Matrix: la verità sotto la realtà

Ieri al laboratorio di BombaCinema (ricco di partecipanti e spunti interessanti) è stata proposta, non era la prima volta, la scena fondamentale del film Matrix (il 1^ episodio): Morpheus che offre le due pillole, blu e rossa, a Neo. Si stava accendendo un vivace dibattito, subito placato dal moderatore, che però forse vale la pena continuare qui in lista e/o sul blog. Morpheus “costringe”  Neo ad ammettere che in effetti si è reso conto che nel mondo reale ci sono dei “segni” che rivelano che la verità è più grande, comunque diversa dalla realtà. Esiste una verità che non coincide con la realtà visibile. Fin qui tutto bene, diciamo. Mi viene in mente la frase di Henry Miller (bellissima la citazione che si trova nell’articolo di Michela postato di recente sul blog): “In ciò che vediamo, c’è più di quello che riusciamo a vedere solo con gli occhi?”.  E la risposta è sempre sì”. Però, e qui sta il punto, Morpheus poi spiega quale sarebbe la verità, la vera condizione in cui vive l’umanità senza accorgersene: la schiavitù. Cioè la realtà del mondo che ci circonda è pura illusione che serve a coprire la verità infernale in cui tutti viviamo. Neo quindi deve guidare alla ribellione i pochi illuminati che si accorgono dello scarto tra realtà e verità.

Mentre ieri sera rivedevo questa scena ho pensato che anche il cristianesimo, in effetti, concorda con la frase di Herny Miller, ma nel senso che quel “di più” che esiste e che non si coglie per intero con gli occhi, è davvero un “di più”, cioè una verità più grande, più bella, non più brutta, anzi terrificante come quella immaginata dagli sceneggiatori di Matrix.

Il film insomma esorta al lamento e alla ribellione, il Vangelo alla gioia contagiosa e alla contemplazione.

Infine: ho visto solo una volta Matrix, tanti anni fa, e non feci allora queste riflessioni (che ho fatto ieri), anche perchè lo trovai semplicemente brutto, irritante e confuso, specie nel finale che veramente mi sembrò sciatto. Il fatto che sia diventato un cult-movie (anche nel mondo culturale che si rifà al cristianesimo) mi ha sempre sorpreso e amareggiato.

andrea

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  1. Marco Marincola ha detto:

    Matrix è un film che fa astutamente leva su alcuni archetipi “spirituali”, ma trova il suo senso nell’essere “ipercoatto” (nel senso più bello e pieno del termine): situazioni, battute, effetti speciali, suggestioni grafiche, tutto è ipercoatto.
    Gli archetipi a cui fa riferimento acchiappano lo spettatore e fissano il film alla sua memoria e l’apparente semplicità con cui si susseguono le scene e le battute permette di citarle (sono sempre di grande effetto) e di farle entrare nell’immaginario collettivo.
    E’ questo un pregio o un difetto? Un pregio, dal momento che non necessariamente un film debba far pensare. Un difetto, dal momento che ha permesso al film per spacciarsi per qualcosa che non è e di conseguenza ingannare tante persone facendo pensare loro che un film di questo genere potesse essere profondo.
    Di certo però non è sciatto, nemmeno nel finale.

    Recentemente è uscito un film con aspetti che riportano a Matrix (molto blandamente, però) e con al suo interno una scelta simile (illusione o realtà), ma l’effetto è completamente diverso: sto parlando di Inception. Lì la scelta è fra un mondo di illusione e la realtà e… la realtà è più bella, e lo è per un semplice motivo: c’è la possibilità di avere a che fare con quello che è altro da sè, c’è la possibilità di un vero incontro.

  2. Damiano Garofalo ha detto:

    La verità putrida e terrificante è anch’essa una realtà più grande, che può portare alla contemplazione se recepita nel giusto modo. Matrix non esorta al lamento o alla ribellione, è una continua e insistente ricerca di una verità che vada oltre quella materiale (più grande certamente, ma più bella? Più brutta? Che importanza ha? E’ proprio questo il nodo del film)

    Il paragone tra Matrix e Inception è evidente, ma a favore del primo. Matrix è un film spirituale nella misura in cui pone il non detto, il mistero, l’inconoscibile alla sua vetta; Inception cerca di spiegare TROPPE cose rimanendo TROPPO ancorato alla psicanalisi spicciola per eunuchi (non che io sia uno psichiatra ma spiegare qualsiasi cosa vuol dire ammettere il proprio limite del non riuscire a spiegarlo attraverso le immagini e il non detto, e ho detto poco per un film).

    In questo senso, l’elaborazione del dramma di un individuo francamente mi interessa di meno in un film di fantascienza che fa dei godibilissimi effetti speciali il suo fulcro e niente più. E poi mi sono un po’ stufato dei film alla “Nunèveruncazzoooo!” che giustificano qualsiasi cosa col sogno, rigirando come un pedalino lo spettatore – e su questo Matrix è fin troppo chiaro e onesto.

    Matrix è un film nettamente più coraggioso perché pone la realtà su due piani diversi (materia/spirito); la ricerca di Inception invece si limita alla confusione dei piani sogno/realtà (ok, e allora? buon prodotto, divertente, ma con ZERO spiritualità e coinvolgimento emotivo)

    Gli altri due episodi sono molto peggio proprio perché portano all’estremo, fino alla completa giustificazione, la spiritualità del primo film. Cercano di spiegarla, dando un mucchio di risposte insoddisfacenti e ridicole, che rendono il tutto un’accozzaglia pop-newage…

  3. mario ha detto:

    Sorry Andrea, non ce l’ho fatta a venire. Ma si ha ragione Marco a dire che tra Matrix e Inception c’è una bella differenza. Ma Nolan è Nolan. Fa dei bellissimi blockbusters ultimamente anche se mi pare voglia ad ogni costo imbrigliare la storia con troppe spiegazioni (puoi consigliargli la lettura di M. Eliade no si sa mai che comprenda cos’è un simbolo!).
    Meglio scegliere il sogno, verrebbe da dire guardando all’oggi, perchè il reale ha un’ultimo grande svantaggio: nella realtà ti devi fidare di un altro e… non sai mai come va a finire perchè le cose non dipendono da te (e chi ha voglia di fidarsi oggi!). Però che libertà grande è quella di affidarsi ad un tu. Come ben ci ricorda il finale di Colazione da Tiffany o lo stesso Inception nella scena dello dogana all’aeroporto (ed io mi sarei fermato li, ma gli americani so americani che ce vojamo fa!). I sogni si tramutano in incubi spesso, la realtà se ti fidi sorpassa ogni sogno/incubo. Forse il rischio della fede è l’unica cosa vera, beh almeno è l’unica che vale la pena. Ricordi l’ultimo frammento di R. Carver che mi citi sempre?
    Ma il tema non era illuminare? Avevo pronti gli strampalati Jake ed Elwood con la mitica scena di: Sì! Sì! Gesù Cristo ha compiuto il miracolo! Ho visto la luce!
    Che vuoi sono rustico io.

  4. Gaspare ha detto:

    Dopo oltre 2000 anni, sostanzialmente nel mondo non è cambiato niente di niente, tranne che la vita virtuale basata su illusioni e pseudo immagini speranzose non produttive. Certamente il Progetto Cristiano ha avuto un grande successo per tutti coloro che hanno amministrato e gestito ricchezze di ogni genere raccolte e/o richieste ai creduloni di turno dei secoli trascorsi. Una semplice storiella basata sulla sacra famiglia composta dalla madonna, peppinello con il bambinello, il bue e l’asinello, ha dato frutti indicibili e incalcolabili, sino al punto di creare lo stato Vaticano più ricco del modo. A livello mondiale, gli effetti collaterali culturali, civili e sociali, sotto gli occhi di tutti, sono alquanto deludenti e devastanti, sino al punto di cancellare qualsiasi speranza.

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