Luglio: bagliori, non abbagli
“Luglio col bene che ti voglio/ vedrai non finira’ ia ia ia ia/ luglio m’ha fatto una promessa/l’amore portera’ ia ia ia ia[…] é luglio da tre giorni e ancora non sei qui/ vieni da me c’e’ tanto sole, ma ho tanto freddo al cuore/ se tu non sei con me/ luglio stamane al mio risveglio non ci speravo più ia ia ia ia/ luglio credevo in un abbaglio e invece ci sei tu ia ia ia ia”.
Così cantava nel mitico ’68 il misterioso Riccardo Del Turco e quella dolce melodia mi ritorna in mente con il caldo estivo, finalmente arrivato. In particolare mi colpisce l’ultimo verso: nel momento in cui la speranza sembra svanire ed emerge inquietante il sospetto dell’abbaglio ecco che la presenza della donna amata (e invece ci sei tu) scaccia via tutte le ombre in nome della concretezza.
Due parole a questo punto: la prima è l’affermazione di Kafka: “La vita non cessa d’insegnare, suo malgrado, che non si può mai salvare qualcuno se non con una presenza, e con nient’altro”; la seconda è la poesia “Speranza” di C.Milosz:
La speranza c’è, quando uno crede
Che non un sogno, ma corpo vivo è la terra,
E che vista, tatto e udito non mentono.
E tutte le cose che qui ho conosciuto
Son come un giardino, quando stai sulla soglia.
Entrarvi non si può. Ma c’è di sicuro.
Se guardassimo meglio e più saggiamente
Un nuovo fiore ancora e più di una stella
Nel giardino del mondo scorgeremmo.
Taluni dicono che l’occhio ci inganna
E che non c’è nulla, solo apparenza.
Ma proprio questi non hanno speranza.
Pensano che appena l’uomo volta le spalle
Il mondo intero più non sia,
come da mani di ladro portato via.
La vita è un inganno o un abbaglio come cantano Milosz e Del Turco? Luglio, con il suo sole potente, può far nascere abbagli, è un mese quindi pericoloso. Però luglio, sempre secondo Del Turco, è un mese che contiene in sé una promessa, ecco forse questa è un tentativo di risposta: nelle nebbie luminose (gli abbagli) della vita, ci sono nascosti dei bagliori che non solo attirano ma anche riscaldano, il sole di luglio ritempra, ristora, risana.
Questi bagliori estivi rivelativi, ci confida Milosz, non sono lontani da noi, non sono chiusi nelle fantasticherie intellettuali, ma si trovano dentro le nostre comuni esperienze sensuali perchè i cinque sensi “non mentono”.
Tutto questo mi ritorna in mente nel momento in cui stiamo salutando, noi di BombaCarta, la stagione appena conclusa dedicata al tema dei “materiali” e ci stiamo preparando, con tutta la pigra e sana lentezza dell’estate, ad aprire la nuova stagione (qualsiasi sarà poi il tema che verrà scelto).
In questi giorni ho appena concluso l’esperienza di un ritiro spirituale a Lubriano con trenta tra studenti ed ex-studenti, un ritiro in realtà molto “materiale” (grandi mangiate, lunghe passeggiate e numerosi tuffi in piscina) che mi ha suggerito di evitare la facile dicotomia tra spirito e materia… in fondo se guardo negli occhi della mia “lei”, che “invece c’è”, capisco che è così sottile, il confine tra il primo e la seconda, che forse non mi è dato tracciare una linea demarcatoria chiara e precisa.
O forse c’è bisogno di una stagione di BombaCarta dedicata a questo scopo?
Buon giorno a Lei prof. e agli amici visitatori, di questo meraviglioso blog.
Leggendo l’editoriale, mi ha fatto riflettere e scrivere queste parole: “Se io volessi/guardare/negli occhi il sole/non posso/… mi abbaglia. Se invece guardo/il suo splendore/su una goccia di rrugiada/dai suoi bagliori/mi sento scaldare e accarezzare l’anima.