Un giallo che è molto più di un giallo
(La presente recensione al romanzo Persuasori di morte di Roberta Borsani è apparsa su Avvenire il 24 settembre).
Il luogo: una città di provincia del nord Italia. Il fatto: il corpo di una giovane ragazza, Fiammetta Uslenghi, ritrovata uccisa da arma da fuoco in una palude fuori dal centro urbano. Partono quindi le indagini del commissario Realis che, però, subito rivelano un’inquietante particolarità: l’estrema facilità con cui si dipana la traccia investigativa per cui tutti gli indizi portano verso un unico colpevole, don Gabrio, giovane sacerdote che in passato “frequentava” la vittima. Tutto troppo facile, lo scaltro commissario (che oltre al mestiere ha anche le sue belle bruciature che la vita dispensa fin troppo democraticamente) fiuta che qualcosa non va proprio perché tutto fila liscio. E allora non si ferma e va oltre e questo lo porta a “tras-gredire” ad oltrepassare una soglia molto pericolosa, dove il thriller diventa “metafisico”, in cui si apre il varco per le incursioni, dal basso come dall’alto, dal cielo come dagli inferi, quel varco oltre il quale si accede all’inquietante luogo dove si trova, per dirla con Milosz, la “fodera del mondo”. La battaglia che il buon Realis dovrà fare per la giustizia e la verità è solo un pallido riflesso della più grande “guerra in cielo”. In questo senso non è casuale il cognome del commissario, combattente per la “realtà”, contro l’illusione in cui rischiano di rimanere ingabbiati tutti i personaggi protagonisti e burattini al tempo stesso di un conflitto più grande di loro. Un thriller metafisico che critica la metafisica, intesa come razionalismo astratto e disincarnato che sfocia nello spiritualismo, non a caso il personaggio più fosco è l’affascinante filosofo che conduce la vita non vivendola ma semplicemente osservandola, senza alcuna passione. A questo approccio si contrappone la passionalità sanguigna del commissario ma anche di don Gabrio e di Miriam, sorella del sacerdote imputato e incarcerato, dolente personaggio forse il più bello del romanzo.
Chiudendo il romanzo vengono in mente altri libri, altri autori: il Chesterton de L’uomo che fu Giovedì, il C.S.Lewis delle Lettere di Berlicche e di Quell’orribile forza e, soprattutto, Giobbe. Anche qui uno dei protagonisti è il Principe di questo mondo, Berlicche, alias Satana, sempre affascinante: lo vediamo ricco e potente, raffinato, sfuggente e aristocratico, capace di sconvolgere le menti e i cuori di chiunque si metta sulla sua strada. Contro di lui si muoverà il più improbabile degli “angeli custodi”, un orribile e reietto “uomo di scarto”, una specie di Ombra (così viene chiamato ad un certo punto) che verrà in soccorso dello sfortunato don Gabrio-Giobbe incoraggiandolo a resistere nella fede. Un bel giallo, molto più di un giallo, Persuasori di morte, è un’ottima prova di scrittura di un’autrice già saggia, che conduce la barchetta della sua storia tenendo la barra dritta al centro, senza cadute né sbavature, ricordandoci che ogni attimo della nostra vita, anche il più banale è decisivo e vede coinvolto l’universo intero e oltre.
Persuasori di morte – di Roberta Borsani, OGE Milano 2011, pp.186 euro 18
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