Laboratorio O’Connor

Cos’è

È il laboratorio di lettura di BombaCarta. Nel tempo ha cambiato nome, rimanendo fedele allo spirito dell’associazione che muta e si adatta ai contesti.

Nato come laboratorio O’Connor (in omaggio alla scrittrice americana Flannery O’Connor che ha ispirato padre Antonio Spadaro cui si deve la creazione dello spazio creativo di BC e della sua “filosofia”) è diventato negli ultimi anni OpenLab (in considerazione dell’apertura a forme di letteratura non del tutto canoniche – film, fumetti, anime, manga – e delle dinamiche di relazione tutte nuove imposte anche dalla pandemia).

Di fatto, è e rimane un reading group, un laboratorio di lettura che da quest’anno torna al naming iniziale, ossia Lab O’Connor: è forte il bisogno di riandare alle radici pure del laboratorio per ritrovare la bellezza e l’essenzialità della lettura. Nel senso che questo laboratorio non vuole essere e non è una lezione su argomenti letterari né un incontro a tema su un determinato libro, ma un’occasione di confronto, libero e aperto a chiunque, sui testi, i veri protagonisti.

Parole chiave sono dunque confronto e incontro: ovvero occasioni per conoscere e far conoscere nuovi testi (romanzi, racconti, poesie, letterature), per incontrare persone appassionate della lettura e scambiare opinioni, impressioni, riflessioni di lettura e prospettive critiche.

Cosa e come si fa

Ogni partecipante ha una funzione attiva all’interno del laboratorio: porta un brano (non proprio) di narrativa o poesia, di due o tre pagine al massimo, con relative fotocopie del testo per gli altri (con il passaggio agli incontri “digitali”, occorre invece condividere un testo in formato word, pdf o simili). Durante l’incontro ciascuno legge il testo portato e lo commenta per non più di 5/6 minuti, per poi lasciare spazio alle reazioni degli altri. Per commento si intende la “presentazione” del motivo per cui è stato scelto quel testo, che deve rimanere anonimo (non si rivela né autore né titolo dell’opera da cui è tratto) e che non deve piacere per forza: può essere anche un testo “non amato”. Chi ha portato il testo perde il “diritto di replica” sui commenti altrui, commenti che di norma sono rapidi e legati all’impressione immediata dettata dal testo stesso.

Il metodo e perché un metodo

Il metodo usato nel lab permette una lettura immediata (nel vero senso della parola: senza mediazioni). Il fatto di essere costretti a considerare soltanto le pagine di testo che si hanno tra le mani (senza sapere nulla dell’opera da cui provengono né del suo autore) aiuta ad abbandonare tutte quelle infrastrutture con cui di solito siamo abituati a confrontarci nella lettura di un testo. A scuola ci hanno insegnato a studiare prima l’autore, l’epoca storica, il valore letterario di un’opera, facendoci dimenticare il piacere di una lettura diretta e appassionata (o, perché no, disgustata). Da adulti siamo costretti spesso a prendere le distanze da recensioni sui giornali, promozioni in libreria, copertine e titoli accattivanti, premi e riconoscimenti che riescono a farci sembrare appetibile qualunque autore (salvo poi cambiare idea non appena arrivati a pagina 30).

In questi incontri invece perdono importanza il contesto, l’autore, persino l’opera col suo valore più o meno letterario, la filosofia che l’ha ispirata e il numero di copie vendute, mentre conta soltanto il testo in sé, con ciò che suscita in chi lo legge.

Farsi “sorprendere” dal testo richiede una buona capacità di ascolto e di dialogo e, allo stesso tempo, consente a questa capacità di svilupparsi e affinarsi. Il poco tempo a disposizione annulla protagonismi e interpretazioni che soverchiano il testo, ma permette al testo stesso di esprimersi con tutta la sua nuda potenza, o vuota debolezza (ogni tanto accade). Nel momento in cui si discute un testo, colui che l’ha proposto, non avendo diritto di replica ai commenti fatti dagli altri, ha il vantaggio di poter “rileggere” con uno sguardo diverso il brano scelto.

Spesso accade che a dialogare tra loro siano i testi e non le persone che li hanno proposti: l’immagine che compare in un brano può ritornare in un altro con un significato o una forza espressiva diversa, due brani possono “parlare” della stessa cosa ma – messi a confronto – provocare reazioni completamente opposte. E confrontarsi su queste reazioni è decisamente stimolante.

Di fronte a un brano proposto, le domande sono soltanto due: queste pagine ci piacciono o no? E perché? Per rispondere non serve una particolare competenza o formazione. Al lab non si fa critica letteraria né analisi del testo. Si fa esperienza del testo, si sta sul testo, si guarda da vicino il testo e “si entra” nel testo. Basta farsi guidare dalle proprie reazioni (positive o negative che siano): provare a dire il perché di quelle reazioni e spiegarle ad altri è già di per sé un’esperienza ricchissima (nonché, molto spesso, divertente e appassionante).

Durante il laboratorio non serve scambiarsi erudite nozioni su un testo, o approfondimenti su autori, opere e correnti letterarie. Uno degli obiettivi di questi incontri è infatti proprio quello di uscirne “non sazi”: non ricchi di competenze, dati e date, idee sulla buona o cattiva scrittura, ma, al contrario, sollecitati da stimoli e provocazioni che fanno venire voglia di leggere ancora e saperne di più.

Il laboratorio nel suo contesto ideale non finisce nel tempo dell’incontro, ma essendo un momento di scambio continua a lavorare dentro: non solo fornisce l’opportunità di tornare sui testi, ma aiuta a stimolare sempre nuove impressioni, intuizioni, reazioni emotive e talvolta “epidermiche”.

Conta molto che un brano sia letto insieme e che anche solo una parola del testo possa agire su di noi, aprendoci a quel mondo. In fondo leggere significa raccogliere, scegliere: come a dire, un atto di libertà immenso!

Dove si fa

Gli incontri si tengono un giorno al mese dalle ore 19 su Zoom (per richiedere il link si può scrivere una mail all’indirizzo openlab.bombacarta@gmail).

Le date degli incontri vengono pubblicate nel BombaCalendario presente in home page.