Obbedienza

Quando ti alzi al mattino e spalanchi la finestra compi un atto preciso di obbedienza. La realtà che ti sta davanti è quella lì: innanzitutto puoi solo riceverla, accoglierla, constatare che c’è ed è lì davanti. Poi puoi chiudere gli occhi e spalancare la finestra della tua immaginazione, ma questo viene dopo. C’è il dolce “fatto bruto” della oggettività del reale che ti sovrasta e che non puoi che ascoltare, udire, anzi, in latino, “ob-audire”… obbedire, “metterti in ascolto verso…”. E questo quando apri la finestra al mattino. Il tuo atto di obbedienza si può trasformare da ascolto in risposta. E così ricevi lo spettacolo che hai davanti, lo dipingi, lo ritrai in poesia, in video,… Ma questo vale anche per le cose brutte del mondo, per il dolore, le lacrime. E questo non avviene solo per il risveglio mattutino. Accade per tutte le vicende della tua vita. Se ti metti in ascolto profondo del tuo mondo, saprai anche trovare le parole, i colori, i suoni… Ma l’importante è che tu non ascolti solo te stesso e le tue reazioni interiori, ma che volga il tuo sguardo fuori di te, alla realtà che ti appare e di cui sei in attesa (“ad-tendere”, tendere verso…). Diceva Karl Rahner che l’uomo è radicalmente un “uditore”, una sorta di parabola tesa verso l’esterno, il cielo, in attesa di captare. Bombacarta vuole avere questa sensibilità e vivere l’arte non solo come una espressione dell’interiore, ma anche un profondo ascolto della realtà, del mondo, della storia… Arte e vita non sono cose separate. Neanche l’utopia è separata dalla vita perché prende il suo avvio dall’ascolto del “qui ed ora” e dalla sua radicale insufficienza.

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