Rispondere
È in corso una telefonata. Pronto! Chi? / Mi ripeta. Ma in che lingua ha parlato? No, non è lei, non è la persona che vogliamo che risponda. Non è la persona che aspettavamo ci rispondesse. Quante volte ci è accaduto? Almeno qualche volta. Abbiamo sbagliato numero. L’automatismo, quello per cui al nostro “Pronto” risponde un “Ciao” ben noto, è infranto in questi versi di Luciano Luisi. Ed è così che ci rendiamo conto del valore di una risposta: quando riceviamo una risposta sbagliata.
E il poeta telefona e telefona ancora. Ed io, come smarrito, dubitandone, mi dico forse mi sono inventato un nome che volevo rispondesse al volto che ho tanto sognato. Non si capisce se la persona che lui sta cercando esista davvero o se non sia tutto un miraggio, un’ipotesi, la proiezione di un desiderio struggente che non può avere risposta: Al telefono l’amata non risponde. Se qualcuno risponde non è lei. Rifaccio il numero, provo per la millesima volta a chiamare il tuo nome nel vuoto, ma sono troppo stanco per insistere e troppo per pensare.
E allora il poeta si spoglia, si infila nel letto, si copre fino agli occhi per essere libero di immaginare la donna che non c’è: e così / – libero d’inventarti – ti continuo a cercare.
E così la voce del nostro desiderio spesso si accontenta di tacere sotto le coperte, soffocata e al buio. E a volte essa conduce persino a una ricerca senza senso nel posto sbagliato: ti cerco dove non sei sapendo di non trovarti. / (come sognando si voltano al canto delle sirene a lungo i marinai.) / Perché tu solo in questo esisti: nel mio cercarti. Perché la donna esiste davvero solo nel suo cercare. È qui il grande inganno: nell’amare una ricerca che ama se stessa, priva di vera attesa. La vita è ricerca solamente se attende una risposta che non è la proiezione dei propri desideri. E ci vuole tanta pazienza, tanta attesa lungimirante per non lasciarsi anestetizzare dai sogni, dalle pure utopie.
Quanto è diverso quando capita di sentire la risposta di una voce che scalda il cuore e illumina la mente, la voce giusta, quella che risponde alle nostre attese. Allora entriamo in un gioco per cui tutta la nostra vita diventa risposta attiva a quella voce. E anche se è la nostra voce a parlare, a cercare il contatto, a dire “pronto”, in realtà questa voce è la risposta necessaria a una chiamata silenziosa che ci risveglia dal sonno.
La riposta che non arriva mai…genera un’attesa che a volte è dolorosa perchè l’indifferenza altrui fa più male dell’affronto.
“Io forse insegno a tollerare, a chiedere
Ciò che illumina
Più nel chiederlo che nella risposta.
Tu forse insegni perché una risposta
Hai generato in te.”
Sono alcuni versi dell’”Ecloga IX” di Andrea Zanzotto, che mi sono tornati alla mente dopo aver letto l’editoriale sul verbo “rispondere”. Mi hanno sempre affascinato, perché incentrati sulla dialettica chiedere/ rispondere che, credo, mette in luce la natura tutta interlocutoria del verbo “rispondere”, la cui efficacia risiede nel saper adeguarsi e ribattere alla sfida posta dal “chiedere”. I due verbi delimitano il campo della scommessa del sapere e pretendono che due alterità sappiano incrociarsi, confrontarsi e, a volte, giustapporsi. In questo gioco di diversi, che si interrogano, possono trovarsi di fronte persone, che nel chiedere rivelano la loro umanità e nel rispondere provano a offrire certezze, perché, come suggerisce Zanzotto, hanno già generato una risposta in sé. Ma sia nel chiedere che nell’offrire una risposta, ciò che deve illuminare la parola è sempre la spinta alla tolleranza, all’accettazione razionale ed emotiva dell’altro, senza la quale ogni atto interlocutorio si dissolve.
A Luciano Luisi è dedicata la LETTERA in VERSI n. 29. Basta scorrere il menù a sinistra, cliccare su LETTERA in VERSI, scorrere i vari numeri e aprire quello a lui dedicato per sapere qualcosa di più e leggere testi e giudizi critici su questo poeta.
in realtà il desiderio altro non è che il segno di qualcosa che viene prima e di cui abbiamo nostalgìa continua, qualcosa di cui la realtà è segno.
Il Papa ieri, 4 marzo 2011, ai giovani seminaristi romani ha detto:
“La vita cristiana comincia con una chiamata e rimane sempre una risposta, fino alla fine”.. però!