Su “100 chiodi”

Legittima difesa di un lettore.

Ermanno Olmi

Ermanno Olmi

100 chiodi“, l’ultimo lavoro di Ermanno Olmi, è il film-testamento con il quale il maestro si congeda dal suo pubblico per dedicarsi ad altro (documentari, sembra).

La storia è quella di un professore (Raz Degan) che abbandona i libri per incontrare l’uomo, la natura e la felicità. Il film, tra dialoghi pilotati per dare ragione alla tesi dell’autore, frasi altisonanti e momenti ispirati nella descrizione di momenti di vita “agreste” non mi ha entusiasmato, ma non è di questo che mi preme.
Tra i temi principali del film, se non in principale, c’è un violento attacco alla “cultura”. Più precisamente: un violento attacco ai “libri”. I lunghi 100 chiodi del titolo, con una immagine che vorrebbe possedere chissà quale potenza, letteralmente inchiodano al pavimento 100 pregiati volumi antichi.

Riporto, per rendere meglio l’idea, tre frasi pronunciate dal protagonista, un messianico Raz Degan:

“Lei ha amato i libri più degli uomini e i libri possono servire qualsiasi padrone”.
“C’è più verità in una carezza che in tutte le pagine di questi libri”.
“Un caffè preso con un amico vale di più di tutti i libri del mondo”.

Insomma, il film è – tra le altre cose – un invito ad abbandonare la “sapienza” incarnata dai libri a favore dell’esperienza, rappresentata dal ritorno ad una vita semplice in contatto con la natura.

Non ci sto.

Polemicamente potrei dire che il mezzo di Olmi contraddice il messaggio. Perchè inchiodare 100 libri e non 100 film? Perchè non inchiodare “100 chiodi” per primo? Perché Olmi ha creato un prodotto culturale (il film) invece di andare in riva al fiume a pescare? Ma la cosa che più preme è sostenere che il nodo che Olmi intende sciogliere, non esiste. Il libro, nella mia vita, non è alternativo all’esperienza. Leggere un libro è un’esperienza, un esperienza che – come tutte le esperienze della vita – mi cambia a contribuisce a rendermi quello che sono. Di più: mi permette di entrare più a fondo nell’esperienza della mia vita.

Leggere (ma anche vedere un film) significa dunque entrare con «fede» in un mondo diverso rispetto al nostro per comprendere a fondo il senso della nostra vita” (SPADARO S.I., «La fantasia: evasione o visione?», in La Civiltà Cattolica 2005 AII 28-39).

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  1. saverio simonelli ha detto:

    Lucidissimo, maurizio, come al solito. Mi sembra anche un pescare qualunquistico in una posizione che aveva senso forse agli esordi del romanticismo…ma anche lì in fondo leggevano e scrivevano molto…

  2. Maria Iaria ha detto:

    Avete presente la scena in cui, ne La meglio gioventù, la madre comincia a gettare i libri del figlio a terra, con rabbia e disperazione? Mi ha commosso molto vederla e mi commuove sempre ricordarla. E’ forte e vera perché c’è dietro una storia, e quella storia fa venire voglia anche a me di gettare quei libri, e mi fa chiedere se non debba ogni tanto mettere da parte i miei. Non ho visto il film di Olmi, spero di farlo: per me tra “vita” e “libri” c’è lo stesso rapporto che deve esserci tra “parola” e “silenzio”, tra “mondo” e “casa”, in altre parole tra “comunicazione” e “introspezione”. Mi sono entrambi assolutamente necessari. Il difficile è trovare un equilibrio.

  3. Tita ha detto:

    L’errore è nel voler contrapporre una realtà all’altra, l’esperienza personale e la lettura.

    Che sono due realtà che servono l’una all’altra, fanno parte entrambe della vita dell’uomo, come si legge nella Storia Infinita: Bastiano capisce meglio la sua storia entrando a far parte della storia narrata nel libro ma poi deve uscirne e tornare ad affrontare i problemi di sempre, certo con nuova consapevolezza e decisione che gli derivano dalla particolare lettura-avventura vissuta.

    Dice bene Maria: la difficoltà sta nel saper trovare un giusto equilibrio.

  4. giovanni ha detto:

    ma perchè prendere tanto sul serio..si pala di una storia di una persona no di un concetto vero e proprio, il messaggio in fondo
    non è cosi complicato o contro la cultura o la chesa,è un film e non certamente un manifesto politico o ideologico, e solo la vicenda di una persona che forse si è troppo stancato di fare l’intelettuale e cerca di cambiare vita di uscire da un certo giro di elit, scoprendo i valori della semplicità con il contatto della natura,no penso che olmi possa scagliarsi contro la cultura,e lo ha anche detto alla tv è sempre stato sempre un amante della vita semplice come ha dimostrato nei suoi precedenti film,forse perchè ne trae, da persona saggia qual’è, tutti i lati positivi, tra cui la vera religiosità. grandissimo Olmi!!!!come sempre

  5. Mau ha detto:

    giovanni,
    secondo me “100 chiodi” è un film manifesto, un film che vuole veicolare un messaggio preciso è lo fa in maniera pure abbastanza rozza. La storia è uno strumento per veicolare un concetto e questo secondo me è, essenzialmente, il difetto del film. Se leggi quelche intervista recente, Olmi lo conferma.

  6. giovanni ha detto:

    mi piacerebbe sapere il messaggio che secondo te esprime se non non posso rispondere
    secondo mè il messaggio più forte è quello che la saggezza è un dono di Dio non c’è libro che te la possa dare se no sarebbe semplice, uno va in libreria….o si laurea nella più prestigiosa faccoltà…
    Gesù ci ha insegnato che non è così, lui stesso è stato rifiutato dai dotti, e ci dice che la grandezza di Dio non si scopre nei libri ma bisogna cercarla nel cuore e nel rapporto con gli uomini la natura e il creato craato
    quei chiodi ficcati nella sapinza degli uomini a mè sembrano un riscatto di Gesù visto che da essa è stato inchiodato.
    comunque ciò non toglie che si può essere dotti e anche saggi

  7. giovy ha detto:

    è il solito moralismo da due soldi……è sempre un incolpare Dio per il male del mondo quando lo stesso male non è colpa di Dio ma dell’uomo; lo stesso S.Paolo affermava che voleva fare il bene ma era incline al male…..E’un film molto provocatorio la realtà è ben altra cosa e poi scusate a voi non vi capita di salutare o essere gentili con le persone che incontrate per strada,nel quotidiano?C’era bisogno di 100 chiodi?un omaggio ai libri e non perdete mai di vista che sono scritti da uomini quindi…prendete il buono che fa bene a voi.Un abbraccio Giò

  8. giovanni ha detto:

    caro Giovy…. Olmi non ha incolpato nessun Dio mi sà che non hai visto il film o mi sbaglio ? è comunque un film e non un trattato di chissà che scienza…attenzione così si rischia da vittima di diventare carnefici….e provocatori…

  9. claudio ha detto:

    Il film mi e’ piaciuto…e poi si possono aprire discussioni e confronti..
    Secondo me la “sapienza” inchiodata e’ quella contenuta soprattutto nei libri di teologia…scritti con parametri e definizioni umane sull’argomento Dio che, appunto in quanto tale, sfugge ad ogni nostra misura e catalogazione..quindi dissertazioni inutili…e che spesso sono state dannose in quanto usate per emarginare popoli o per giustificare crociate in nome della “vera fede”, guerre e caccia alle streghe….

  10. Elena ha detto:

    Bellissimo post di Maurizio!
    Il problema non sono i libri, i film o quant’altro. Il problema e’ quello dell’uomo moderno sprofondato nel proprio se’, alineato dal MONDO, e dedito a fare carne di porco con qualsiasi prodotto che non sia il produttore, cioe’ se stesso; un uomo…quindi Olmi incluso… incapace di un incontro con un ALTRO… che ogni libro e’.

  11. giovanni ha detto:

    grazie Claudio mi hai tolto le parole di bocca…..non cercate Dio nei libri lui stà con tutti, ma predilige gli ultimi, è lì che si trova.

  12. anonimo ha detto:

    altro che sonnifaro:ho dormito benissimo!

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