Isole da Nobel

Grazia Deledda, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo:
la metà dei Nobel conferiti all’Italia provengono dalle isole…


Sardegna e Sicilia, “isole felici” della narrativa italiana? Da oltre una decina di anni a questa parte, gli scrittori insulari hanno scalato le classifiche dei bestseller, sbancato ai premi letterari, spopolato sul piccolo schermo. Quasi fosse in atto una rivincita del locale sul globale. Quasi che la narrativa delle grandi città, incolore e standardizzata, non riuscisse a colmare la nostalgia per ambientazioni più delimitate, perfino isolate, ma ancora ben identificabili, ricche di gusti e sapori caratteristici, di dialetti legati all’esperienza quotidiana. E di storie antiche, e di usanze ataviche, tramandate alle generazioni tra tante incertezze, ma senza smarrirsi nel meccanismo anonimo di una vita frenetica. Isole, scogli sicuri che resistono all’assalto quotidiano dell’eterno movimento: il mare, l’infido e sconfinato mare, legame e divisione con gli Altri… quelli della terra ferma, quelli che conoscono solo metà del mondo. Gli scrittori già noti sono Vincenzo Consolo e Andrea Camilleri per la Sicilia; Marcello Fois, Salvatore Niffoi e la cagliaritana d’adozione Milena Agus per la Sardegna. Ma, oltre a questi “assi pigliatutto”, quali altri nomi vanno segnalati?

Tra le voci più mature della Sardegna bisogna ricordare le pagine del magistrato Salvatore Mannuzzu e i romanzi storici di Sergio Atzeni, a cominciare dal lirico Passavamo sulla terra leggeri. Amatissimi sono pure i noir di Giorgio Todde, con la serie del detective-imbalsamatore Efisio Marini, personaggio realmente esistito nella Cagliari di fine Ottocento. Tra gli autori più giovani c’è Flavio Soriga, che con il suo Sardinia blues (Bompiani) ha firmato un romanzo generazionale ipercinetico e disperatamente vitale, ambientato nella ben poco folkloristica Sardegna delle discoteche e dell’eterna estate turistica. Torna invece alla tradizione Giovanni Carta con Il rumore dell’acqua, del ferro nel fieno e del giunco che stringe (Fandango): sette racconti dal ritmo ricercato che rievocano l’andatura della narrazione orale. Ma il dialetto e le vecchie storie di paese s’intrecciano con i problemi delle generazioni più giovani, costretti a partire per “il Continente”. Perché la vita su un’isola pare riassumersi tutta in questo bivio: tradizione o migrazione.

Passando alla Sicilia, si ha solo l’imbarazzo della scelta. Perché «si può strappare un siciliano dalla Sicilia, ma non può avvenire che la Sicilia sia strappata a un siciliano»: parola del giornalista Gianni Bonina, che in L’isola che trema (Avagliano) ha tracciato una guida dell’anima – decisamente non turistica – ai paesini dell’entroterra siculo. Ironia partecipe e sentimento dell’eccentrico fanno di Roberto Alajmo uno degli scrittori siciliani più rappresentativi. Palermo sprizza fuori dai suoi romanzi come dai suoi reportage, sempre alla ricerca di una realtà che sbaraglia la finzione: dall’Almanacco siciliano delle morti presunte fino al recente Le ceneri di Pirandello (Edizioni Drago), che racconta la vicenda – davvero pirandelliana – dei “tre funerali e mezzo” imposti alla salma dello scrittore girgentino. Palermo, ancora Palermo, struggente e limacciosa: è lo sfondo del teatro di Emma Dante e di Il tempo materiale di Giorgio Vasta (minimum fax), esordio sorprendente dello scorso 2009. Tra le ultime uscite, infine, ecco due storie di donne indipendenti che con la tradizione lottano, fino a trovare il loro posto. È ambientato a Catania Il conto delle minne di Giuseppina Torregrossa (Mondadori), dove il “conto” è il “racconto” che la nonna Agata fa alla nipote Agatina durante la preparazione delle “minne”, le cassatelle a forma di seno che commemorano il martirio della vergine patrona della città. Enzo Di Pasquale e il suo Ignazia (Fazi), invece, ci portano a Marettimo, l’ultima isola delle Egadi. Ignazia è una bambina magica, curiosa e impertinente, che affronta i limiti di una società chiusa e superstiziosa senza perdere la propria innocenza.

(su «Famiglia Cristiana» 16/2010)

Leggi i 3 commenti a questo articolo
  1. Paolo Pegoraro ha detto:

    e grazie al Pintaconsulente Tonino Trinacrio!!!

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