Scrivere storie in un centro commerciale

È stato stupefacente scoprire ancora una volta che è possibile condurre un laboratorio di scrittura nel viavai di un centro commerciale in un sabato pomeriggio. E’ accaduto ieri per la quarta volta in un anno all’IperCoop di Ravenna dove, per tre ore, 45 persone hanno letto testi di narrativa (Cechov, Carmine Abate e Giovanni Lindo Ferretti), hanno svolto diversi esercizi di scrittura e si sono messe in gioco pubblicamente per il desiderio di esprimersi in modo creativo e di imparare a raccontare delle storie. Oltre all’impegno dei soci volontari di zona della Coop che hanno organizzato e promosso l’iniziativa è bastato un microfono per il sottoscritto, i tavoli di un ristorante messi a ferro di cavallo, le fotocopie dei testi sui quali lavorare e l’entusiasmo delle persone.
Tornando a casa verso mezzanotte ho trovato una email di una persona che ha partecipato al laboratorio che mi scrive: Nonostante l’ambiente dispersivo e chiassoso e l’alto numero dei partecipanti, non ho perso una parola di quello che hai detto e sono riuscita a seguire l’onda delle emozioni che in me man mano venivano suscitate. Io sono fra quelli che l’esigenza della scrittura l’hanno sempre vissuta in solitudine e senza il confronto con altri. Mi pare un’occasione mancata la mia per non aver approfittato di questa occasione per condividere e spero che sarò più coraggiosa nel prossimo incontro.
Esperienze come queste mi convincono sempre di più della sete che molte persone hanno di esprimersi attraverso la scrittura e dell’importanza di creare occasioni che possano soddisfare, almeno per qualche ora, questa aspirazione (che è ben più profonda del desiderio di pochissimi di diventare degli “scrittori”). Il prossimo appuntamento all’IperCoop di Ravenna è previsto per sabato 24 febbraio 2007 alle ore 14:30.

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  1. andrea branco ha detto:

    ganzo. solo una cosa. il confronto fra “questa aspirazione” e “il desiderio di pochissimi”, con il “ben più profonda” a sottolineare il tutto, mi sembra una, scusa, cavolata. come puoi scrivere una cosa del genere? se uno desidera diventare “pittore”, il suo desiderio è ben meno profondo di chi aspira a potersi esprimere con la pittura? e fra quelli che hanno partecipato nessuno sognava di diventare “scrittore”? non lo puoi sapere. ma via. Togli il tra parentesi, ti prego. o spiega meglio. perché così non fa buona impressione.

  2. renato farina ha detto:

    ho letto e riletto e non comprendo cosa significa …se uno ha l’estro di scrivere lo può fare anche sul cocuzzolo di una montagna, e il commentare in mezzo a una babbilonia non capisco dov’è il busillis o la eccentricità o il sapersi isolare nel frastuono ?!?!

  3. Anonimo ha detto:

    Vorrei scivere un finale di una storia

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