VENEZIA 68 – BombaDiario 3 (A DANGEROUS METHOD, UN ÉTÉ BRULANT, CUT, EL CAMPO, INNI)

"A Dangerous Method" di David Cronenberg

Di seguito vi riportiamo i film visionati nel corso della nostra terza giornata alla 68.a Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Terzo giorno – 03 settembre 2011

A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg (Concorso)
Il rapporto morboso e intellettuale Jung-Spielrein-Freud viene trasposto sullo schermo con acume, eleganza e un equilibrio molto poco cronenberghiano. La sceneggiatura – composta quasi esclusivamente da dialoghi – è piuttosto buona, accompagnata da una regia molto classica e poco invasiva. Più che un semplice biopic di una rivalità metodologica: un film sul desiderio e sulle pulsioni dei “demoni” sottocutanei che abitano i nostri corpi. VOTO: 7/10

UN ÉTÉ BRULANT di Philippe Garrell (Concorso)
Storia di un’intensa amicizia tra due giovani, tra crisi di coppia e isterismi personali, in una “bollente” estate romana. Non il miglior Garrell, che comunque riesce nell’impresa di non lasciar cagneggiare la Bellucci più del solito: di certo non un buon motivo per riempire di fischi (premeditati?) un film minore di uno dei maestri della storia del cinema francese. VOTO: 6/10

CUT di Amir Naderi (Orizzonti)
Giovane filmaker giapponese, per ripagare il debito contratto con la criminalità organizzata dal defunto fratello, decide di farsi prendere a pugni a pagamento. Tra un gancio e l’altro sussurra i suoi cento capolavori della storia del cinema. Ha solo 10 giorni: riuscirà a farcela? Violento e snervante, l’apolide e poliedrico Naderi mette in scena una metafora del senso artistico del cinema, tributando così il suo omaggio personale alla settima arte.

EL CAMPO di Hernán Belón (Settimana della critica)
Il padre di una famiglia felice decide di portare i suoi cari a vivere in campagna, lontano dal caos della città: la crisi di coppia è dietro la steccionata. Opera prima argentina di discreto valore, che affronta temi importanti tra echi horror e pathos familiari. Morale finale: bisogna vivere la vita, senza farsi problemi eccessivi o domandarsi troppe cose.

INNI di Vincent Morrisset (Giornate degli autori – Evento speciale)
Più che un film, un lungo videoclippone, in bianco e nero di un live della band post-rock Sigur Ros. Dal punto di vista cinematografico, francamente non giudicabile. Da consigliare, peró, agli appassionati del genere e ai fan della band islandese.

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  1. Gabriele ha detto:

    “un film sul desiderio e sulle pulsioni dei “demoni” sottocutanei che abitano i nostri corpi.”
    Cioè un “Il demone sotto la pelle” fatto 20 anni dopo?
    Un “Crash” 10 anni dopo?
    Un Cronemberg che cambia di nuovo stile, mantenendo le stesse domande?
    Grande Damiano!
    Sono curioso di vedere la nuova opera di uno dei miei autori preferiti.

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