70 volte Bob

Il prossimo 24 maggio il signor Robert Allen Zimmerman di Duluth (Minnesota) compirà 70 anni. Su Bob Dylan sono state dette tante cose. C’è chi ha messo in luce le sue radici poetiche, Rimbaud e Whitman in primis (il titolo del suo ultimo album, Together Trough Life, è tratto da un verso di zio Walt), chi quelle ebraiche (togliere la Bibbia dalle liriche di Dylan equivale ad annichilirle), chi la forza dirompente dei suoi versi nei primi anni ’60 (Allen Ginsberg disse “ha messo la poesia nel juke-box”), chi il ruolo di guida (“Dylan mostra la strada”, John Lennon), chi ha sottolineato la sua contraddittorietà, le tante maschere che sembra di continuo indossare, chi la sua capacità di convivere con il proprio ingombrante mito. Nel giorno del suo 70° compleanno anche BombaCarta vuole raccontare un po’ questo strano tipo, tra Chaplin, James Dean e Woody Allen, un dinosauro del rock ancora giovane e sempre “on stage” da cui tutti hanno attinto, da Springsteen fino a Luciano Ligabue (che lo ha definito “lo zio di tutti”).

Se ne parlerà al pub GP2 a Roma, un locale intitolato a Giovanni Paolo II, il Papa che divenne per una sera (il 30 settembre 1997) un improvvisato ed acuto “esegeta” della più famosa canzone di Dylan, Blowin’ in the wind affermando che quel vento in cui soffia la risposta è lo Spirito. Ecco forse Dylan è un uomo delle domande (che costellano i suoi versi) più che delle risposte, come scrive Silvano Fausti: “Amo le persone che fanno domande e non hanno risposte sempre pronte“. La risposta di Dylan, come quella che ha incontrato il profeta Elia sul monte Oreb, soffia nel mormorio di un vento sottile. Ci lasceremo agitare dal dolce vento del buon vecchio Bob, tutti insieme, soffiando sulle sue 70 candeline il prossimo 24 maggio, segnatevi la data.

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