L'ispirazione

(di Annamaria Galdieri

A volte è un flusso, una corrente, come un enorme fluido che ti scorre accanto, insensibile alla forza di gravità. Arriva da lontano, ti sfiora, poi scivola via, lontano, di nuovo.
E tu puoi stare solo all’erta.
Tu non puoi decidere il momento.
Puoi saltarvi dentro. Cogli l’attimo e ti getti, senza riserva, con tutto te stesso.
E ti senti travolto da quest’onda morbida, avvolgente… Ma fai appena in tempo ad accorgerti di ciò che sta succedendo, che già stai perdendo l’equilibrio. Non è facile restare dentro il fluido che scorre, non è affatto facile!
Ci stai per un attimo, forse meno.
Ne cogli l’idea, il senso approssimato. E già ne scivoli fuori, torni in piedi e vedi la corrente andar via.
Sono pochi, veramente pochi, coloro che sanno restare dentro il flusso, che non ne cadono dopo poco, che riescono a viverci dentro. Ad assorbire ed essere assorbiti da quella energia, a cibarsi, a berla, a respirarla.
Sono coloro che vivono consumando ogni molecola della vita che li circonda.
Coloro che non si sono abituati alla vita perché… artisti.
Tutti pazzi per vocazione, molti santi per eccellenza !
 

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  1. Marica ha detto:

    Vorrei che nessuno si abituasse “al vivere”. Certe volte non capisco neanche fino in fondo questo concetto “dell’artista”. Forse perchè sono cresciuta in un liceo d’Arte o perchè ne resto immersa. Però non è giusto (se fosse così), se fosse solo un talento quest’onda di vita. Paolo scriveva della venuta di “occhi empatici”, e certe volte si sente davvero tutto. Forse è solo sensibilità che negli ultimi anni ho imparato a distinguere dall’intelligenza. Io credevo fossero unite. Invece la vita mi ha stupito. Sono diverse. Forse ci sono emozioni da canalizzare meglio e altre spinte da evitare proprio. Però vedete: perchè l’aggressività è ritenuta sempre negativa? Perchè vince il grigio? Certe volte uno per fare bene, non deve fare anche del male? Io ci ho provato a parlare sottovoce (ma non funziona), sono tutti distratti dalle contingenze. E forse uno deve solo far finta di essere indifferente o trovare “le buone maniere e i buoni propositi” per non agire a sproposito. Ma perchè c’è gente che ride per anni, poi ridi tu e si irritano? (E’ solo un esempio), però.. vedi, io avevo in famiglia tante belle persone discrete e formali, sempre tutto al momento giusto..poi però quando c’era da correre per qualcuno all’ospedale non andavano loro. Bello questo post, vero, probabilmente. Però vorrei fosse meno vero certe volte, perchè questa vita è davvero di tutti e a me certe volte l’abitudine sembra cinismo. Non so. Ne sentivo l’urgenza e non ho trovato nessuna buona ragione per rinunciarvi. Non amo le armi, non amo Attila. Ma a volte è utile, perchè poi ad un certo punto esprimo idee che sento profondamente vere ma che secondo il mondo dovrei oscurare.
    E mi sarei convinta anch’io che fosse meglio tacere tutto ed indossare il mio vestito “se solo avessi visto qualcuno correre a quell’ospedale”. Allora non ci sto più. Lo devo dire, che sebbene l’abito non fa il monaco “una buona spinta gliela dà”, si comincia con la moda e poi si danno i valori in pasto alla società. Ma io ci credo in questo fato ed è mio questo tracciato. Forse sono il Giuda odioso di Berto (un grande scrittore di cui lessi anche IL MALE OSCURO, in merito alla depressione). Manca l’espressione e la gente si ammala di depressione. Io me ne esco male ma è l’unico modo che conosco per ottenere negli anni qualcosa di giusto. Ringrazio tutti i redattori (perchè in fondo i post mi sono piaciuti sempre tutti) ed anche coloro che ho attaccato. Sempre tutti ho pensato, ed oltre la carta..nella vita. Perchè i caratteri trapelano dagli scritti ed in fondo vi sento tutti. Poi lo so che la gente si conosce in altri modi, ma vedo che a volte, invece, non si conosce mai. Secondo me “si conosce davvero solo quando si vuole conoscere”. Quanto è alto il prezzo, ma credo ne valga sempre la pena. M.

  2. Maria Pia ha detto:

    Non avresti potuto descrivere meglio le sensazioni che si provano quando il tuo pensiero corre verso l’infinito della coscienza; quando la mano va, leggera e spedita su una tastiera o su un pezzo di carta; quando i pensieri si accavallano e galoppano come cavalli liberi , verso una mèta che neppure tu conosci. Nel tuo pensiero, ho ritrovato me stessa in quei dolci, emozionanti momenti, quando la coscienza, la fantasia, l’anima vola e tu sei felice di sentirti libera.

  3. caino ha detto:

    io questa idea che l’ispirazione fondamentalmente non esiste.
    è quasi una questione di umore accoppiata ad un idea qualsiasi, quella che noi chiamiamo lampo di genio.

  4. Katia ha detto:

    Flannery O’Connor, se non ricordo male, la definiva “un momento di stupidità”, quello in cui ci imbamboliamo ad osservare la cose. In effetti quando ci si sente ispirati e poi il momento passa si ha come l’impressione di essersi persi nel nulla, di aver quasi vissuto in una dimensione parallela, difficile da definire, troppo preziosa da raccontare. Ci si sente un pò stupidi perchè in quel momento ci si annulla, perchè è come se non fossimo noi e perchè ci manifestiamo al mondo, spontanei, inconsapevoli… e non mi viene in mente nulla di meglio in grado di nutrire parimenti il nostro animo.

  5. Pina ha detto:

    Condivido pienamente le tue meravigliose sensazioni, è proprio vero, l’impulso creativo arriva all’improvviso e quello che regala è la felicità di sentirsi liberi, di tuffarsi come farfalle nel cielo, avvertendo anche solo per un attimo una sorprendente vera, innocente e pura leggerezza.

  6. Angela C ha detto:

    E’ lo stupore che ci sorprende a guardare e poi ad accogliere e poi a raccontare, ognuno nel linguaggio artistico a sé più congeniale. Mi richiama la nishmat nel Libro dei Proverbi, quella “fiaccola del Signore” per illuminare le camere oscure del ventre.

    Allora l’ispirazione mi si svela la genuinità di chi – per fortuna? coraggio? capacità ? …- ha visto e crede.
    Un fiore di luce fortuito che, se colto, va cmq porto perchè anche il passo dell’altro s’illumini

  7. Tita ha detto:

    -L’ispirazione è il mistero iniziale di ogni scrittura
    poetica- ……

    – L’ispirazione non è pura emozione, né puro sentimento,
    né pura astrazione, ma vera e propria forma di
    conoscenza attenta e ardente del mondo-.

    Non sono frasi mie: sono tratte dalla bellissima relazione di Antonio Spadaro nel Convegno sul Mistero di scrivere del 2006.
    Credo che sarebbe un’ottima lettura/rilettura.

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