Anfore

Sei tornato a casa con due vasi comperati all’edicola.
Sembrano anfore ma troncate dove più si distende il grano, il vino.

Sembrano le anfore dei quadri
che hai dipinto da ragazzo. In silenzio le hai posate
sul tavolo, con calma, sicurezza. Un gesto definitivo.
“Vado a dormire” hai detto.
E ho seguito la tua testa bianca sparire alla curva delle scale
presagio di quella curva del tempo
dove il tempo si distende e non c’è risacca, suono.

Solo il correre confuso di amore sulle rive.

(Ida Vallerugo)

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