Report Laboratorio O’Connor febbraio 2011

Proseguono gli incontri di lettura O’Connor in collaborazione con la libreria Feltrinelli-Galleria Sordi di Piazza Colonna a Roma. L’appuntamento del 21 febbraio ha riscosso un buon successo di presenze. Come spesso accade la saletta si riempie a poco a poco di un pubblico incuriosito, preparato, anche un po’ intimidito. Eppure, mentre sistemiamo le seggiole in cerchio, rivedo volti già conosciuti e capisco che, come per tutte le cose, ci vuole un po’ di tempo per entrare nel meccanismo, per avvicinarsi ai testi senza nessuna pretesa critica se non quella di lasciare la parola al testo stesso.

Anche in questa occasione l’incontro è interessante, denso: leggiamo 7 testi. Ancora una volta, i testi spalancano mondi, suscitano riflessioni, stuzzicano la curiosità.

Ecco le nostre letture:

Heinrich Böll, Opinioni di un clown, Einaudi Incomunicabilità o solitudine? Forse ci sono entrambi gli aspetti nelle pagine scelte. Un brano da un noto romanzo del Novecento, con un altrettanto noto protagonista ripiegato su di sé e sul proprio dolore. In due pagine una telefonata. La necessità di chiedere aiuto senza domandare, il bisogno di essere capito senza spiegare e la condivisione di valori importanti solo ed esclusivamente con uno sconosciuto.

Ruth Bebermeyer, Le parole sono finestre (oppure muri) Ancora il tema della comunicazione. In versi che nel pubblico hanno destato opinioni differenti. Poesia troppo spiegata o non-poesia. A volte quasi una preghiera. A volte un io che cerca disperatamente qualcuno a cui parlare, magari il lettore o un alter ego a cui rivolgere domande destinate a rimanere senza risposta. Le parole, lo strumento base della comunicazione (verbale) sono per l’autrice un’apertura verso il mondo, ma, al contempo, anche il suo opposto, una chiusura definitva e serrata: un muro, ossia l’incapacità di comunicare. (Ci sono cose che ho bisogno di dire,\ cose che per me significano tanto,\ se le mie parole non servono a chiarirle,\ mi aiuterai a liberarmi?). La comunicazione è libertà?

 Niccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, Mondadori Davvero poche righe, ma un’esplosione di immagini. La narrazione di un terribile martirio operato ai danni di una innocua tartaruga da parte di un protagonista che vede nell’animale il compagno di scuola tanto odiato. Nella violenza dei gesti si riflette un personaggio che si costruisce attraverso poche parole, la cui ripetizione sottolinea l’efferatezza del gesto (“Era stato come rompere un uovo di Pasqua”) e l’inconsapevole maturità del proprio pensiero (“Ecco, il Cazzone assomigliava da morire a quella tartaruga”).

 Shane Jones, Io sono Febbraio, Isbn Edizioni Due pagine di una guerra fantastica, di uno scontro collocato in un mondo senza tempo contro un avversario che incarna un tempo, una stagione. Contro Febbraio (un mese, una metafora, un uomo?) che diventa un nemico da combattere. Una scrittura misurata, a tratti perfetta, ma anche evocativa, che passa dalla fiaba alle immagini reali con grande abilità. Un testo difficile o solo lontano dagli schemi consueti?

Raymond Radiguet, Il diavolo in corpo, Feltrinelli Un brano provocatorio se si pensa al periodo in cui il libro fu pubblicato per la prima volta (1923) eppure moderno, attuale, contemporaneo. Ritorna il “bisogno” di comunicazione annegato nella trama di una storia personale ai limiti della decenza. Un brano denso, dove paura della quotidianità e riflessione personale compongono il groviglio interiore del protagonista.

Romain Gary, La vita davanti a sè, Neri Pozza Il dialogo fra un bambino e un adulto: un’amicizia fatta di parole semplici che guidano il bambino nella ricerca delle proprie origini e fanno del vecchio un punto di riferimento, un pozzo dove pescare ricordi che non si hanno, un esempio da imitare. Pur nello stile scarno emerge una dolcezza struggente.

 Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, Rizzoli Un lungo frammento da uno dei libri cult degli anni ’70. Con un argomento così intimo come lo stupore di fronte ad una maternità inaspettata e dolorosamente gestita, narrata attraverso un dialogo aperto madre-figlio in grembo. Si è parlato di luoghi comuni e di linguaggio scontato. Ma con più forza è emersa la tematica: sempre attuale.

La biblioteca dei Laboratori O’Connor è disponibile su aNobii.

Al prossimo incontro!

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  1. Tiziana Albanese ha detto:

    Peccato! Sono arrivata in ritardo e mi sono persa “Opinioni di un clown”, che è uno dei miei libri preferiti… è da due anni che cerco di trovare un brano di questo libro per un laboratorio, ma è davvero difficile scegliere perché adoro tutta il libro! Una lettura che consiglio caldamente a tutti.

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