L’incontro-scontro tra mondi e uomini
Ma prima di vedere “cosa” ha da dire, vediamo “come” lo dice. “Il Piccolo Principe” ha una scrittura e un’atmosfera delicata, rarefatta, intima che finisce sempre per toccare il cuore del lettore; i suoi fan, milioni sparsi nel mondo, ne parlano con pudico entusiasmo, come di un tesoro prezioso. Difatti è un rapporto particolare quello che si instaura tra questo libro e il suo lettore, che non lo apprezza solo come testo letterario, ma lo interiorizza come parabola e messaggio sapienziale: ad esempio c’è un sito su internet dedicato a chi considera “Il piccolo principe” come “il libro più bello che abbia mai letto” e la “condizione” per accedervi è che la lettura del capolavoro di De Saint-Exupéry “vi abbia cambiato la vita”. Ora, è proprio di ogni grande testo letterario il “cambiare” il lettore, altrimenti la letteratura non avrebbe alcun senso, ma di fronte a opere come queste risulta evidente la forza d’impatto, a livello esistenziale, dell’esperienza della lettura. Le vicende del piccolo protagonista di questo “favoloso” racconto, fatte di avventure e disavventure un po’ sognanti e dolenti ma ricche di speranza e apertura al mistero, conducono il lettore “lontano, dentro se stessi” (per parafrasare il titolo di un’opera che Antonio Spadaro, gesuita e critico letterario, ha dedicato ad uno scrittore solo, apparentemente distante da De Saint-Exupery, Pier Vittorio Tondelli).
Articolo completo pubblicato su romasette.it
“L’essenziale è invisibile agli occhi” esplicita da sempre l’anima di tutto il libro, eppure a me pare che in parte lo penalizzi a discapito di altri passaggi altrettanto intensi. Uno di questi, e preludio alla nota citazione, è la richiesta così accorata nella sua sobrietà, della volpe al Principe: “addomesticami !”.
L’invito ha un singolare significato: condividimi, abituami a te e nel contempo modulati a me, al fine di recuperare in ciascuno lo spazio necessario ad ospitare l’altro, di scolorire ognuno i propri confini per farsi carico di un tu che diventa piano parte di sè: è l’incipit di ogni amicizia, il rituale di chi, ancora non lo sa, ma inizia a volere bene.
Angela