Sodastream

Sodastream, Teatro Sanzio, Urbino, 10 dicembre 2006

Dieci anni di musica insieme, quattro album, un live ed una manciata di ep, hanno suonato in giro per il mondo tutto questo tempo e a loro dire il teatro di Urbino che li ospita per questa tappa italiana è lo spazio più bello nel quale abbiano mai suonato. È difficile pensare quanto siano stati tenaci i Sodastream, duo australiano originario di Melbourne, in questi anni sempre più difficili per la musica internazionale. E loro lo sanno bene, visto che è anche attraverso la vendita diretta dei loro cd alla fine dei concerti che si sorregge finanziariamente il loro progetto. I Sodastream sono l’esempio vivente di come il discorso economico sia centrale nell’attività artistica di un individuo e di come questo si rifletta nel panorama musicale internazionale. L’unico modo per loro di uscire dall’anonimato fu quello di essere inclusi quasi per caso, o comunque senza la loro consapevolezza, nel movimento (mio Dio, parlare di movimenti nella musica indie…) New Acoustic di qualche anno fa che gettò una luce nell’oscuro che li aveva avvolti scandalosamente fino a quel momento. Ma a loro, Karl Smith e Pete Cohen, poco sembra interessare ciò che succede intorno: sul palco, fedeli i loro strumenti, dieci corde in tutto (una chitarra e un contrabbasso per la maggior parte del tempo), li attendono oggi come dieci anni fa.

Le loro malinconiche melodie assieme all’incontro delle due voci sono da sempre i protagonisti della loro avventura, e null’altro sembra intaccare il loro disegno artistico: se l’industria musicale è stata incapace di soffocarlo – cos’altro potrebbe? Reservations, il loro ultimo album non osa contraddire la precedente produzione, dal vivo i toni sembrano più scuri ma tendenzialmente i Sodastream sono quello che sono e ogni tentativo di fuga equivarrebbe ad un tradimento. Non si può però negare che gli strumenti presenti su cd avrebbero davvero funzionato dal vivo e avrebbero mantenuto l’attenzione del pubblico più alta visto il rischio dispersione che, anche in un teatro piccolo come quello di Urbino, è proprio dietro l’angolo. La chitarra acustica si perde quando è puro accompagnamento ed un brano che nasce arricchito di fiati si svuota inesorabilmente dal vivo. Questo è, come ben sappiamo, il primo risultato della mancanza di fondi nella musica indipendente (vedi sopra): Springsteen porta sul palco 17 musicisti in giro per l’Europa e i Sodastream sono costretti a negoziare sul prezzo delle camere d’albergo. Madonna riempie l’Olimpico a 85 euro a persona, e il teatro di Urbino questa sera è semivuoto malgrado gli immensi sforzi degli organizzatori di simili eventi. Ma i Sodastream sono contenti di quanta gente sia lì per loro e si divertono ad autografare i cd che hanno appena venduto.

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  1. andrea branco ha detto:

    Grazie. li sentii suonare ad una trasmissione anni fa (Roxy Bar? non ricordo, ahiahi) e mi avevano incuriosito…ma non ne avevo più sentito parlare…grazie.

  2. beatrice ha detto:

    noto con rammarico che questo sito dedica poco spazio alla musica, in fondo anch’ essa ,insieme alla letteratura e all’ arte,rappresenta un mezzo di espressione

  3. Cristiano Maria Gaston ha detto:

    Beh, però stiamo cominciando!

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