Giallo
L’altro giorno parlavo con un’amica. Indossava un maglione rosso e una sciarpetta gialla. Stava benissimo. Tra l’altro è bionda e la sua carnagione chiara. Dopo qualche minuto però c’era qualcosa che non andava, ma non capivo bene che cosa. Non riuscivo a guardarla bene in viso. Poi le ho detto: per piacere, puoi toglierti la sciarpetta? Appena tolta, il suo sguardo riappariva nella sua accessibilità umana. La “colpa” era del giallo. Il giallo le donava, la rendeva migliore, ma anche più distante, meno visibile, sebbene più brillante. L’occhio, alla fine, si affaticava. Il rosso, tra l’altro, esaltava il giallo dandogli una connotazione calda. Però il giallo accendeva il rosso. Era troppo per una conversazione rilassata. Era come se avessi bisogno di un po’ di marrone, ma non riuscivo a trovarlo.
Il giallo dunque riscalda ed esalta, ma anche rende distante, accecante. Le icone orientali con il loro fondo oro spesso rendono eterno un mistero storico. Prendono una scena del Vangelo o una rappresentazione sacra e la proiettano in una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo. Così molti mosaici di stile bizantino. Il giallo riflette la luce e così gli oggetti perdono la loro pesantezza e dunque anche la loro realtà concreta. E la realtà meno è pesante meno è sostenibile. Il giallo alleggerisce e sottrae profondità. E in questo senso dunque è superficiale, fa rimbalzare lo sguardo e lo proietta in una dimensione che, se non fosse quella eterna, sarebbe quella dell’irrealtà, del luccichìo. Il giallo impone ai colori a cui è accostato una scelta: o l’eternità o l’irrealtà.
Ma il giallo è anche una forma coagulata di luce: essa può illuminare ma anche abbagliare. Trabocca, è incontenibile, tende a invadere il campo, a irraggiarsi, tende ad eternizzare, specialmnete se è giallo-oro. L’aureola posta dietro un volto umano lo proietta nella santità; la qualifica di “gold” data a una carta di credito la rende d’élite, superiore; e così via. Ma proprio perchè tende all’eterno, tende anche a rendere concreto l’assoluto, a renderlo pur sempre visibile in colore. In questo senso, dunque, il giallo sembra costituire un passaggio necessario perchè l’assoluto diventi concreto e viceversa.
O può essere un richiamo ad altro, l’invito a un salto, come ne I limoni di Montale:
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.
Ma esiste anche il giallo-verde. E già a pensarlo ecco apparire le connotazioni più “malate” e sulfuree del giallo. Se Cristo è oro, Lucifero è zolfo: entrambi gialli. Invidia, bile, astio, asprezza, acidità: tutto ciò può essere giallo. D’altra parte il giallo-rosso, cioè l’arancio è, al contrario, il colore di un’estatica gioia di vivere, di un dinamismo caldo e di una energia gioiosa.
Ecco che si comprende come il giallo sia una tavolozza in se stesso. Prende senso dagli accostamenti, ma ancor più dalle commistioni fino a cambiare del tutto di significato: dall’eternità (oro) all’asprezza astiosa (verde), alla gioiosa accoglienza (rosso). Ci richiama dunque all’importanza del contesto, a non essere mai troppo sicuri di se stessi intesi come entità autonome. Come i personaggi di un romanzo, che senza relazioni e sfondi restano muti. Come ciascuno di noi, del resto.
Talvolta accade che non penso, scivola il “precipitato chimico” del giallo sulla tela. Si emoziona poi stride o avvampa, alla fine mi appare come perfettamente bilanciato al suo sfondo. Primo piano/ Sfondo, come lo desideravo, come se lo sapesse. Ho tentato di lavorare a complesse geometrie, ma no, non funzionava.. il disegno geometrico impallidiva e poi scompariva del tutto, mediocre, tristemente mediocre… non funzionava neanche a pensarci troppo…poi ho lasciato la mano e la mente finalmente libere. Mi è sembrato di volare..il giallo decideva di essere angelo lucente o zolfo discendente. I colori si innamoravano continuamente e scivolavano l’uno sull’altro.
E sono io. Sono felice di aver trovato semplicemente il mio punto di congiunzione. La natura è perfetta siamo noi a confonderci, a volte è anche bello confondersi. Concludendo..è vero, si sente quando stona qualcosa.
M.
La riflessione di Antonio mi ha fatto pensare a una bellissima poesia di Bartolo Cattaffi che si intitola “Nell’abbraccio” e che vi trascrivo di seguito. Qui il giallo-eternità è quello della linea dell’equatore che tutti noi abbiamo visto e seguito con stupore, almeno una volta nella vita, lungo la rotondità di un mappamondo. L’equatore abbraccia la terra nella sua massima ampiezza come gli “inchiostri annaspanti” delle nostre espressioni poetiche che, in fondo, sono il tentativo di raggiungere/svelare ciò che di eterno vive in noi e tra noi e tutto il mondo creato.
Schizzati fuori dalle loro tane
si spandono nell’aria
nell’acqua del mondo
sul tepore della terra al sole
inchiostri annaspanti
cercano di formare
una salda cintura un equatore
nell’abbraccio del mondo.
(Bartolo Cattafi)
Si, è forse il più “disarmante” fra tutti i colori. Forte e deciso, ma condizionato da quello vicino. Giunta alla fine di questo editoriale… mi soffermo sulle parole “sfondo”, “relazioni” e ne sono quasi convinta: il colore dell’umanità è il giallo. Io mi sento più rossa, il sangue che scorre nelle nostre vene è rosso, ma ognuno di noi, senza il resto del mondo, non sarebbe che piccolo, infinitamente, più di un granello di sabbia.
Codice: Amor Puro= Giallo Angelo Lucente/ ascendente
Cinismo= Giallo zolfo/ discendente
QUELLI CHE NON LO SANNO
Si, arriveranno
quelli che non lo sanno
e ti diranno
del tempo
per far
crescere
l’amore.
Si, arriveranno
quelli che non lo sanno
saranno amici, mercanti
e genitori,
e ti diranno
dei trucchi
dell’amore.
Si, arriveranno
quelli che non lo sanno
e ti indicheranno
le frasi
dell’amore.
Si-si-si arriveranno
con le maschere stolte
e improvviseranno
i ricordi del tuo cuore
Tu non creder loro
non creder mai
che il tempo possa
determinar l’amore.
Tu sarai forte se
ascoltando del loro
dolore non crederai
ai modi, ai modi
dell’amore.
Arriveranno senza
calore e con tono cinico
rideranno delle conquiste
dell’amore,
volgari e curiosi noteranno
i mali dell’amore.
Arriveranno sopra di te
uccidendo i tuo sogni
da veri lacchè..
Arriveranno sempre.
Inevitabilmente…
quelli che non lo sanno
e perderai il
…senso dell’amore.
Non ascoltare mai
quelli che non lo sanno
e bacia le mani
all’angelo
dell’amore.
Arriveranno
quelli che non lo sanno…
M.
(Della raccolta L’Angelo che beveva alle Black fontains”
di Marica Recchiuti
Lettura in tema: «Gli amori gialli» di Tristan Corbiere. Facilmente recuperabile l’oscar mondadoriano, ma raccomando anche la selezione curata da Pasquale Di Palmo (Morticini per ridere e altre poesie da Gli amori gialli, Via del Vento, 1999).
Dirò una cosa stupida, ma questo riquadro giallo che Antonio ha messo come immagine ha una sua certa potenza… Eppure e’ solo un quadrato giallo… :-)
che dire bombacarta non sapevo neanche che esistesse, forse è il risultato di un bisogno soffocato che è nato con me o forse è colpa di mia madre che tenutami in pancia per nove mesi mi ha trasmesso il senso del nulla il senso che se non ti guardi intorno sei in balia degli eventi come una foglia staccata dal ramo prima del tempo rimani a terra a guardare i tuoi simili che si illudono di essere più vicini di te al cosmo sicuri che il loro ramo li sosterrà ignari del caos che li circonda e incapaci di comunicare con chi guarda lo stesso cosmo da una distanza diversa dalla loro. Parlo naturalmente per quello che sono una foglia staccata dal ramo ed in procinto di un viaggio prima degli altri
Il giallo assieme al verde sono al centro della banda di frequenze del visibile all’occhio umano. Il giallo e il verde sono i colori piu’ riposanti per l’occhio. Diverso se vado verso il rosso, tutto diventa caldo e i confini si confondono per diventare un tutt’uno col rosso che diventa sempre piu’ scuro fino al nero. Diverso se vado verso il vuioletto che diventa fastidioso, che se chiudo gli occhi mi fa vedere gli abbagli, che mi trapana l’occhio, che nel buio diventa un puntino e alla fine se mi sposto un po’ in la’ diventa tutto nero.
Nel giallo e nel verde mi muovo come se fossi nel mio acquario, senza stancarmi, senza sorprese.
Chris Martin dei Coldplay, in un brano noto e di elegante semplicità, chiama “gialli” i suoi gesti nei confronti della donna amata e “gialla” è la donna stessa.
Me ne sono ricordata subito: “yellow” mi sono detta.
Il giallo mi piace: è la luce forte, disturbante anche, ma piena, satura. E’ il desiderio nel momento del suo accendersi: accecante, assolato… giallo.