Guillemots
Guillemots, Through the Windowpane
Visto che il Mercury Music Prize, il premio più prestigioso del panorama musicale inglese, consiste in una vincita in denaro, sarebbero bastati solo un po’ più di decenza ed un minimo di coraggio ad assegnare il riconoscimento ad una delle più preziose sorprese del 2006 piuttosto che agli Arctic Monkeys, che di quei soldi davvero non sanno che fare dall’alto delle classifiche di mezza Europa. I Guillemots, nome controverso del rock britannico – urie in italiano, cioè animali simili ad uccelli marini – gruppo composto da musicisti che vengono da un po’ ovunque, con il loro disco d’esordio hanno sorpreso molti. Mentre la scena musicale inglese di recente sembra si sia un po’ persa nell’auto-celebrazione, Through the Windowpane, questo è il titolo del disco, tenta (e per la sua quasi totale durata ci riesce) di spogliarsi di ogni posa e di ogni sofisticazione di cui siamo assuefatti ormai da lungo tempo.
Il disco inizia con “Little Bear”, una ballata che ci introduce in un universo dilatato dove ogni strumento – anche il silenzio – è parte di questo viaggio emozionale nel quale la voce di Fyfe Dangerfield funge da fedele accompagnatore. Subito dopo i singoli che hanno dato visibilità ai Guillemots, “Made Up Love Song #43”, “Trains to Brazil” e, più avanti, “We’re Here”, sono canzoni elaborate eppure tremendamente pop, un perfetto incontro tra energia ed eleganza. Ma, il punto centrale del disco è la title-track, con il suo incipit singolare, inserita tra due veri e propri gioielli d’arte contemporanea come “Come Away with Me” e “If the World Ends”. Passando attraverso brani di assoluta bellezza si accede al gran finale: con “Sao Paolo” i Guillemots dimostrano di essere il sangue fresco nelle vene atrofizzate della musica inglese: quasi dodici minuti di pura intensità musicale, un’apoteosi Pollockiana nello spazio tra un auricolare e l’altro della cuffia.
I Guillemots, purtroppo, hanno appena annullato il tour italiano che li avrebbe portati persino all’Auditorium di Roma con la promessa che i concerti sono solo posticipati a febbraio con un liveset arricchito da nuovi brani. Nel frattempo nel loro sito (www.guillemots.com, uno dei siti musicali più curati e degno d’attenzione – ci si può ascoltare il vento…), è apparso un invito della band diretto ai fans che volessero scrivere la storia di un video per i brani di un EP precedentemente pubblicato da un’etichetta quasi fantasma (la loro!), ed ora in fase di ristampa grazie alla nomination al Mercury: un’operazione interessante dato che la maggior parte dei gruppi spesso rinnega – a ragione – i propri primi passi nel mondo musicale. Il vincitore non vincerà soldi (era solo una nomination…) ma la possibilità di seguire la realizzazione del video affianco ad un regista affermato. Tra l’altro i brani che si possono ascoltare online per un’eventuale ispirazione, mostrano un lato della band che si discosta molto, in alcuni episodi, dal loro esordio discografico. Alcuni sentono la necessità di condividere il proprio passato prima di evolvere…
Bella musica quella de i Guillemots!
La musica dei Guillemots è bella e divertente e Fyfe è un vero e proprio figaccione! ( Ho visto una fotografia di lui a torso nudo…)