Provocazione estiva

bel panoramaMa voi, d’estate, cosa fate?

Prima di dirvi cosa faccio io, voglio subito precisare che la domanda non è oziosa, “estiva” appunto, non è una curiosità da giornalista ma è invece un interrogativo molto serio, poiché ritengo che quello che si fa d’estate rivela molto della propria identità. L’otium rivela più del negotium. È proprio quando hai tempo “libero” che emergono i tuoi desideri, le tue passioni, ambizioni, sogni.. dunque, cosa combiniamo d’estate?

Io d’estate leggo e scrivo. Nelle altre stagioni dico di leggere e scrivere ma in realtà non riesco a farlo, quindi recupero d’estate. Ore e ore a leggere. Vedo che non sono il solo preso da questa passione estiva, siamo in tanti sotto l’ombrellone con i libri più disparati, tutti concentrati mentre il tempo passa, ecco l’aggettivo che cercavo: concentrati. L’estate come tempo della concentrazione, tutto l’anno sono decentrato, “esploso” e disperso in mille cose diverse (che però ruotano quasi tutte intorno ad un unico centro focale, quello del lavoro) e poi arriva l’estate e anche qui sono preso da mille cose ma è il centro focale ad essere diverso, non è il lavoro ma il mio cuore, non è più fuori ma dentro di me. Da una vita centrifuga ad una centripeta; il punto è che l’estate è un tempo estremo che ricorda alcuni luoghi estremi come il carcere, l’ospedale, luoghi in cui il tempo è dilatato e si vive essenzialmente della compagnia dell’amico più sconosciuto e inquietante, se stessi. È un tempo in cui alcuni si mettono addirittura a fare degli esercizi spirituali, forse la sfida più audace che oggi un uomo occidentale può affrontare. È un tempo, infine, in cui il grande mostro della noia approfitta del vuoto per emergere strisciante. Un tempo estremo quindi, che a volte fa anche paura: non è rassicurante rimanere a lungo da soli con se stessi. Però a fianco della noia, può emergere anche un’altra voce, una voce che non è la nostra (anche se è più “intima” di noi): l’estate come tempo della pro-vocazione. Il problema è che molte volte noi non ci conosciamo, leggiamo tanti libri ma il libro della propria vita è pieno di pagine bianche. L’estate è quel duro momento in cui possiamo, se lo vogliamo, mettere a fuoco e cominciare a leggere nel libro della nostra, vita, iniziare a decriptare i nostri desideri profondi e i nostri sogni confusi anche perchè aveva ragione Shakespeare ne La Tempesta: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”.

Leggi i 7 commenti a questo articolo
  1. Federico Platania ha detto:

    Anche io in estate leggo e scrivo più che negli altri periodi dell’anno. Quest’estate poi, con tanto tempo a disposizione e poca possibilità di muovermi, immagino che leggerò e scriverò ancora di più.

  2. Marilù Monda Misasi ha detto:

    lontananza da tutti coloro che vorrebbero utilizzare il periodo estivo per abbracciarti e migliorarsi e invece siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni.

  3. Subhaga Gaetano Failla ha detto:

    In epigrafe a “La cura” di H. Hesse c’è questa frase di Nietzsche: “L’ozio è il padre della psicologia”.

  4. viki ha detto:

    Di seguito propongo due frasi, che leggendole, hanno rafforzato in me il desiderio di continuare a sognare,

    Di Eleanor R. “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”
    Di Licia T. ” Abbi cari la tua visione e i tuoi sogni poichè sono i figli della tua anima; impronte indelebili del tuo successo finale.

  5. Lorenzo ha detto:

    D’estate metabolizzo cioè che è successo durante l’anno, mi piace sistemare le piccole cose che uno ha rimandato per mancanza di tempo, mi piace fare tutto con più calma. E cucinare! E ovviamente stare a mollo il più possibile al mare.

  6. Paola Padula ha detto:

    L’estate non voglio transennarla, in questo tempo della mia vita. La attendo e la recinto quando arriva per imprigionarla nel tempo altro, quello dell’infinito, e lo faccio da quando son piccolissima, come la maggior parte dei sognanti della terra.
    Ne sono stata sempre troppo troppo innamorata e, quindi, possessiva. Estate mia e non del cielo. Cattivo il cielo, se me la porta via così presto, sempre così presto. Questa volta, questa mia estate non è solo mia. E mi è più dolce e meno languida. Mi è più naturale. Mi è diventata spazio e non tempo. Prima era voracità, oggi è opportunità. Per abitarla con chi amo e ciò che amo, per non fare più la guerra al cielo. Anzi, lo abbraccio dall’azzurro e gli dico che i suoi doni in prestito sono il regalo più grande.

  7. DINI leonardo ha detto:

    faccio l’esatto opposto leggo e scrivo durante l’anno quotidianamente e d’estate faccio con umiltà quei lavori manuali operai o artigianali riordinare casa sistemare i mobili pulire le stanze verniciare etc….che d’inverno preso da politica e intellettualismi convegnisti non potrei mai fare.

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