VENEZIA 68 – BombaDiario 4 (ALPIS, POULET AUX PRUNES, L’ARRIVO DI WANG, THE INVADER, ALOIS NEBEL)

“Alpis” di Yorgos Lanthimos

Di seguito, troverete i film visti durante la quarta giornata alla 68.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Quarto giorno – 4 settembre 2011

ALPIS di Yorgos Lanthimos (Concorso)
I membri della società Alpis si occupano di far rivivere i morti sotto lauto compenso, prendendo il loro posto in vita e imitandone gesti e comportamenti. Una sorta di sostituzione a catena di morti con altri morti, che resuscitano vivendo le vite degli altri piuttosto che le proprie. Nel raccontare glacialmente questo meccanismo morboso di immedesimazione nel vuoto del lutto, Lanthimos si conferma tra i più originali giovani registi del nuovo cinema ellenico. L’unica pecca di questa vera e propria “tragedia greca” è forse quella di essere – a tratti – troppo controllata a tavolino. VOTO: 7/10

POULET AUX PRUNES di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud (Concorso)
Alì Nasser ha deciso di lasciarsi morire nel letto di casa sua: nell’attesa, ripercorre i momenti più importanti della sua vita che lo hanno spinto a decidere di farla finita. Tratto da una graphic novel, questo ironico requiem iraniano – con attori francesi – non convince soprattutto per il continuo attingere a immaginari cinematografici pre-esistenti – da Jeunet a Burton. Ammiccante nel finale e furbetto nella condotta, rimane comunque un film piuttosto piacevole da vedere. VOTO: 5,5/10

L’ARRIVO DI WANG di Manetti Bros. (Controcampo)
Un alieno che parla solo cinese sbarca a Roma e viene catturato dai Servizi segreti, che assoldano una traduttrice per scoprire da dove viene e cosa è venuto a fare. I Manetti si prendono poco sul serio nel solito film di ultra-genere, pellicola di serie Z che si rifà al cinema di fantascienza americano della guerra fredda, con risvolti politici nichilisticamente reazionari. Gli effetti speciali sono più che dignitosi, ma la recitazione rimane – volutamente? – approssimativa.

THE INVADER di Nicolas Provost (Orizzonti)
L’invasore non è altro che un immigrato clandestino nullatenente, che si ritrova a vagare per giorni in giro per Bruxelles in attesa di compiere la sua personale vendetta contro il suo ex-protettore. Nel frattempo, vive un’ossessione/pulsione per una bella donna in carriera. Notevole opera prima del videoartista belga Provost, che pone da parte lo sperimentalismo per mettere in scena un film visivamente classico e narrativamente impeccabile. Una metafora sull’estraneamento e sulla marginalità del “diverso” nell’epoca della crisi.

ALOIS NEBEL di Tomas Lunak (Fuori Concorso)
Film d’animazione in bianco e nero ambientato nella Cecoslovacchia del 1989 – con alcuni flashback nel dopoguerra. Sulla scia di Valzer con Bashir, stilisticamente molto ben fatto: peccato per la storia, eccessivamente ingarbugliata, e per l’assoluta mancanza di ritmo.

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