[Report] Officina di gennaio 2025

Caratteristica prima di ciò che è invisibile risiede nella capacità di potersi dire esistente nonostante si ponga fuori dalla portata dello sguardo. In tal senso, il segreto – argomento di questa Officina – risiede pienamente nella categoria propria dell’invisibilità. Un fatto segreto è certamente un fatto esistente, nonostante non sia propriamente visibile da chi è tenuto all’oscuro, e anzi proprio nel momento in cui acquista visibilità cessa di esistere come fatto segreto per assumere la nuova veste di fatto noto.
Durante l’Officina abbiamo affrontato il tema del segreto secondo molteplici prospettive, collezionando differenti tipologie di segreto, di indagine e di rivelazione.
Valerio
La presenza di segreti è spesso motore delle narrazioni. Sono innumerevoli infatti le storie che si sviluppano intorno alla presenza di un fatto segreto, agli sforzi per mantenerlo celato o a quelli compiuti per rivelarlo. Talvolta tutta l’opera ruota intorno a un elemento segreto (es. La lettera rubata di Edgar Allan Poe), talvolta è utilizzato come espediente anche meta-letterario per pubblicizzare un prodotto (es. la famosa domanda “chi ha ucciso Laura Palmer” che lanciava Twin Peaks), talvolta è la “casella vuota” di Deleuze (un trucco per smuovere gli eventi, come per la valigetta di Pulp Fiction, il cui effettivo contenuto è, per lo spettatore, irrilevante). Talvolta il segreto unisce chi lo custodisce e talvolta divide, come nel finale de Il Padrino.
E può anche capitare che il segreto tanto decantato invece non esista, come quel personaggio di Campanile, don Alessio Ecclesiastico che, nel libro In campagna è un’altra cosa, fingeva di avere numerose storie oscure e segrete dietro la propria esistenza e invece, quando era chiamato a raccontarle, puntualmente le rubava ad altri.
Il segreto di una vita può essere oggetto di una ricerca: è il caso dell’inchiesta che muove tutto Quarto potere. Charles Foster Kane, politico ed editore, muore pronunciando una parola misteriosa: Rosabella. A cosa si riferisce? Un giornalista si propone di scoprirlo e così intervista le numerose figure che hanno accompagnato l’esistenza di Kane, senza tuttavia riuscire a risolvere il mistero. Il segreto dietro al nome Rosabella è da trovare, infatti, fuori dalla pubblica biografia di Kane, attenendo piuttosto alla sua sfera più intima e privata.
Il segreto assume anche questa accezione; lontano dal significato più immediato di “scheletro nell’armadio”, il segreto di un individuo è anche la propria dimensione più intima, più vera. Cosa avrà visto, ad esempio, la figlia della signora Ansonia Feathers in William Munny, il protagonista del film Gli spietati? Nessuno può realmente saperlo: si tratta del segreto (o del mistero) di una coppia, invisibile a tutti gli altri.
Ma allora come è possibile penetrare il segreto di un individuo, inteso come la sua parte recondita e spesso più luminosa? Facile: con le lenti della curiosità, come ci insegna Ted Lasso.
Greta
La natura è il regno dei segreti per chi si inoltra nei suoi sentieri. Qui spesso il confine tra segreto e mistero è sottile e per ogni cosa nascosta che viene svelata l’uomo trova sempre qualcos’altro che non riesce a comprendere. Ma da dove viene questa spinta a cercare i segreti della natura?
Il mito di Prometeo, che Platone ci racconta in Protagora, sembra volerci dire che è parte della natura umana, quasi un bisogno intrinseco:
Ci fu un tempo in cui esistevano gli dei, ma non le stirpi mortali. Quando giunse anche per queste il momento fatale della nascita, gli dei le plasmarono nel cuore della terra, mescolando terra, fuoco e tutto ciò che si amalgama con terra e fuoco. Quando le stirpi mortali stavano per venire alla luce, gli dei ordinarono a Prometeo e a Epimeteo di dare con misura e distribuire in modo opportuno a ciascuno le facoltà naturali. Epimeteo chiese a Prometeo di poter fare da solo la distribuzione: “Dopo che avrò distribuito – disse – tu controllerai”.
Così, persuaso Prometeo, iniziò a distribuire. Nella distribuzione, ad alcuni dava forza senza velocità, mentre donava velocità ai più deboli; alcuni forniva di armi, mentre per altri, privi di difese naturali, escogitava diversi espedienti per la sopravvivenza.Ma Epimeteo non si rivelò bravo fino in fondo: senza accorgersene aveva consumato tutte le facoltà per gli esseri privi di ragione.
Il genere umano era rimasto dunque senza mezzi, e lui non sapeva cosa fare. In quel momento giunse Prometeo per controllare la distribuzione, e vide gli altri esseri viventi forniti di tutto il necessario, mentre l’uomo era nudo, scalzo, privo di giaciglio e di armi. Intanto era giunto il giorno fatale, in cui anche l’uomo doveva venire alla luce. Allora Prometeo, non sapendo quale mezzo di salvezza procurare all’uomo, rubò a Efesto e ad Atena la perizia tecnica, insieme al fuoco – infatti era impossibile per chiunque ottenerla o usarla senza fuoco – e li donò all’uomo. All’uomo fu concessa in tal modo la perizia tecnica necessaria per la vita. […] Entrò di nascosto nella casa comune di Atena ed Efesto, rubò la scienza del fuoco di Efesto e la perizia tecnica di Atena e le donò all’uomo. Da questo dono derivò all’uomo abbondanza di risorse per la vita, ma in seguito la pena del furto colpì Prometeo.Allorché l’uomo divenne partecipe della sorte divina, in primo luogo, per la parentela con gli dei, unico fra gli esseri viventi, cominciò a credere in loro, e innalzò altari e statue di dei. Poi subito, attraverso la tecnica, articolò la voce con parole, e inventò case, vestiti, calzari, giacigli e l’agricoltura.
Aristotele, parlando nella Metafisica del perché l’uomo fa filosofia (la prima forma di indagine verso ciò che è ignoto all’uomo), usa una parola molto particolare: la meraviglia.
Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo.
Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.
E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. È evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; […] questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.
Per questo, anche, a ragione si potrebbe pensare che il possesso di essa non sia proprio dell’uomo; infatti, per molti aspetti la natura degli uomini è schiava, e perciò Simonide dice che “Dio solo può avere un tale privilegio” e che non è conveniente che l’uomo ricerchi se non una scienza a lui adeguata. E se i poeti dicessero il vero, e se la divinità fosse veramente invidiosa, è logico che se ne dovrebbero vedere gli effetti soprattutto in questo caso, e che dovrebbero essere sventurati tutti quelli che eccellono nel sapere.
In realtà, non è possibile che la divinità sia invidiosa, ma, come afferma il proverbio, i poeti dicono molte bugie; né bisogna pensare che esista altra scienza più degna di onore […] Tutte le altre scienze saranno più necessarie di questa, ma nessuna sarà superiore.
La meraviglia ci rende curiosi e ci avvicina ai segreti. Forse, sembra dirci Aristotele, ci avvicina anche un po’ al divino e, quindi, al mistero.
Valeria
I segreti possono venir rivelati in diversi modi e per diversi motivi. A volte in senso totale e in altre solo parzialmente. Quest’ultimo è il caso nel film Luca in cui i protagonisti nascondono la loro vera natura di mostri marini.
Alberto decide di rivelare il loro segreto, ma Luca, voltandogli le spalle, tiene stretto il proprio, rivelando così solo parte della realtà.
Nella seguente scena tratta dalla serie anime Death Note, il protagonista rivela all’amico/antagonista “L” la verità (il fatto che è lui l’assassino che L cercava di catturare) solo per poter compiacersi della propria vittoria e tornare subito dopo a celare la verità a tutti gli altri.
Una diversa rivelazione accade invece nel musical Hamilton.
Per disarmare i propri oppositori è Hamilton stesso a rivelare il proprio segreto. Tutta la verità viene alla luce, ma a quale costo?
Dante
Che rapporto c’è fra segreto e potere? E al converso, che rapporto c’è fra diffusione dei segreti e crisi del potere e dunque, all’estremo, fra rivelazione e guerra civile?
Le storie di Erodoto e le cronache di Tacito ci interrogano sulla radice “segreta” del potere. Il re medo Deioce fonda il suo potere centralizzato sul nascondimento della sua identità e della sua stessa natura umana. Scrive Erodoto:
Terminati tutti i lavori, Deioce istituì per primo il seguente cerimoniale: nessuno poteva avere accesso al re, ma si doveva comunicare con lui sempre tramite messaggeri; il re non poteva essere visto da
nessuno; inoltre per chiunque era indecoroso ridere e sputare in sua presenza.
Si circondò di una simile solennità per evitare che i suoi coetanei, che erano cresciuti insieme a lui, appartenevano a famiglie non meno nobili e non gli erano inferiori per valore, provassero rancore nel vederlo e cospirassero contro di lui; pensava che invece, non vedendolo, l’avrebbero considerato un essere diverso da loro.
In senso diametralmente opposto, Tacito racconta la guerra civile che segue la fine ingloriosa di Nerone, con cui si erano “vulgati” gli arcana imperii:
era adesso consapevolezza diffusa un principio del potere finora segreto, che si potesse divenire imperatori anche al di fuori di Roma.
Cecilia
Non tutti i segreti meritano di essere mantenuti. Non è raro vergognarsi o addirittura essere spaventati da una parte di sé che gli altri sarebbero disposti ad accettare e che magari potrebbe anche rivelarsi utile, a patto che non si cerchi di sopprimerla per mantenere le apparenze e e per soddisfare standard troppo alti.
Questo è ciò che succede alla principessa Elsa del film d’animazione Frozen della Disney, convinta di dover “celare, domare, non mostrare” il suo potere di generare il ghiaccio per non apparire come un mostro. Quando il segreto verrà rivelato Elsa si renderà conto di non riuscire più a controllare il suo potere e condannerà il regno di Arendelle a un inverno perenne, che cesserà solo quando la principessa, con l’aiuto della sorella Anna, riuscirà ad accettare e a essere orgogliosa della propria natura.
Il gentiluomo protagonista del romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson afferma:
E davvero il mio peggior difetto era una certa impaziente vivacità di temperamento, che può aver fatto la felicità di molti, ma che trovavo difficile conciliare col desiderio irresistibile di andare a testa alta e di tenere un comportamento estremamente austero di fronte alla gente. Di qui ebbe origine l’abitudine a celare i miei piaceri, cosicché, quando raggiunsi l’età della riflessione e cominciai a guardarmi intorno per rendermi conto dei progressi fatti e della mia posizione nel mondo, mi trovai già coinvolto in una radicata doppiezza di vita.
Il dottor Jekyll per nascondere alla giudicante società vittoriana un segreto che in effetti non esiste e che non avrebbe bisogno di essere tale crea come è noto il malvagio alter ego Hyde, che lo porterà alla rovina.
Po, il protagonista di Kung Fu Panda, capisce appena in tempo alla fine del film d’animazione che per rendere “qualcosa speciale basta credere che sia speciale” e che per questo motivo la Pergamena del Drago, l’oggetto magico che contiene il segreto del guerriero dragone e che l’antagonista Tai Lung vorrebbe conquistare, è in bianco.
L’importanza che diamo alle informazioni che sono a nostro avviso da tenere nascoste rende il segreto tale, nel bene e nel male. Nell’episodio di Doctor Who The Beast Below gli abitanti di una navicella spaziale sfuggita alla distruzione della Terra sono costretti a guardare un video che contiene l’oscuro segreto dell’astronave e poi possono scegliere di dimenticarlo. Decidere di ricordare il segreto potrebbe mettere a rischio la loro sopravvivenza, ma è solo quando il Dottore, Amy e la regina sono in grado di scoprire e ricordare quale sia il dilemma morale che permette la vita sulla navicella che diventa possibile trovare una soluzione al problema.
Infine nella serie di Netflix Lucifer il diabolico protagonista dice sempre la verità e non avere nessun segreto, rivelando a tutti i suoi amici e nemici umani anche la sua natura soprannaturale. Tuttavia, nessuno crede davvero che lui sia il diavolo e così il segreto, nascosto in bella vista, viene mantenuto. Alla fine della quarta stagione, però, veniamo a sapere che c’è qualcosa che non ha mai detto e che ha negato perfino a se stesso e allo spettatore. Il vero, oscuro segreto di Lucifer non ha nulla di ultraterreno, magico o fantastico, ma è piuttosto psicologico: il protagonista nel profondo si detesta e crede di essere malvagio. Ammetterlo, però, gli permetterà di sbloccare la sua esistenza.