“Domani è un altro giorno”
di Valeria Sommese - pubblicato il 6 Febbraio 2020
«Prima infatti le stirpi degli uomini abitavano la terra del tutto al riparo dal dolore, lontano dalla dura fatica, lontano dalle crudeli malattie che recano all’uomo la morte (rapidamente nel dolore gli uomini avvizziscono). Ma la donna di sua mano sollevò il grande coperchio dell’orcio e tutto disperse, procurando agli uomini sciagure luttuose. Sola lì rimase Speranza nella casa infrangibile, dentro, al di sotto del bordo dell’orcio»
I miti greci sull’origine del mondo ci raccontano di un tempo in cui gli uomini vivevano felici, senza conoscere sofferenza né morte.
Questo finché Pandora non aprì il vaso che racchiudeva tutti i mali del mondo, più la speranza.
Ma perché la speranza insieme ai mali?
Si può pensare che in un mondo in cui non sia mai esistito alcun male, la speranza non abbia ragione di esistere. Si spera in un giorno migliore, o che i giorni belli non passino. Ma se viviamo in un mondo dove i giorni sono solo felici ed eterni, allora in cosa si dovrebbe sperare?
Sulla base di questi ragionamenti possiamo ipotizzare che sia per tale motivo che la speranza si trovava insieme agli altri mali nel vaso. Solo quando fosse apparso il dolore, allora la speranza sarebbe esistita e ci avrebbe portati a sospirare: «domani è un altro giorno».
La citazione scelta per questa Officina viene pronunciata da Rossella O’Hara nel celebre film Via col vento. La protagonista si consola e spera di poter affrontare i problemi e le tristezze di oggi domani. Spera che nel domani le cose siano diverse e che possa riuscire a convincere Rhett a ritornare da lei. Domani è visto come un tempo in cui tutto ciò che non è possibile oggi, potrebbe invece avverarsi.
Ma la speranza come la descrive Mathilda, la protagonista dell’omonimo romanzo di Mary Shelley, è simile a una bolla di sapone: bellissima ma estremamente fragile.
“Egli non immaginava che io non sarei mai più ridiventata una di quelle persone sorridenti che inseguono le bolle di sapone, che svaniscono nell’aria appena raggiunte, e poi ne inseguono un’altra dai colori più vivaci. Anche la mia speranza si era rivelata una bolla di sapone, ma era stata così bella, così splendente, che, dopo, nessun’altra mi avrebbe potuto attrarre a lei, e inoltre ero stanca di darle la caccia, e mi sentivo vicino alla morte per la fatica.”
Quando si perde la speranza la frase «Domani è un altro giorno» assume tutt’altro significato. Domani non è più una possibilità in positivo, ma può ora prendere diverse forme. O come un continuo ripetersi del sempre uguale. Una routine infinita in cui nulla peggiora e nulla migliora. Un ripetersi degli stessi avvenimenti che ci domandare se stiamo davvero vivendo. Una situazione molto reale, che il film Ricomincio da capo porta all’estremo, cercando di sdrammatizzarne gli effetti.
O anche come un’incognita sempre in negativo, vivendo la propria vita secondo la legge di Murphy “se una cosa può andar male, andrà male”. Una visione del domani, che ci spaventa al punto da cercare di prevederlo, attraverso pianificazioni e schemi.
Con scarsi risultati, poiché non possiamo calcolare ogni possibilità od ogni imprevisto. Il Domani rimane per noi un’incognita, che sia positiva o negativa.
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