Pedalando in salita tra la “Recherche” di Proust e un testo di Maurizio

Cari Bloggers di BC, ecco una pagina del Diario del Laboratorio di scrittura creativa di BombaCarta a Roma. Il Diario, curato ogni settimana da uno dei partecipanti e dal sottoscritto, consente a chi frequenta il laboratorio di ritornare sull’esperienza fatta qualche giorno prima e di mettere a fuoco alcuni aspetti particolari del “narrare” emersi durante il lavoro comune di lettura e scrittura.

Condizione fondamentale per vivere con continuità e pienezza l’esperienza della lettura e della scrittura è il raccoglimento. Ne parliamo dopo aver letto un breve testo di Marcel Proust in cui viene descritta la “pergola” in cui “il silenzio era profondo” e “ogni rumore cessava”; un luogo nascosto che lo scrittore francese ricercava per mettere una distanza tra sé e gli altri, per raccogliersi in se stesso. Il testo di Proust è lo spunto concreto per un esercizio (da svolgere durante la settimana) che vuole essere un’occasione per prendere coscienza della propria capacità e volontà di riservare uno spazio alla scrittura e alla lettura. La pagina di Maurizio che leggiamo successivamente è scaturita proprio da un esercizio proposto in uno degli incontri precedenti. Potrebbe essere la prima stesura di un racconto, ne avvertiamo le potenzialità. Oltre ad una scrittura precisa, concreta, nitida, il testo ci presenta già alcuni personaggi in tensione tra di loro e percepiamo il passato, il presente e il futuro della vita del protagonista. Chiudiamo l’incontro faticando dietro ai ciclisti protagonisti dell’incipit de “Il Dio di Roserio” di Giovanni Testori, un testo di difficile lettura a un primo approccio. Come nel racconto di Maurizio, anche qui i periodi sono brevi e la punteggiatura è usata in modo da suscitare nel lettore la sensazione di continui scatti, interruzioni, salti, ostacoli da superare, improvvise discese. Insomma un’autentica pedalata in salita per il lettore. Ma ci rendiamo conto, nella messa a fuoco dei dettagli, che è nelle intenzioni di Testori offrire al lettore un testo sfuggente e apparentemente disarticolato. È la tragedia a cui preludono le prime pagine del romanzo e il magma incandescente della coscienza del protagonista che si incarnano fin dalle prime parole del romanzo.

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  1. Tita ha detto:

    Mi sembra importante abituarsi a dedicare un tempo conclusivo del laboratorio di scrittura alla riflessione sull’esperienza vissuta, tempo in cui insieme ci si interroga su come è andata, si richiamano i temi affrontati, si legge qualcosa di quanto si è prodotto e soprattutto si appunta brevemente il tutto.
    Il serve a coloro che partecipano per ricordare, non per giudicare ma individuare e dare un nome ai particolari dell’esperienza fatta.
    Grazie, Stas, per aver messo a disposizione di tutti questa pagina del diario.

  2. Tita ha detto:

    Una piccola correzione:

    Il diario serve a coloro che partecipano per ricordare, non per giudicare ma per individuare ……….

    Grazie.
    Tita

  3. Maurizio ha detto:

    Di quella giornata di laboratorio ricordo soprattutto la scoperta di Testori che ora, sul mio comodino, sta facendo impallidire Fenoglio.

  4. andrea branco ha detto:

    Ho letto Il dio di roserio questa estate…un libro intenso. Forte.

  5. Angela C ha detto:

    … una dimensione, come una stanza dove si addensano profumi e sapori di ciò che leggi; affiora qualcosa sulla punta della penna e ti accorgi che stai valicando orizzonti.

  6. Angela C ha detto:

    Un computer bizzoso ha omesso parte del mio pensiero:

    “Condizione fondamentale per vivere con continuità e pienezza l’esperienza della lettura e della scrittura è il raccoglimento”

    … una dimensione, come una stanza dove si addensano profumi e sapori di ciò che leggi; affiora qualcosa sulla punta della penna e ti accorgi che stai valicando orizzonti.

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