Iniziare

Edward Hopper "Rooms by the Sea"Che cosa caratterizza un “genio”? L’ingegno? La sapienza? La cultura? L’intuizione? L’analisi? La sintesi? Credo tutte queste cose o almeno alcune di esse. Certamente almeno qualche opposto. Per esempio: l’intuizione e l’analisi, oppure la creatività e il metodo. Ma queste sono le “doti” di un genio, le parti di sé che lui possiede e che ha sviluppato nel tempo e che lo fanno essere quel che è. Ma non basta questo per essere un genio.

Per essere un vero genio ci vogliono le idee, le “visioni”. Ma quali? Quelle “chiare e distinte”? No. Il vero genio è mosso da idee indistinte e non del tutto chiare. Perchè il genio è colui che vive l’inizio e lì, in maniera instabile, si ferma. Il genio è come un uomo che attinge acqua alla sorgente e non al rubinetto. L’acqua sgorga senza regole e canali ma con la forza e la purezza dell’inizio. L’acqua alla sorgente sprigiona in maniera confusa e irregolare. Il genio è colui che, pensando, agendo, creando, componendo, resta sempre lì alla sorgente, in equilibrio instabile. Inizia sempre.

Ma bisogna stare attenti a non confondere l’inizio con il caos, con la confusione. L’inizio è quel momento “x”, forse impossibile da pensare veramente, che ferma la confusione e fa partire un processo di ordinamento, di orientamento. Ma il genio vive su quella “x”. Quell’inizio è luminoso: è il momento dell’esplosione, della luce… Il genio è colui che è visitato da una idea confusa e luminosa. In quel che pensa è mosso da questa idea per la quale non ha parole adeguate e forse neanche pensieri adeguati. Quest’idea muove e illumina tutta la sua attività, a volte in maniera contraddittoria persino, ma rimanendo confusa fino alla fine.

Ma questa esperienza è riservata a pochi eletti? No. Più che parlare di “genio” io parlerei invece di “esperienze geniali”, che è un altro modo per parlare di esperienze dell’inizio. L’inizio non è un fatto è un processo, un’azione. Ad esempio: avere un figlio. Avere un figlio è una esperienza talmente geniale che rivoluziona tutto. E’ un’esplosione confusa e luminosa. Un altro esempio: innamorarsi: l’amore è una realtà sorgiva che si impone sulla vita e la guida. Un altro esempio: il risveglio. Svegliarsi è quel momento che valica il caos del sonno ma non è ancora l’ordine della veglia, anche se tutto tende a quella. Un altro esempio: fare il caffè al mattino. In certe situazioni iniziare a fare qualcosa significa gustare il sapore sorgivo dell’inzio, dove gustare è sempre un pregustare. Un altro esempio: uscire di casa, specialmente se al mattino, o aprire le finestre. Questi sono gesti ordinari, ma in sè completamente carichi di genialità perché segnano la separazione tra un ordine (domestico) e un altro (cosmico). Ed è la soglia di casa o il davanzale il luogo di questa “geniale” esperienza dell’inizio. Questi elencati sono tutti gesti che, inconsapevolmente, si riferiscono all’inzio del mondo, della realtà.

Un altro esempio: scrivere una storia. Ideare un racconto non è scriverlo. L’idea, per quanto affascinante, non è creazione perché non è opera. Quando ti metti a scrivere una storia con il caos delle idee nella mente allora quel gesto ha tutto il gusto dell’inizio. E così dipingere, comporre… Se questo confronto con l’inizio manca, allora l’arte visiva diventa ombra o routine e la parole poetica e narrativa diventa caricatura o ghigno. L’arte, in quanto, creazione, è chiamata ad essere un gesto geniale, capace di confrontarsi con l’inizio del mondo.

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  1. andrea monda ha detto:

    il punto difficile da definire è quello che appunto Antonio, non potendo dire altro, chiama punto X. Cioè il fatto che stiamo all’inizio ma siamo anche già tutti orientati verso la fine, il fine, la meta. A metà tra il caos e il cosmos, tra il sogno, il sonno e la veglia. T.H.Lawrence metteva in guardia da chi sogna ad occhi aperti e quel bravo pittore (e anche uomo politico) che è stato Amintore Fanfani citava spesso un vecchio detto: i sogni, per realizzarli, occorre svegliarsi. Forse l’immagine più bella dell’editoriale (già mostrata nel quadro di Hopper) è quella della soglia. Mi viene in mente Abramo a Mamre e il mio amico Bilbo che sta sulla soglia quando gli piomba l’avventura che lo porta in giro per il mondo (e sulla soglia di casa inizia e finisce anche Il signore degli anelli). Vabbè, sto delirando, io non sto sulla soglia, cioè nè dentro nè fuori, sto proprio fuori! ciao!

  2. Eva ha detto:

    Uao!
    Non avevo mai “visto” l’inizio sotto questo punto di vista ;)

  3. Luisa ha detto:

    L’inizio è un frammento di vita in cui è racchiuso il tutto!

    Il suo sapore è quello dei giorni di festa!!

    il suo dolore è non compiersi mai del tutto e cercare sempre altrove qualcosa da raggiungere!
    nascere ogni ora della giornata!
    farsi e disfarsi
    senza paura di perdere qualcosa

    legarsi alle voci che indicano la strada

    dimenticare qualcosa di brutto e perdonare!!

    non chiedere niente in cambio e restare bambini e chiedere ancora

    ancora !!

    luisa

  4. Rachel ha detto:

    Mi ricorda Pavese: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”.

    Sono d’accordo sul momento x dell’inizio luminoso, del pensiero non discorsivo eppure vivo, dell’intuisione confusa ma promettente… analisi e sintesi, matematica e arte… Genialità!

  5. Giulia ha detto:

    Forse ci sono inizi folgoranti e carichi di senso che poi si rivelano vuoti e tristi…e altri pigri e silenziosi che si trasformano in grandi scoperte.. E’ una questione di intuizione? Non so.

    Ad ogni modo complimenti per l’editoriale e la scelta di Hopper

  6. luisa ha detto:

    “…inizi…. pigri e silenziosi che si trasformano in grandi scoperte…”

    grazie !!

    ma non è intuizione ,è abbandono!
    arrendersi …
    dire una parola sbagliata e non avere paura
    cullare il tempo
    lasciare i germogli liberi di sbocciare
    prendere tra le mani qualcosa che vola via
    senza perderlo!

    luisa

  7. Giulia ha detto:

    Certo…poi ci sono anche inizi burrascosi e impetuosi..che ti fanno dire parole spesso sbagliate…apparentemente fuori luogo…ma che potrebbero invece rivelarsi l’incipit di un discorso nuovo…uh uh uh …Ps grazie
    dell’accoglienza di sabato. E’ stato molto interessante…vitamine per il cervello…Ciaoooo

  8. Cristiano Maria Gaston ha detto:

    Salve a tutti,

    ho provveduto a cancellare i commenti non pertinenti in questa discussione. Questa operazione è estrema e viene svolta sempre come ultima ratio. Vorrei specificare che l’identità dello scrivente è irrilevante (tanto più che non è richiesta la registrazione per commentare questo blog – cosa che spero vivamente non debba cambiare prima o poi) e l’unico criterio con cui i commenti vengono eliminati è quello della violazione della nostra policy, cui vi rimando per ogni ulteriore questione.

    Buona discussione!

  9. costanza ha detto:

    La parola soglia mi è molto cara, ma chissà perchè penso sempre all’azione di entrare e non a quella di uscire. Per me rimanere sulla soglia è quell’attimo di timore e pudore tra me e l’incontro che mi aspetta in una casa. Eppure ho in mente anch’io, non so perchè, un hobbit sulla soglia di una porta prima della partenza. L’inizio di qualcosa è uno stare tra il dentro e il fuori, quell’attimo in bilico tra il prima e il dopo, che è già, ma forse non è ancora stato. E’ per questo che credo che l’inizio sia sempre rintracciabile perchè è distinto, è pulito.

  10. eugenio ha detto:

    Io sono anziano, e ho accumulato un sacco di esperienze sulle quali ho costruito molti scritti, che sono serviti a scaricare le tensioni per le gioie e i dolori che nella vita abbondano, specie i secondi.
    Genio a parte, vorrei sapere se c’è interesse per i miei scritti che vi posso sottoporre. Grazie!

  11. eugenio ha detto:

    Ho provato a entrare con la complicata password che mi avete assegnato, ma non mi fa entrare.
    Ho anche fatto copia incolla direttamente dalla mail, ma non funziona. Tra l’altro le “I” non si capisce se invece sia “l”. Grazie.

  12. alessandra ha detto:

    il genio appare su di una muraglia bianca,è un istante…sta esattamente nel mezzo , tra il chiaro e lo scuro..è una visione talvolta incompleta …ma appare folgorante e la sensazione che la precede è simile ad un vuoto ma non oscuro…luminoso, silenzioso , carico di un energia incredibile , una scossa a livello cerebrale , è spossante.

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