Autoritratto di un poeta

È interessante conoscere a fondo un poeta, non solo dai suoi versi, ma penetrando nella sua vita, nella sua umanità e nella sua poetica. È quello che fa in questo libro Alessandro Rivali con una lunga intervista a Giampiero Neri, poeta milanese, autore di una dozzina di raccolte, oggetto di ampia attenzione da parte della critica, anche se di fatto un «solitario «maestro in ombra» della nostra poesia», secondo la «felicissima espressione di Maurizio Cucchi».

Giampiero Neri: un maestro in ombraIl genere letterario dell’intervista è indubbiamente molto interessante, perché dà all’intervistatore la possibilità di indagare, di scavare nell’animo e nella vita del personaggio intervistato, costringendolo a svelarsi nella sua umana autenticità. Che quest’intervista arrivi alla verità su Giampiero Neri è indiscutibile, trattandosi di un poeta che afferma «Non mi è mai interessato contare le sillabe, ma soltanto la ricerca della verità». E così questo testo, «concepito e realizzato nell’estate del 2012 tra le spesse mura di casa Neri, a Erba, nella frazione di Incasate», percorre tutta la vita del poeta, condizionata dall’uccisione del padre da parte dei partigiani, proprio durante la sua prima fuga da casa, dalla successiva rovina economica della famiglia nel dopoguerra, che lo indusse a dedicarsi ad un lavoro in banca, sempre mal accettato, parallelamente al quale portò avanti l’attività letteraria, e dal «rapporto intenso ma così altalenante con il fratello Giuseppe Pontiggia, familiarmente «Peppo», narratore di successo e crocevia di destini editoriali del secondo Novecento», nei cui confronti esprime i suoi personali «giudizi sorprendenti che stupiranno molti lettori».

In questa lunga intervista Rivali non si sofferma tanto sui caratteri della poesia di Neri, a suo giudizio ben compendiate nel saggio di Victoria Surliuga (Uno sguardo sulla realtà. L’opera poetica di Giampiero Neri, Joker, Novi Ligure 2005), ma si dedica ad «annotare qualche retroscena sul «personaggio» Neri, sul suo «cantiere nascosto»».

Secondo Rivali Neri è un poeta che dell’asceta «possiede la tenacia di scavo interiore, l’apertura al mistero, lo sprezzo per gli uomini che, come diceva Montale, identificano la realtà soltanto con quello che si vede.» La sua è una poesia assetata di verità, i cui caratteri specifici sono «la forte adesione al reale, la tensione morale, il rapporto diretto con gli oggetti, lo spiccato elemento visivo, l’«abbassamento» dell’io lirico, la tendenza alla prosasticità, il procedere oracolare e l’elaborazione del paesaggio». Ma Rivali, attraverso la lunga ed articolata intervista al poeta, vuole capire come egli sia arrivato a questa sua specifica espressione poetica, attraverso quali esperienze di vita, quali percorsi letterari e filosofici. Così il discorso si snoda, seppure con «cambiamenti di umore o l’interruzione di una sessione» ed anche con «Molti silenzio», lungo tutta la vita del poeta, con particolare attenzione alla sua formazione culturale e alle su preferenze letterarie per autori come Melville, Pasternak, Fenoglio e Villon, e filosofiche, soprattutto per Taubes.

Particolarmente interessante è il Capitolo sesto, intitolato Il cantiere del poeta, in cui Rivali interroga Neri sulla sua poesia, chiedendogli il suo parere sui giudizi critici espressi su di lui, sui suoi rapporti con il mondo letterario, in particolare sugli autori della Neoavanguardia, sulle sue personali «regole» e «liturgie» per scrivere e soprattutto sulla poesia, che, secondo Neri «rimane un’esigenza dell’animo umano», il che «consolida l’idea che la poesia sia sinonimo di verità e come tale sarà sempre ricercata dall’uomo», ed in particolare su quella attuale, a proposito della quale Neri afferma: «Mi sembra che la poesia di oggi sia scesa dal suo piedistallo, ma non per diminuirsi, semplicemente per farsi capire meglio, in quanto il poeta esiste come uomo tra i suoi simili. Non è un unto del Signore, perché nessuno può dire di esserlo». Per questo, a suo giudizio, il ruolo del poeta oggi può solo essere quello «di voce ascoltata, una voce fuori dal coro, come fu la voce di Giovanni Battista». Una conferma a queste idee si può trovare anche nei pochi Versi e prose inediti di Giampiero Neri che opportunamente chiudono questo interessante testo.

Alessandro Rivali, Giampiero Neri un maestro in ombra, Jaka Book, Milano 2013, pp. 158, € 14,00.

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