Che ambientino! Nella bocca della balena

Rimettendo a posto alcune fotografie digitali di qualche tempo fa io e mia moglie abbiamo ritrovato questa qui un po’ “mostruosa”. Quelle due persone non sono Pinocchio e Geppetto ma io e mia moglie che sembriamo fuoriuscire dalla bocca di un mostro marino.

Abbiamo intitolato la foto “Nella bocca della balena” ed è stata fatta davanti al museo del mare di Barcellona dove c’è quell’oggetto strano, un’attrazione per i turisti e i bambini. Essendo l’uno e l’altro io e mia moglie Elvira ci siamo divertiti a farci fotografare da un passante.

Mi ero dimenticato di questa foto e mi ha molto colpito. Mi ha fatto pensare a quel mistero che chiamiamo matrimonio. In effetti è un po’ tuffarsi in un grande oceano, senza tante zattere a disposizione. E a volte capita di essere inghiottiti anche dalla balena. Per fortuna tutte le storie relative a “soggiorni in cetacei” (dal profeta Giona al burattino di Collodi passando per il Barone di Munchausen e scartando ovviamente chi cetaceo lo vuole solo uccidere come l’indimenticabile capitano Achab di Melville) riferiscono che il soggiorno è breve e non letale. Anzi, nel Vangelo è Cristo stesso a riferirsi al “segno di Giona” ad indicare la sua morte e resurrezione. Giona è il mio profeta preferito, anche perchè il suo libro è il più corto (4 capitoli, 3 paginette) e il più divertente, anche per in quelle tre paginette ci sono più colpi di scena che in un film di spionaggio. Tra l’altro Giona è l’unico che profetizza e viene creduto. Tutti gli altri (Geremia, Isaia…) vengono ammazzati (o quasi) dalla gente che li ascolta ma non li crede. Invece Giona predica a degli stranieri (che lui odia per altro, i mitici niniviti) e questi gli credono…e fanno penitenza! Sbalorditivo. Ma la cosa più bella è che Giona si arrabbia per questo successo e per la bontà di Dio.

Non aggiungo altro per non togliervi il gusto di una lettura straordinaria (e anche salvifica). Ritorno all’immagine della balena che inghiottisce e poi sputa. L’essere inghiottiti dalla balena…poche immagini, secondo me, sono così suggestive, evocative, potenti. Questo animale, il Grande Leviatano, che è semplicemente il più grande mai esistito e che se ne va a pascolare innumerevoli ore negli abissi più profondi salvo poi “spruzzare” la vita emergendo improvvisamente sulla cresta del mare, come un’isola in movimento, è qualcosa ad un tempo di affascinante, inquietante e struggente (e quanto sia struggente lo dimostra tra l’altro la tenerissima canzone di Tom Waits “Fish & Bird”).

Ritorno alla vita di coppia. Delle volte mi è capitato, nella mia vita di coppia, di pascolare negli abissi, anzi di essermi perso in quell’ambiente così freddo, umido, buio, pieno di pesci che sono più che altro spettrali allucinazioni viventi. Ma mi rendo conto che il tragitto dagli abissi alla luce spesso è un attimo (potente è la balena!) e si ritorna su, con pressione vertiginosa, a spruzzare di vita, verso il cielo terso, “a riveder le stelle”. Più semplicemente, c’è un solo modo per risorgere: morire. E ho pensato a questa cosa qua (sarò matto?) nel rivedere me e mia moglie sorridere tra i denti affilati del mostro. Eppoi: perché ero vestito da pompiere? Mi sa che ha ragione mia moglie che mi dice sempre che mi vesto in modo ridicolo…

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  1. fulvia rendace ha detto:

    sono sempre stupita da quante occasioni mi offrite di riflettere: non avevo mai pensato alle fauci di una balena come ambiente da vivere per…rivivere! grazie per avermi resa consapevole che, dopo aver soggiornato nel ventre del cetaceo per un bel po’, mi sento ora in cima al suo zampil-lo! Per quanto per augurarmi una veloce ripresa, qualcuno voleva mi trasferissi in un altro ambiente, usando il detto propiziatorio: in c… alla balena!

  2. Tina Bonofiglio ha detto:

    I see none of you have lost your sense of humor! Mi mancate!

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