Voci nere con a solo
Le voci nere vanno ascoltate quando risuonano, come Lucia di Lammermoor?
Quando le palpebre tingono di nero lo sguardo che può concentrarsi dentro: nel nero? Oppure…dal nero?
Nero e bianco: assenza di segnale e compresenza di tutti i segnali. Ambiguità strutturale o feconda opposizione? Cosmica o umana? Cosmica ed umana?
Come districarsi quando la trasposizione è insita nel cuore della persona? Quando gli accidenti della vita sono gelati in noi fin dall’infanzia e formano la nera barriera dell’inconscio?
Voci nere…
Una palude nell’intrico delle foglie e delle radici non conosce l’acqua limpida, trasparente, il suo fondale è nero, limaccioso, fangoso, inquietante.
Fiorisce però.
Quel buio, quel nero opprimente e desolante, è grembo fecondo per il loto che si apre al sole quando spunta, ma che richiude i suoi petali e custodisce la sua vita nel proprio nero primigenio, sfidando il nero cosmico quando si avvicina ed incombe la tenebra serale.
Il ponte fra cielo e terra così è individuato dai buddisti nel loto: pienezza di appagamento, simbolo perfetto del cuore umano, ricco potenziale inesplorato di spiritualità perfetta.
Percorso del sole, percorso di vita. Dalla tenebra del nero alla luce del sole.
Nel medioevo impera l’alchimia, scienza o magia nera? o magia bianca, scienza occulta e, perciò stesso, nera e tenebrosa, con tutta la sua suggestione e provocazione all’intelligenza umana. Alchimia che conosce la nigrido (il sole nero) e l’albedo. L’apprendista, un giovane Nigrido, che segue il Maestro Paracelo, ormai luce o materia quasi putrefatta, nelle sue esplorazioni senza fine della Prima Materia: solve et coagula.
Alchimia quale percorso di trasformazione interiore, non solo come tentativo inesausto ma fallimentare della pietra filosofale.
Depressione, melanconia ma anche elevazione e gioia: la trasformazione interiore, la sublimazione di C. Jung.
Solo fra questi due estremi si possono individuare i multi colores, quella splendida cauda pavonis che non può non attrarre…
Il volto marmoreo del titano del Giorno nella cappella medicea di S. Lorenzo a Firenze oscurato e ombreggiato dal suo stesso braccio, nel suo volto non finito che porta in se stesso l’ombra della Notte cui è contrapposto. Un volto marmoreo bianco che espande ombra nera.
I surrealisti descritti e capitanati da A. Breton fanno esperienza di una notte divorante e palpitante di vita, solcata da sprazzi che la lacerano:
Lo spirito si convince a poco a poco della realtà suprema di quelle immagini […] Prende coscienza delle distese illimitate in cui si manifestano i suoi desideri, dove il pro e il contro si riducono continuamente, dove la sua oscurità non lo tradisce. Va, portato da quelle immagini che lo rapiscono, che gli lasciano appena il tempo di soffiare sul fuoco delle sue dita. É la più bella delle notti, la notte dei lampi; il giorno, accanto ad essa, è notte.
L’incisore ben lo sa e lo tocca con mano in ogni opera, nella linea dell’esperire quotidiano gli è esplicito e comprovato: il nero produce il bianco, l’ombra gioca come l’acido sul rame.
Ed una ghiandaia dalle ali nero azzurre solca il silenzio e con la sua voce richiama…
Ravenna nello scintillio delle tessere che vestono sontuosamente la parete nuda e le consegnano una vicenda umana che vuole rimanere, permanere nella storia. Colori e luminosità. Nessuna tessera è inutile o spoglia.
Prova togliere le tessere nere… cadrai nell’informe, i volti diventeranno tratti indecifrabili…
Il nero che delimita, perimetra e consente di far affiorare.
A solo
Il tohuwabohu primordiale, il caos informe, in cui il Cristo è sceso e si è inabissato scendendo nella tomba. Dall’avvolgimento di tenebre prorompe la Luce del mattino di Pasqua.
Il nero del sepolcro scavato nella roccia e reso impenetrabile dalla pesante pietra, per noi latini Santo Sepolcro ma pur sempre sepolcro di morte, per i greci è tutto Luce perché Anastasis, Risurrezione.
Dal nero la Luce.
La redazione e Cristiana Dobner sono stati eccezionali. Un contributo intenso e vibrante. Il chiaroscuro, la materia da accrescere o scavare lungo i perimetri (questo è il problema). Narciso e Boccadoro (Spirito e Materia),
l’essenza umana è affascinante. Voci nere… un “a solo”
sempre indimenticabile.