Nell'incessante movimento del mare

Nel monologo Il nostro bisogno di consolazione lo scrittore svedese Stig Dagermann appare di una lucidità assoluta: «il bisogno di consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto». Nelle pagine migliori di Dagermann il senso di privazione è però sempre il calco vuoto di uno struggente, e a volte impetuoso, desiderio di qualcosa di più grande, di una forma di consolazione, appunto: «Posso per esempio camminare sulla spiaggia e all’improvviso sentire la spaventosa sfida dell’eternità alla mia esistenza nell’incessante movimento del mare e nell’inarrestabile fuga del vento».

Ecco, dunque, la descrizione di una esperienza di estrema semplicità e immediatezza, forse non pienamente consapevole, ma certamente intensa, vivace. Il poeta si trova sulla spiaggia e, camminando, improvvisamente viene colto dall’intuizione dell’eternità che gli si manifesta grazie al mare e al vento e al loro movimento incessante. La realtà sensibile rinvia all’intuizione di una dimensione ulteriore, tanto non immediatamente evidente quanto penetrante e fondamentale.

E viene in mente la domanda di Leopardi, che in Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima si chiede: «Natura umana, or come, /se frale in tutto e vile, / se polve ed ombra sei, tant’alto senti?» Nonostante la natura umana sia consapevole della sua fragilità, avverte tant’alto. Nelle domande impegnative c’è sempre il segno di una grandezza. E la nostra riflessione è già potentemente sollecitata da domande forti: che cosa significa essere un uomo «consolato»?

In che cosa consiste la «sfida dell’eternità» all’esistenza umana? Che cosa risponde a ciò che voglio da questa vita, e anzi che cosa c’è alla radice stessa del desiderio? Che cosa mi può far felice?

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  1. Maurizio ha detto:

    ok, ecco un bel compito per l’estate

  2. d3nisa ha detto:

    That article complete the theme of “the travel”(Il viaggio”? The poetry is a travel sometimes.

  3. carlo ha detto:

    Questo articolo è stupendo!
    Consigliate qualche romanzo di Dagermann? Ce ne sono alcuni in cui viene messa a tema cio che racconti in questo articolo?

    Grazie,

    Ciao
    C.

  4. Tommy ha detto:

    Consolato sarebbe dunque colui che ha scoperto alture altre e lontane da quelli che il mondo definisce bisogni – fama, danaro, look, prestigio ecc – e che a lungo andare si rivelano, a chi cerca incessantemente la ragione – anche una sola ! – per cui vive, zavorre che tarpano l’unica ala “verso una meta vertiginosa”. Una meta che, scollata da dimensioni spazio/tempo, ha il gusto dell’eternità.

    Solo il consolato può di consolare, ricco di una ricchezza che il mondo sconosce o, peggio, bolla come povertà.

    Nonostante “le ricadute nella disperazione saranno molte e profonde” solo il consolato sa che l’alba torna sempre a farsi attesa … di lei ricominci a gustarne l’umiltà, quella vera, che non è senso di pochezza, ma la consapevolezza di un poco che ti fa ricca. E della tua nudità sorride la terra che ti aiuta di nuovo a sorridere.

  5. tita ha detto:

    La domanda di Leopardi mi ricorda quella di Ungaretti:

    Chiuso tra cose mortali,
    anche il cielo stellato finirà,
    perché bramo Dio?
    (E di questa poesia che mi pare abbia il titolo Dannazione, esiste anche una variante in cui, eliminato il punto interrogativo, la domanda diventa un’affermazione)

    Quanto alla consolazione, sento un essere umano consolato come uno che ha sperimentato anche una sola volta la Speranza che non delude, uno che ha visto come il Giuseppe biblico, e può quindi dare testimonianza personale, che c’è un’altra lettura della storia, che coesiste con la prima come l’altra faccia di una stessa medaglia:
    Non abbiate paura, dice Giuseppe ai fratelli terrorizzati. Voi mi avete venduto agli Egiziani, ma Dio mi ha mandato a preparare la salvezza per voi e per tutto il popolo.

  6. Nerina ha detto:

    La felicità non dipende da quello che mi succede…ma dal modo di stare al mondo, dalla speranza, dalla gioia di vivere. Perchè vivere è comunque un regalo e si perde troppo tempo spaventati dalla morte o protesi tra futuro e passato. Come l’Angelus Novus bisogna lasciarsi sospingere dal vento…e non stare a guardare sempre alle nostre spalle e come esseri umani occorre dare il permesso a noi stessi di vivere questo intenso presente.
    Che bello il presente, non è vero?
    baci e saluti a tutti
    nerina

  7. Costanza ha detto:

    Felice è forse colui che si accosta alla bellezza con quel poco di timore che gli resta e intravede uno scorcio di mondo un po’ più lontano, ascolta parole che suonano musica, quella che, egli bramando, comprende. Quiete gentile, quell’attimo lo accoglie tutto intero e può ricominciare a vivere, ancora una volta vinto da uno stupore.

    buona estate!
    Costanza

  8. silvia lo iacono ha detto:

    La serena consapevolezza che siamo un “dettaglio della Creazione” aiuta ad avvertire i confini del proprio Io che tende a straripare. Ognuno con il suo bagaglio di conoscenza,affetti,paure,momenti felici e non, condotte encomiabili o debrecabili viaggiamo, lo stesso motivo del viaggio è proprio IL VIAGGIARE.
    S’incontrano genti, luoghi, emozioni;s’incontra la Bellezza in un amore,la Grazia in un gesto,la Speranza in Dio o nella limpidezza di uno sguardo. Sono attimi che ci sottraggono alla sterilità del tempo e dei suoi conteggi: minuti,ore,anni. Come elementi della Natura,la Natura componiamo, in una dimensione adimensionale in cui ogni singolo Niente compone il Tutto .

  9. silvia lo iacono ha detto:

    La serena consapevolezza che siamo un “dettaglio della Creazione” aiuta ad avvertire i confini del proprio Io che tende a straripare. Ognuno con il suo bagaglio di conoscenza,affetti,paure,momenti felici e non, condotte encomiabili o debrecabili viaggiamo, lo stesso motivo del viaggio è proprio IL VIAGGIARE.
    S’incontrano genti, luoghi, emozioni;s’incontra la Bellezza in un amore,la Grazia in un gesto,la Speranza in Dio o nella limpidezza di uno sguardo. Sono attimi che ci sottraggono alla sterilità del tempo e dei suoi conteggi: minuti,ore,anni. Come elementi della Natura,la Natura componiamo, in una dimensione adimensionale in cui ogni singolo Niente compone il Tutto .

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