Il bivio
Al centro della scena siede Eracle, nudo e pensieroso, il peso del corpo sostenuto in parte dalla clava, in parte dalle rocce sottostanti. Ai suoi lati si trovano due donne, a rappresentazione della Virtù e della Felicità – o della Voluttà, a seconda delle interpretazioni – che mostrano al giovane eroe i due possibili sentieri lungo cui indirizzare la propria esistenza. Il percorso tracciato dalla Felicità è una selva rigogliosa e pianeggiante, dove tra i fiori colorati si trovano carte da gioco, strumenti musicali, spartiti e maschere teatrali: simboli di attività piacevoli, ma al contempo vacue e ingannevoli. Al contrario, il cammino della Virtù è un impervio sentiero di montagna, che conduce tuttavia a un premio finale, rappresentato da Pegaso, il mitologico cavallo alato.
Il dipinto di Annibale Carracci raffigura un celebre episodio della giovinezza di Eracle, narrato da Senofonte nei Memorabilia, ed attribuito al filosofo e retore Prodico. Nel racconto si intrecciano il senso greco del destino e la filosofia che ruota intorno ai principi etici. Il destino si presenta in tutta la sua contraddittorietà: per un verso, le strade di Eracle sono già tracciate, senza possibilità di deviazione alcuna; per altro verso, assume rilevanza la capacità di discernimento del soggetto, ponendo al centro dell’episodio il momento della scelta. Eracle predilige la via ardua ma virtuosa, così come Achille sceglierà un’esistenza breve e gloriosa a una lunga e priva di onore.
Ma loro erano eroi e avevano chiaro il risultato delle proprie azioni. Chi deve orientarsi nelle scelte della vita quotidiana, al contrario, non può avere un’immediata (pre)visione degli esiti di una scelta e conoscere ex ante, e con precisione, quali rinunce dovrà sopportare e quali premi otterrà alla fine del percorso. I bivi dell’esistenza sono sentieri che si smarriscono nella nebbia e le decisioni cui siamo chiamati nascondono inevitabili imprevisti.
Per di più, fuori da una logica binaria, i bivi si fanno spesso crocevia, le direzioni si moltiplicano e così le scelte. Le decisioni da assumere non sono, come per Eracle e Achille, risoluzioni definitive da assumere una tantum, ma portano sovente ad altre scelte a queste connesse. A volte possono rappresentare decisioni rivoluzionarie e radicali, come le pillole che Morfeus pone davanti al volto di Neo, in Matrix. Più spesso si tratta di scelte sottili, quasi invisibili e inconsapevoli, che compiamo ogni giorno nei confronti nostri e degli altri.
Orientarsi nel mondo significa soprattutto orientarsi di fronte a dei bivi. Con la consapevolezza che, una volta scelta la strada, tornare indietro sarà spesso impossibile.