Le verità attendono in tutte le cose

“Tutte le verità attendono in tutte le cose (All truths wait in all things)”.

Si tratta di un verso tratto da Foglie d’erba di Walt Whitman.
La sua densità è esplosiva.

Le cose non affrettano né ostacolano la manifestazione della loro verità, ma stanno lì, attendono di essere viste, ascoltate, toccate, gustate, annusate, contemplate.
Senza attesa e senza realtà non si fa arte.
L’arte nasce anche dalle fratture tra realtà e verità, come nel caso di Pirandello. E allora si sprigiona la tensione tremenda e possente della realtà in cerca della sua verità o del personaggio in cerca del suo autore o della sua origine. E allora ecco scaturire l’attesa.

Così anche per il testo letterario. Esso sta lì, attende e senza lettore non esiste neppure. Poi arriva il lettore e la verità di quel testo, rimasta in attesa, può manifestarsi in un approccio interpretativo infinito.
Un caso particolare ed esemplare è quello della traduzione. E’ vero che un testo andrebbe sempre letto in originale. Ma l’imprescindibilità di tale lettura in originale è maggiore quanto minore è il suo valore. Infatti il valore di un testo si misura anche dalla resistenza che oppone alle traduzioni, uscendone indenne o quasi. Perché?
Perché la verità che attende in tutte le cose e in tutti i grandi testi è resistente e generosa.

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