L’incontro-scontro tra mondi e uomini
«Il mio segreto è molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». A parlare è la volpe che si rivolge, ormai tutti lo sanno, al Piccolo Principe, l’immortale protagonista dell’omonima favola-romanzo inventata da Antoine De Saint-Exupéry nel 1943, un anno prima della scomparsa del giovane scrittore-aviatore. La battuta della volpe è infatti forse la più celebre di questo piccolo libretto che è diventato ben presto un best-seller, amatissimo da diverse generazioni di lettori e che ancora oggi si rivela una lettura inesauribile, come ogni “classico” che si rispetti: «Un classico è un libro che non ha smesso di dire quello che ha da dire», secondo la lezione di Italo Calvino.
Ma prima di vedere “cosa” ha da dire, vediamo “come” lo dice. “Il Piccolo Principe” ha una scrittura e un’atmosfera delicata, rarefatta, intima che finisce sempre per toccare il cuore del lettore; i suoi fan, milioni sparsi nel mondo, ne parlano con pudico entusiasmo, come di un tesoro prezioso. Difatti è un rapporto particolare quello che si instaura tra questo libro e il suo lettore, che non lo apprezza solo come testo letterario, ma lo interiorizza come parabola e messaggio sapienziale: ad esempio c’è un sito su internet dedicato a chi considera “Il piccolo principe” come “il libro più bello che abbia mai letto” e la “condizione” per accedervi è che la lettura del capolavoro di De Saint-Exupéry “vi abbia cambiato la vita”. Ora, è proprio di ogni grande testo letterario il “cambiare” il lettore, altrimenti la letteratura non avrebbe alcun senso, ma di fronte a opere come queste risulta evidente la forza d’impatto, a livello esistenziale, dell’esperienza della lettura. Le vicende del piccolo protagonista di questo “favoloso” racconto, fatte di avventure e disavventure un po’ sognanti e dolenti ma ricche di speranza e apertura al mistero, conducono il lettore “lontano, dentro se stessi” (per parafrasare il titolo di un’opera che Antonio Spadaro, gesuita e critico letterario, ha dedicato ad uno scrittore solo, apparentemente distante da De Saint-Exupery, Pier Vittorio Tondelli).
Articolo completo pubblicato su romasette.it
“L’essenziale è invisibile agli occhi” esplicita da sempre l’anima di tutto il libro, eppure a me pare che in parte lo penalizzi a discapito di altri passaggi altrettanto intensi. Uno di questi, e preludio alla nota citazione, è la richiesta così accorata nella sua sobrietà, della volpe al Principe: “addomesticami !”.
L’invito ha un singolare significato: condividimi, abituami a te e nel contempo modulati a me, al fine di recuperare in ciascuno lo spazio necessario ad ospitare l’altro, di scolorire ognuno i propri confini per farsi carico di un tu che diventa piano parte di sè: è l’incipit di ogni amicizia, il rituale di chi, ancora non lo sa, ma inizia a volere bene.
Angela