Esercizi di possibile spiritualità

di Lucetta Scaraffia, in Il Sole 24 Ore, 25 luglio 2010

La cultura occidentale negli ultimi cinquant’anni ha dimenticato i rudimenti della spiritualità, anzi, ha dimenticato che esiste una vita spirituale: a operare questa cancellazione non è stata solo la secolarizzazione, ma anche una visione parziale della tradizione cristiana, che per decenni ha portato a scambiare l’esperienza religiosa con un regime morale o con una pratica assistenziale.
È questa carenza che spiega il successo di libri New Age o la fortuna di uno scrittore come Coelho. Anche se da qualche decennio si è riacceso un interesse per la grande tradizione della Chiesa – anche in case editrici come Adelphi – fatica a nascere una cultura contemporanea che faccia capire agli occidentali di oggi come percorrere una via spirituale. Un ruolo importante in questo senso l’ha svolto senza dubbio la scoperta degli scritti di Pavel Florenskij, scienziato e mistico ortodosso passato per un’educazione razionale e scientista e quindi ben consapevole, per esperienza personale, di cosa significhi per un uomo moderno tornare a coltivare la propria spiritualità. Nei suoi scritti Florenskij è sempre capace di costituire una profonda interazione tra vita e pensiero, e di rivolgersi al lettore in modo coinvolgente – come dimostra il suo capolavoro in forma epistolare La colonna e il fondamento della verità, riedito di recente da San Paolo, ma anche Bellezza e Liturgia (Oscar Mondadori) – affascinandolo con la sua concezione filosofica generata dallo stupore e provocata dal mistero.
Dotato di questa capacità di accompagnare su vie interiori il lettore contemporaneo, offrendogli una guida spirituale all’esperienza ordinaria del mondo di oggi, inteso come «ambiente divino», è l’ultimo affascinante volume di Antonio Spadaro, Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea.
Se pure tutti abbiamo una vita spirituale – dice l’autore – molti non sanno neppure di averla, anche a causa della difficoltà di fare esperienze autentiche: «Nulla sembra lasciare tracce in noi», anche perché la vera esperienza non è quella che progettiamo di affrontare, ma qualcosa che ci supera e ci sorprende. Tutti gli uomini, anche i non credenti, hanno una vita spirituale, e l’azione della grazia è reale per ogni uomo: basta saperla vedere e cogliere.

Spadaro ci porta così a riflettere sulla vita e sul suo significato, con fiducia: ed è proprio la fiducia a costituire oggi il tratto caratteristico dell’uomo spirituale, così bene colto da un verso di Emily Dickinson, per la quale vivere è «abitare nella possibilità». Il giovane gesuita non parla tanto di Dio, quanto delle esperienze ordinarie che aiutano a vivere la spiritualità: con un metodo che, rifacendosi consapevolmente agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, attraverso un percorso poetico e intellettuale guida a momenti di improvvisa comprensione, squarci di grazia. Comprensione che non ha nulla a che fare con il «pensare positivo» di marca New Age né con un certo “buonismo” che soffoca tanta cultura cattolica, ma autentica «esperienza dello svelamento della grazia». Momenti in cui si ha una visione che lega d’un colpo, in maniera energica e viva, origine e destino, inizio e compimento.

Con questa ottica Spadaro rovescia il senso dato abitualmente alla riuscita della vita individuale, e quindi alla paura del fallimento: la salvezza oggi viene sempre più intesa come autenticità e pienezza di vita, e coinvolge in radice la dimensione della corporeità, del desiderio e dell’attesa. La salvezza quindi risulta essere un cammino, «un attraversamento sostanziato dal desiderio», per cui convertirsi, spiega Ignazio, consiste nel convertire il proprio desiderio e la propria affettività.

Bisogna dunque che impariamo a leggere in quale direzione ci spingono i nostri desideri profondi, per prendere buone decisioni. In questo cammino un aiuto essenziale lo riceviamo dalla letteratura, che consiste in «un modo di decifrare il mondo e dunque è atto di discernimento», che aiuta ad affermare la capacità critica di leggere la realtà. Il cristianesimo ha infatti bisogno di parole che esercitino la capacità di ascolto e si rivelino un «mistero silenzioso», perché la capacità e l’esercizio di percezione della parola poetica sono presupposti per ascoltare la parola di Dio.
Svolta di respiro – da un verso di Paul Celan – non è un esercizio di raffinata sapienza intellettuale, ma molto di più: ha il sapore delle cose vere, delle esperienze vissute e personalmente fatte proprie dall’autore e proprio per questo poi condivise con gli amici. Il lettore di Spadaro si trova promosso così al ruolo di amico, compagno di un’avventura spirituale.

Antonio Spadaro, Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea, Vita e Pensiero, Milano, pagg. 236, € 18,00.

Leggi i 2 commenti a questo articolo
  1. Andrea Monda ha detto:

    Molto bella questa recensione di Lucetta Scaraffia, con un intenso finale. E poi stimola alla scoperta di Florenskij… Tra i tanti punti notevoli sollevati, quello della salvezza, oggi intesa come autenticità e pienezza. Bella questione, chi si butta?

  2. Antonio ha detto:

    Sono davvero grato per questa visione del mio libro. Soprattutto delle parole finali che mi rendono “compagno d’avventura”…

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