Il sangue

Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua. Ci definisce, ci lega, ci maledice.

Dark Shadows, 2012
"Dracula con una sua vittima in cammino verso il suo castello", Marion Fernhout

Non credo che, pur provando, riuscirei a dare una definizione di “sangue” più esaustiva e allo stesso tempo concisa di questa – tratta dal film Dark Shadows, non a caso un film sui vampiri. Perché il sangue è effettivamente una componente del nostro corpo a cui sono stati attribuiti significati che toccano diverse sfere della nostra esistenza, dalla nostra identità, al fare parte di una comunità – che sia una famiglia o un gruppo etnico o una nazionalità – per arrivare ai significati più mistici

1. Un legame

Nello scrivere questo editoriale, la prima immagine a saltarmi alla mente è la brutale cascata di sangue che irrompe nei corridoi dell’Overlook Hotel in The Shining di Stanley Kubrick – tratto da un romanzo di Stephen King. Molte interpretazioni si sono date di questa visione del piccolo Danny, che, bloccato con i genitori in un’hotel isolato, sfrutta le sue capacità psichiche per sfuggire alla violenza che – percepisce – sta per esplodere. Il padre di Danny, Jack, sta sprofondando sempre più in una follia che lo porterà a voler uccidere la moglie e, soprattutto, il figlio – “sangue del suo sangue”. Quella di Jack è una volontà omicida che ci scuote non solo in sé stessa, ma perché ci sembra innaturale che un padre voglia fare del male a suo figlio. Se il legame di sangue genitori-figli ha nella nostra cultura un aspetto di sacralità, che questo venga tradito ci sconvolge.

2. Un patto

Se poi consideriamo il sangue come rappresentazione di un legame in senso più generico, esso è usato da secoli come una sorta di sigillo per ufficializzare patti, giuramenti, alleanze, anche in questo caso con una componente “sacra”. Un patto così siglato è – idealmente – un patto che non può essere infranto e, nell’eventualità che ciò accada, questo ha gravi conseguenze.

Un patto di questo tipo viene stretto, ad esempio, dai ragazzini protagonisti di IT, film tratto ancora una volta da un romanzo di Stephen King. Nella scena finale, i protagonisti, sopravvissuti ad un’ultimo scontro con il clown mostruoso, giurano che se It dovesse ripresentarsi, loro si riuniranno per combatterlo. Per siglare il patto, i ragazzi si procurano un taglio sulla mano, per poi formare un cerchio tenendosi, appunto, per mano, come a far fluire il proprio sangue in quello degli altri. Nel sequel di questo film, i ragazzi si troveranno, ormai adulti, a dover combattere ancora il mostro. Solo uno di loro viene meno alla promessa: pur di non tornare si uccide, forse anche per il senso di colpa di non riuscire – per paura di It – a tener fede al giuramento.

3. Un Sigillo

Se il patto tra i ragazzi di IT è una sorta di fratellanza, ci sono patti di sangue ben più immorali, come nel caso del Dottor Faustus di Marlowe, il quale per acquisire poteri sovrumani cede l’anima al diavolo:

Entra Mefistofele.

Dimmi, che dice il tuo signore Lucifero?

MEFISTOFELE Posso stare con Faust finché vive se compra il mio servizio con l’anima.

FAUST L’ho già perduta per averti.

MEFISTOFELE Ma ora devi farne un lascito formale e scrivere il contratto col tuo sangue. […] Ma dimmi, Faust, avrò la tua anima?

FAUST Sì, Mefistofele, è vostra.

MEFISTOFELE Allora coraggio, tagliati sul braccio e impegna l’anima, affinché un dato giorno Lucifero possa esigerla come propria. Poi sarai grande come Lucifero.

FAUST Guarda, per amor tuo Faust si è ferito e col suo sangue dice che la sua anima è del signore della notte eterna. Il sangue scende dal mio braccio. Sia propizio al mio sogno.

MEFISTOFELE Presto, scrivi la donazione.

FAUST Sì, ma il sangue si raggruma, non riesco a scrivere. […] Cosa vuol dire questo raggrumarsi del sangue? Non vuole che scriva questo patto? Perché non scorre e mi lascia scrivere? «Faust ti dà l’anima»: lì si è fermato. E perché non dovrei, non è mia l’anima?

Dottor Faustus, Christopher Marlowe

Questo brano ci chiarisce una sfumatura di significato in più nell’uso del sangue per siglare un’accordo, così prezioso da essere usato come sigillo: perché firmare col sangue equivale a dare in pegno la propria stessa anima. Per questo il sangue di Faust si raggruma e gli rende difficile scrivere il suo giuramento a Lucifero. La sua anima, manifestandosi in esso, si oppone all’essere ceduta.

4. Una metamorfosi

Se stabiliamo questo parallelismo tra sangue e anima, l’atto di “corrompere” il sangue di una persona – magari con un veleno contenuto in canini particolarmente aguzzi, sprigionato al momento del morso, preferibilmente sul collo della vittima – beh, equivale a corromperne l’anima. Questo è in effetti l’esito del morso del terribile Dracula, prototipo del vampiro moderno ideato da Bram Stoker:

Quando ancora una volta ha rimosso il cofano dalla bara di Lucy, tutti abbiamo guardato – Arthur tremante come una foglia – e abbiamo visto il corpo immobile in tutta la sua bellezza di morte. Ma non c’era ombra di amore nel mio cuore, ma solo ribrezzo per quella infida Cosa che aveva preso la forma di Lucy senza la sua anima. Ho visto che anche il volto di Arthur andava assumendo un’espressione più dura. A un certo punto, si è rivolto a Van Helsing e gli ha detto:

«È davvero il corpo di Lucy, o è solo un demone che ne ha preso la forma?».

“È il suo corpo, e anche no. Ma aspettate un momento, e la vedrete come essa era, e come è.

Essa sembrava, lì nella bara, un incubo di Lucy: i denti aguzzi, la bocca voluttuosa macchiata di sangue – che faceva rabbrividire al solo vederla – l’intera sua apparenza carnale, priva di spiritualità, simile a una diabolica irrisione della dolce purezza di Lucy.

Dracula, di Bram Stoker

Il vampiro, creatura demoniaca, provoca nelle vittime che sopravvivono ai suoi attacchi una metamorfosi fisica quanto spirituale, come succede alla giovane Lucy. Il fatto che il suo sangue sia stato “assaporato” – e dunque avvelenato – da Dracula, la rende una “Cosa” a sua volta assetata di sangue, che è il maggior sintomo della sua corruzione. Lucy ha ormai perso la sua anima e, svuotata del suo sangue, è divenuta una non-morta la cui sopravvivenza dipende dal sangue altrui. 

5. Un’identità

Se finora abbiamo preso in considerazione dei significati legati al sangue che hanno a che fare con concezioni arcaiche, con rituali, con aspetti esoterici, non dobbiamo dimenticare che il sangue gioca ancora un ruolo fondamentale in questioni assolutamente attuali. Un esempio è l’attribuzione della cittadinanza nel nostro paese basata sullo ius sanguinis: fondamentalmente, è cittadino italiano chi nasce da genitori italiani. Il sangue diviene criterio per stabilire l’appartenenza o meno ad un paese. Questo però non considera, ad esempio, l’essere nati in quel paese, seppur da genitori stranieri – ius soli – o l’averci vissuto per anni e frequentato le scuole – ius scholae/ius culturae.

Insomma, se il sangue è qualcosa che racchiude mille sfaccettature del nostro essere umani – o meno – concludo proprio così: Il sangue è vita! direbbe il Dracula di Bram Stoker, prima di succhiarcelo via tutto. E allora,  parliamo di vita… 

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