiata di pesci fritti.

    (Tratto da una favola)

  29. anonimo ha detto:

    Quando suonano alla porta

    La solita vecchia stantia storia di principi e principesse, del “meglio” e la più “bella” che quando diventano realmente uomini e donne, litigano, divorziano, si lasciano, e si prendono “a pesci in faccia”.

    Nella vita spesso è il postino che suona sempre ( cruentemente) due due volte.

  30. anonima ha detto:

    Cosa può capitare quando suonano alla porta?

    Chi si loda si imbroda.

  31. anonimo ha detto:

    Della vita umana conoscerne il senso:
    solo così la vivrai veramente.

  32. il pellegrino ha detto:

    Desolata visone di un vuoto che non colma
    gli spazi della consolazione.
    Fragile, sensazione d’incertezza, sentimento
    che tiene in pugno la vita nella morsa del ricordo.
    Infallibile tensione verso la discesa
    fino al fondo della perdita .
    Scansione testata nel silenzio .
    Passa il giorno, lenta, arriva la sera, arrivano gli echi del passato.
    La verità di un vissuto si perde, incomprensibile, nella sua fine.
    Si perde il senso del qui ora.

  33. la cantastorie EmMagi ha detto:

    Se potessi nascondere il volto dietro a un manto di stelle vorrei vegliare nella notte vana.

    Nel singhiozzo di un fiore reciso, rabbrividire nel distacco della calda terra.

    Bisbigliare nel tintinnio dei venti una promessa mancata per sempre.

  34. Manuela ha detto:

    Tu meravigliosa creatura

    tremore e passione
    fervore della caverna
    viscerale, non sei
    l’abisso del peccato
    sei il pozzo inamovibile
    nell’essere uomo.

    Desidero di te ogni
    goccia del tuo sudore
    ed esserti accanto
    per sempre

  35. luisa ha detto:

    “se potessi nascondere il volto dietro un manto di stelle
    vorrei vegliare nella notte vana”

    e gridare al silenzio i recisi desideri
    e dormire su un cuscino fatto di pensieri lieti
    e raccontare al mattino il ritorno
    di chi ho sentito vicino

    e il cuor non si spaùra
    se la notte è così buia!

    (ieri sera)

    stamattina..

  36. anonima ha detto:

    Regalati un brivido di luce
    nella notte buia “alzati e cammina”
    disse il Signore

    La ragione sciolga il piombo del tuo cuore
    mettiti in cammino a scrivere, la geometria
    di un mondo senza confini stretto nel pugno questo sogno di riscatto scalda i cuori senza fonderli …non si è più soli nella Luce

  37. anonima ha detto:

    Anche se non ti conosco, Luisa, ti voglio bene e ti stringo forte al petto.

  38. luisa ha detto:

    ok! è arrivato tutto!
    bisogna che ti firmi però

    non mi aspettavo questa reazione!
    comunque ti ringrazio !:-)

  39. anonima ha detto:

    E chi potrei essere se non la cantastorie EmMagi
    alla quale tu rispondi con la tua poesia.

  40. luisa ha detto:

    ok! dai potevi scriverti subito!
    c’è molto vento nelle tue poesie!
    è una cosa bella, come una scatola di spezie sempre alla ricerca, un po’ d’irrequietezza,

    per quello che sento io almeno!

    anche speranza, ma tante cose.. anche il grido, sì!
    il fiore mosso dal vento..

    insomma anche un po’ di disordine!

    “alzati e cammina “mi è piaciuto è anche bello sentirselo dire!

    va bene andrò fare un pellegrinaggio allora!

    ciao

  41. luisa ha detto:

    ciao Emmagi
    se mi scrivi mi fa piacere
    [email protected]

    grazie…

    ciao

  42. il pellegrino ha detto:

    Il bisogno d’amore è una trappola!
    tesa dai predatori per strappare,
    come oropelli,le virtù di una fanciulla!
    lasciandola nuda.

  43. Emanuele ha detto:

    Nell’innocenza di bambina
    è la casa di Maria
    lo sappia chi profana la dimora
    e…aspetti la sua condanna

  44. anonima ha detto:

    Non ho un indirizzo di posta elettronica Luisa!
    vivo sotto i firmamento!
    sono una vagabonda delle stelle!
    on the road!
    lì e qui mi trovi!
    ciao piccola stella!
    la canastorie EmMagi

  45. la cantastorie EmMagi ha detto:

    SOLITUDINE

    Bagnati le ali, respira il vento, lascia che la tua mano cinga la mia.

    Nel mio ginepro ci sono tesori e forme.
    La mia canzone arriva fino a te oltrepassando lo spazio.

    La mia passione è un fuoco che arde dentro di me e allontana l’esterno.

    Le stelle abbagliano il cielo nell’oceano dell’amore.

    Pensieri alimentano la solitudine.
    Non ho voglia di muovermi, lascio che tutto accada così come è scritto.

  46. anonimo ha detto:

    “Nell’innocenza di bambina
    è la casa di Maria…”

    Notizia dell’ ultima ora:
    250 persone sono state arrestate per un’indagine della polizia postale sulla pedofilia!
    Dio benedica quest’angeli della Rete.

  47. domenico ha detto:

    camminare nella luce
    l’nnocenza incanta
    lasciando la commozione Vincere
    sulla gelida anima

  48. manuel ha detto:

    Notizia dell’ ultima ora:

    250 persone sono state arrestate per un’indagine della polizia postale sulla pedofilia!
    Dio benedica quest’angeli della Rete.

    Ha spiegato la potenza del suo braccio,ha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuore;

    ha rovesciato i potenti dai troni
    ha innalzato gli umili,

    ha difeso i bambini e li ha amati per lo loro innocente ferita

  49. manuela ha detto:

    dal libro delle ORE
    Si è curvato sull’ umile Sua ancella
    ora e per sempre mi diranno beata:
    L’ onnipotente in me ha fatto meraviglie,
    santo è il suo nome.

    Il suo amore non avrà mai fine
    per quellli che lo temono.

  50. Anonimo ha detto:

    innocenza incanta
    quale colpa?
    vincere
    perchè?

    La luna!

  51. magdala ha detto:

    Il mio corpo era pregno, il mio cuore gravido di ideali, per quella creatura che avevo in grembo.

    Il lungo cammino verso la libertà di, conquista di un valore irriducibile: la dignità dell’essere umano.

    Avevo un sogno per lui, il sogno di Mandela e cantavo tenendomi la pancia “Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo
    Spero che ti unirai anche tu un giorno
    e che il mondo diventi uno”( Imagine John Lennon).

    Il mio impegno per lui non era l’ombra di una zona cieca, ma il risveglio per una nuova Era.

  52. magdala ha detto:

    “Sei Tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

    Non ti erano nascoste le mie ossa, quando venivo formato nel segreto, intessuto nella profondità della terra.

    Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel Tuo libro”.

    Dio mi scelse dal seno materno e mi chiamò con la Sua grazia (Gal.1,13)

  53. anonima ha detto:

    “Il mio corpo era pregno…”

    Io non sapevo Padre cosa fosse il peccato, nella determinazione razionale.

    Oggi so con dolore che ho un figlio/a in meno.

    Purifica la mia colpa con il tuo Perdono.

  54. EmMagi ha detto:

    “innocenza incanta
    quale colpa?”

    Mi hai accarezzato Anima
    nella solitudine del pianto
    nell’ atroce malinconia

    manto di neve dei miei sogni
    di fluorescenti visioni
    di concrete passioni

    ora vestiti di abiti bianchi
    sfoggia il candore
    sotto le vesti del corpo
    color del bronzo

    donna sono anima
    e corpo in armonia
    sotto il tuo cielo
    candida luna

  55. una maestra ha detto:

    “donna sono anima
    e corpo in armonia
    sotto il tuo cielo
    candida luna”

    corrispondenze

    Il sistema dei comportamenti che compone l’ Universo, quelli dello spirito e quello della materia, trova la sua corrispondenza nel pensiero di Confucio.

    La teoria delle corrispondenze sta alla basa anche della più antica filosofia cinese che non ha mao fatto distinzione fra materia e spirito, e alla quale è sempre stata estranea la nozione di “anima”, l’ idea, cioè, di un’ essenza interamente spirituale che si opponga al corpo come all’ insieme dei corpi materiali.

  56. anonima ha detto:

    Calice
    Bevo nel tuo calice
    l’Essenza
    colgo ogni sospiro
    per farne vento
    spando le chiome
    sul tuo corpo
    Incanto i tuoi sogni
    bramo la tua voce

    Intreccio i tuoi capelli
    calpesto la terra
    colgo i suoi frutti
    ti spargo di miele
    affondo le labbra
    respiro d’amore

    Accolgo il tuo pianto e sarà seme
    inferno e paradiso e sarà cielo
    mi perderò nella tua sfera
    nell’ immensa chiusa soglia
    ti cullerò nell’ anima
    e sarà poesia la vita
    la cantastorie EmMagi

  57. anonimo ha detto:

    Confucio dice: Benedire significa aiutare.
    Il cielo aiuta il devoto,gli uomini aiutano il veritiero.
    Chi cammina in veracità, ed è devoto nel suo pensiero e tiene alti coloro che sono degni, quegli è benedetto dall’alto dei cieli. Egli trova salute e nulla vi è che non sia propizio.

  58. il pellegrino ha detto:

    Occhiaie livide
    nella compassione
    per se stessi

    cadano a pezzi i volti
    che ironizzano
    su se stessi

    cadono a pezzi i volti
    nella superficialità
    dell’amore

    manca la gioia
    il sottofondo
    dell’uomo prescelto

    manca lo struggimento
    della passione
    buttato nella missione

  59. Anonimo ha detto:

    una risata può bastare?
    Ridere con gioia?
    ridere senza pensieri?
    ridere ridere?

  60. anonima ha detto:

    Fammi sempre versare lacrime con te
    desidero sostare con te presso la croce
    chi potrebbe non avere compassione
    a scorgere la pia madre
    partecipare al dolore del figlio?

  61. lalla ha detto:

    S.Teresa
    “Le parole conducono ai fatti […] preparano l’anima, la rendono pronta e la portano alla tenerezza”

  62. manuela ha detto:

    Christe, Cunctorum Dominator Alme

    (…)Nessuna tempesta turbi la nostra vita
    siano i giorni lieti e calme le notti
    nessuno di noi non provi il fuoco
    quando il mondo perisce

    Perciò ti chiediamo che Tu dica sì
    alle nostre suppliche con volto sereno
    costudisci i tuoi servi con grande amore
    celebrano le gioie del Tempio