Intervista a Claudio Piersanti
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Ci ha accolto nella sua casa romana, un piccolo rifugio affacciato su Trastevere dove la scrittura si fonde con la riflessione e il silenzio. Claudio Piersanti ha parlato dei suoi libri e della totale incapacità umana di star bene in solitudine.
È su questo concetto che lo abbiamo interrogato e ascoltato: per Piersanti il suo Enrico, protagonista del romanzo Il ritorno a casa di Enrico Metz, è un uomo che sceglie di stare da solo, di ritornare ad apprezzare la quotidianità, di lasciarsi affascinare da gesti semplici e umili.
Solitudine non significa chiudersi in se stessi e allontanarsi dal mondo, come avviene, invece, per il personaggio di Luisa e il silenzio. Essere solitari, apprezzare la propria compagnia, non significa soffrire.
Claudio Piersanti è nato in Abruzzo nel 1954. Laureatosi in Filosofia a Bologna, attualmente vive tra Roma e le Marche. A lungo giornalista scientifico, è anche autore di sceneggiature cimematografiche (ha lavorato soprattutto con Carlo Mazzacurati) e di un libro a fumetti,Stigmate, scritto con Lorenzo Mattotti.
È autore di una raccolta di racconti e di numerosi romanzi tra cui L’amore degli adulti, Luisa e il silenzio, Charles, L’appeso, Gli sguardi cattivi della gente e Il ritorno a casa di Enrico Metz. Con quest’ultima storia ha vinto il “Premio Campiello 2006”, il “Premio Napoli 2006”, il “Premio Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa 2006” e il “Premio Frontino Montefeltro 2006”.
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