BombaCinema: report 2008-09

GIOVEDI 16 APRILE 2009 – “LA SIGARETTA”

A Better Tomorros di J. Woo

A Better Tomorrow di J. Woo

1. Crimen di M.Camerini: ci si manda in galera perfino per una sigaretta.

2. La finestra sul cortile di A.Hitchcock: la sigaretta mostra ciò che non si vede.

3. A Better Tomorrow di J.Woo: la sigaretta come presagio di morte.

4. Milano Calibro 9 di F. Di Leo: la sigaretta come metafora della vita.

5. Mare Dentro di A.Amenabar: la sigaretta come unico contatto.

6. Quel pomeriggio di un giorno da cani di S.Lumet: le contraddizioni della sigaretta.

7. I soliti ignoti di M.Monicelli: che c’hai na sigaretta?

8. The Killer di J.Woo: l’espiazione della sigaretta.

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GIOVEDI 19 MARZO 2009 – “LA MONETA”

1. Il Cavaliere Oscuro di C. Nolan: la morte appesa al filo della moneta.

2. Il Cavaliere Oscuro di C. Nolan: la moneta introduce caos ed anarchia.

3. Non è un paese per vecchi di J. Coen: testa o croce?

4. Il Falsario di S. Ruzovitzky: il circolo vizioso delle monete false.

5. Vamos a matar, companeros di S. Corbucci: la beffa della moneta e la buccia di banana.

6. Gli ultimi fuochi di E. Kazan: il nichelino di De Niro e il cinema.

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GIOVEDI 12 FEBBRAIO 2009 – “L’OROLOGIO”

 

Metropolis di F. Lang

Metropolis di F. Lang

1. Ritorno al futuro di Robert Zemeckis: La scena celebrrima dell’orologio del municipio, che colpito da un fulmine genera uno spazio temporale per “ritornare” al futuro.

2. L’uomo che visse nel futuro di George Pal: La scena iniziale, in cui lo spettatore viene sommerso da decine di orologi, dalla clessidra al Big Ben, rende subito evidenti i temi del film, in cui è protagonista una delle prime macchine del tempo della storia.

3. Minority Report di Steven Spielberg: La pura forma di orologio come concetto scatena un acceso dibattito sulla prevenzione dei crimini. Una giostra che gira in senso antiorario scandisce i secondi che passano e che avvicinano al futuro.

4. Romanzo Criminale di Michele Placido: La terribile scena dell’esplosione alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Tutti sappiamo come andrà, ma l’orologio inquadrato più volte genera un’angoscia interiore sempre crescente

5. Lo Straniero di Orson Welles: La scena finale, in cui l’orologio infilza il criminale, è di una forza immaginifica pazzesca. Welles si dimostra il solito maestro nel dare un senso alle immagini che utilizza, seppur di contorno.

6. Metropolis di Fritz Lang: L’idea dell’uomo che muove la macchina, spostando le lancette ed intervenendo nel processo macchinoso ed inesorabile del tempo, diventando poi concettualmente e fisicamente parte del meccanismo stesso.

7. Hook di Steven Spielberg: Capitan Uncino e la sua ossessione per il ticchettio degli orologi, apre una scena grottesca quanto divertente, in una specie di museo degli orologi rotti.

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GIOVEDI 22 GENNAIO 2009 – “LA PISTOLA”

L' odio di Mathieu Kassovitz

1. El Topo di Alejandro Jodorowski: Sfidando i pistoleri più veloci del deserto, El Topo perde proprio contro colui che, avendo un retino per le farfalle al posto di una pistola, si suicida.

2. L’Odio di Mathieu Kassovitz: La pistola è una via di fuga, una via d’uscita dal tunnel del degrado e dall’anarchia sociale che investe la Parigi delle banlieu. La pistola ti fa sentire, forse per la prima volta, davvero qualcuno.

3. Memories di Otomo Katsuhiro: L’uomo percepito in serie è carne da cannone, è un proiettile inconscio di una città che si trasforma in una pistola vera e propria.

4.L’Arma di Pasquale Squitieri: La pistola come via di fuga dalla vita quotidiana, dallo squallore dell’arrampicatore sociale che cerca di sentirsi sicuro in una città da cui è ormai alienato.

5. Ho affittato un killer di Aki Kaurismaki: Una lenta corsa tra i due personaggi sfocia nell’incontro finale in cui colui che dovrebbe essere ammazzato dal killer si suicida, ribaltando le carte in tavola.

6. Chi ha incastrato Roger Rabbit? di Robert Zemeckis: La pistola viene svuotata della eccessiva serietà e viene rappresentata come un cartone animato che irrompe nel mondo reale.

7. Prendi i soldi e scappa di Woody Allen: L’evaso si crea una pistola fatta in casa con una saponetta, ma non mette in conto che fuori piove ed il tutto si trasforma nella peggior evasione della storia del cinema.

8. Patt Garrett & Billy the Kid di Sam Peckinpah: La celeberrima scena dell’uccisione di Billy the Kid che non ha la pistola, con Dylan che canta di mettere le pistole in terra, che è finito il tempo di sparare.

9. Il Padrino di Francis Ford Coppola: La pistola segna l’ingresso in società per Mike, che, toccato dall’attentato al padre, decide di sporcarsi le mani sverginando una pistola e sverginando se stesso.

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GIOVEDI 19 DICEMBRE 2008 – “IL TELEFONO”

1. Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick (portato da Claudia): la

Il Dottor Stranamore di S. Kubrick
Il Dottor Stranamore di S. Kubrick

tragicomica scena della conversazione al telefono tra il presidente degli Stati Uniti e quello dell’Unione Sovietica.

2. Harry ti presento Sally di Rob Reiner (portato da Dante): lo schermo si sdoppia in quattro parti, tante quanti sono gli interlocutori che parlano contemporaneamente al telefono in conversazioni incrociate.

3. Un americano a Roma di Steno (portato da Andrea): Nando Meniconi, probabilmente sul fuso orario americano, sveglia di notte l’ambasciatore padre della sua ragazza nel suo pieno stile dissacrante.

4. Il cittadino si ribella di Enzo G. Castellari (portato da Federico): il telefono come strumento di menzogna e la cabina telefonica come luogo peculiare del cinema.

5. Strade perdute di David Lynch (portato da Giulio): Mistery Man utilizza il telefono per fingersi in due posti contemporaneamente, destabilizzando il protagonista e lo spettatore in pieno stile lynchano.

6. Susanna di Howard Hawks (portato da Damiano): anche qui, il telefono come menzogna, ed il vecchio filo lungo ormai sparito crea situazioni imbarazzanti ma anche menzognere e convenienti.

7. La conversazione di Francis Ford Coppola (portato da Damiano): chi ascolta solitamente viene ascoltato, lo spionaggio si ripercuote contro chi lo compie e si palesa tutta l’essenza del telefono: ascoltare ed essere ascoltati.

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GIOVEDI 27 NOVEMBRE 2008 – “LO SPECCHIO”

La Guerra Lampo dei Fratelli Marx (1933), di Leo McCarey
La Guerra Lampo dei Fratelli Marx (1933), di Leo McCarey

1. Shining di Stanley Kubrick (portato da Agnese)
La storica scena della moglie che porta la colazione a letto di Jack. I piani si ribaltano, il riflesso confonde il reale, lo specchio riflette ciò che accade e ci filtra il tutto. Un esercizio stilistico di una bellezza pazzesca sforna una splendida metafora sul cinema.
2. 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick (portato da Matteo)
L’uomo riflette se stesso e si scopre diverso, vede il suo passato, il suo futuro, il suo presente. Lo specchio come metafora della riflessione delle proprie paure, incertezze, della propria vita che verrà. Il monolite diventa uno specchio nero in cui è impossibile riflettersi.
3. Fino all’Ultimo Respiro di Jean Luc Godard (portato da Claudia)
La contrapposizione dell’uomo e la donna davanti allo specchio. Chi fa le boccacce prendendosi gioco del proprio riflesso, e quindi di se stesso, e chi riflette i propri pensieri guardandosi e scrutandosi. Il riflesso diventa anche qua una metafora meta-cinematografica.
4. Toro Scatenato di Martin Scorsese (portato da Michela)
Jake La Motta rivive se stesso guardandosi riflesso e vedendosi quello di un tempo. Si lascia andare ad un rapporto del tutto personale con lo specchio, e ci riflette tutte le sue frustrazioni e passioni, ritornando anche solo per un istante ciò che è stato.
5. La Finestra sul Cortile di Alfred Hitchcock (portato da Tiziana)
Lo specchio come concetto. All’interno di un cortile che respinge la propria immagine, il riflesso personale è annullato in quello delle finestre altrui. Lo specchio, quindi, come una struttura circolare dalla quale è quasi impossibile sviare.
6. La Guerra Lampo dei Fratelli Marx di Leo McCarey (portato da Andrea)
Harpo e Chico si tarvestono da Groucho e ne viene fuori una fantastica e celeberrima gag in cui ognugno si vede riflesso sulla persona dell’altro. Divertimento allo stato puro, soprattutto quando Groucho, ingannato, pensa di essere davanti allo specchio.
7. La Signora di Shanghai di Orson Welles (da Misterioso Omicidio a Manhattan di W.Allen, portato da Andrea per conto di Paolo)
Una fantastica scena nel dietro le quinte di un cinema in cui si sta proiettando una scena da La Signora di Shanghai di Welles in cui lo lo specchio è protagonista facendo da sfondo a una situazione di tensione. Gli specchi dietro le quinte riflettono il film che a sua volta è riflesso sulla tela dal proiettore, e riflettono anche le situazioni reali (copiate del film, con le stesse battute) che si sovrappongono grazie al gioco degli specchi, in un delirio meta-cinematografico assolutamente coinvolgente.
8. L’Age d’Or di Luis Bunuel (portato da Damiano)
La donna di fronte allo specchio riflette la propria interiorità, non vede la sua immagine esteriore ma un cielo annuvolato e viene travolta da un soffio di vento che esce fuori proprio dallo specchio, riflesso delle proprie passioni e pulsioni. Guardando se stessa interiormente guarda ciò che prova per il suo uomo, imprigionato, ed è felicemente travolta dal vento della passione.
9. M – Il Mostro di Dusseldorf di Fritz Lang (portato da Damiano)
Essendoci ancora del tempo, abbiamo visionato un’altra scena molto breve dal film di Lang, in cui l’assassino, davanti allo specchio osserva se stesso e riflette a livello fisico una patologia riferita a lui ed alla sua malattia che una voce fuori campo sta dettando. Un Peter Lorre magnifico scopre forse in quel momento di essere il mostro.