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Il tetto della chiesa di S. Pio da Pietrelcina in località Malafede

Il tetto della chiesa di S. Pio da Pietrelcina in località Malafede

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  1. Maurizio C. ha detto:

    la via dei bulloni?

  2. Paolo Pegoraro ha detto:

    yes! credo che a Flannery piacerebbe… i bulloni non rientrano nell’iconografia tradizionale :-)

  3. Gian Luca Figus ha detto:

    bella dove?

  4. Maurizio C. ha detto:

    è il tetto della nuova chiesa di malafede!

  5. Paolo Pegoraro ha detto:

    La “chiesa di Malafede” sembra il nome una sètta venuta fuori dritta dritta da «La saggezza del sangue»! Cmq l’architetto è Alessandro Anselmi. Mi piace l’estrema semplicità e insieme la forza trasmessa dai bulloni

  6. anonimo ha detto:

    “La saggezza nel sangue” è il primo romanzo di Flannery O’Connor, uscito nel 1952 e definito dalla stessa autrice “un romanzo comico che tratta di un cristiano suo malgrado”che predica la “Chiesa della Verità senza Gesù Cristo Crocefisso”.

    E’ la storia di un cercatore di assoluto, incapace di governare i propri istinti e la propria vocazione; forse la Chiesa progettata da Anselmi con tutti i suoi bulloni si apre proprio a questi tipi di “bulli” e li invita a deporre il loro senso di onnipotenza ed a risorgere in Cristo, umili e miti .

  7. anonima ha detto:

    “Padre, ti benedico, perché hai tenuto nascosto il mistero del tuo amore ai sapienti e agli intelligenti e lo hai rivelato ai piccoli”.

    Perché Dio si manifesta di più ai semplici, ai puri di cuore, che non ai sapienti di questo mondo? Perché è amore e Dio lo si comprende solo per la via della fede e dell’amore. La fede è umiltà davanti a Dio, diffidenza di noi stessi e del nostro giudizio sulle cose; l’amore è rinunzia al nostro egoismo per aprirci al progetto e alla volontà di Dio.

    Forse che Dio è contro la scienza e l’intelligenza umana? Assolutamente no.

    Ma l’uomo sapiente nelle scienze umane deve accettare umilmente il fatto che Dio supera ogni intelligenza umana, riconoscere di essere sottomesso alla sua volontà: deve mettere al centro della sua vita Dio e non se stesso. Allora anche lui è un “piccolo” nel regno del Padre.

  8. manuela ha detto:

    L’onnipotenza è il potere di fare tutto, senza ogni limite.

    Il concetto di onnipotenza porta in sé il concetto di sottomissione.
    La differenza fra l’onnipotenza dell’ uomo e l’ onnipotenza di Dio sta nel fatto che il concetto nell’ uomo tende all’assoluto e tutto ciò che è assoluto è totalitario e autoritario, e quindi sottomette ed umilia per auto affermarsi, trascinandosi appresso la sofferenza come un macigno individuale e storico.
    L’ onnipotenza di Dio tende all’ infinito e racchiude anche l’onnipresenza e la benevolenza abbracciando la sofferenza.
    Il dolore è il luogo della solidarietà fra Dio e l’uomo: solo nella sofferenza Dio e l’uomo possono congiungere i loro sforzi.

    Ma è proprio in questa consofferenza divina e umana che il dolore si rivela come l’unica forza che riesce ad aver ragione del male.
    Nella benevolenza di Dio la sofferenza va considerata come il perno della rotazione dal negativo al positivo, il ritmo della libertà, il fulcro della storia, la pulsazione del reale, il vincolo fra tempo e eternità; insomma come un ponte lanciato fra la Genesi e l’Apocalisse

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