Linguaggi moderni

Prendo spunto per questa riflessione da un articolo di Marco Bobbio, pubblicato sul numero di Panorama di sabato 2 dicembre.

Scrisse ai suoi tempi Pablo Neruda in Cento sonetti d’amore: “Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t’amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima”. I giovani di oggi, invece, quando non sfogano le proprie passioni amorose attraverso giganteschi e coloratissimi murales, imbrattando intere facciate e pareti di scuole ed altri luoghi pubblici, si scrivono “TVTTB, mi manki tant, 6 tutt x me, 6 tu ke mi fai sempr battere il cuore, c ved + tardi in disco, tut ok” e, reggetevi forte, lo sapete che oggi non si dice più TI AMO, ma si usa l’abbreviazione 3mSc, ovvero “Tre metri sopra il cielo” (sottinteso IO e Te). Insomma, roba che Dante, Petrarca e compagni non la smettono più di rivoltarsi nella tomba!

E’ indubbiamente chiaro che la parola, elemento basilare della comunicazione verbale, ha subito nel tempo tantissime modifiche, con il risultato che ogni generazione è stata contraddistinta da un proprio linguaggio e da un proprio vocabolario. Ad ogni territorio e ad ogni età corrispondono, poi, varie sfumature nel parlare, persino all’interno di uno stesso gruppo ci sono persone che non usano gli stessi termini degli altri. Le società si evolvono con un ritmo frenetico, cambiano le abitudini, i gusti, i modi di pensare e di vedere le cose, migliorano sempre più le condizioni di vita ed è giusto che anche la “lingua” cambi, incoraggi quasi, accompagni di pari passo questa continua trasformazione e sempre più si adegui a nuovi bisogni e a nuove esigenze. Tutto ciò, oggi, continua ad accadere più che mai, ma non sempre, bisogna sottolineare, senza destare scompiglio e tra i principali responsabili dei cambiamenti più profondi riguardanti il linguaggio moderno vi sono soprattutto i giovani.

Ma, in un momento in cui l’“attenzione”, la “disponibilità all’ascolto” e una “mente aperta” urgono sempre di più, affinché da ogni confronto si provi a far venir fuori qualcosa di positivo e buono, tutti questi cambiamenti possono rendere difficile il dialogo, la comprensione, la comunicazione? E questo può verificarsi soprattutto tra giovani e adulti?

Il linguaggio parlato oggi dai giovani è totalmente diverso da quello parlato solo dieci anni fa. È un linguaggio fatto di parole strane, di abbreviazioni, di molti termini stranieri, personalizzazioni varie, termini persino inventati e, talvolta, anche di parole volgari. Cosa pensa un adulto quando sente parlare un giovane? I loro oramai sono quasi due mondi diversi. E non è soltanto la differenza di età, di esperienze, di preparazione e cultura: fatto sta che proprio in questa diversità di linguaggio può essere, in alcuni casi, individuata la mancanza di un rapporto giovane-adulto come ogni persona più grande e matura, come ogni buon genitore vorrebbe. Senza fare chiaramente di tutta l’erba un fascio, ma, di questo passo, il rischio è che col passare del tempo questa differenza si accentui?

Bono! Gnocca! Quanto 6 figo!”: spesso sono questi i commenti che un gruppo di giovani fa vedendo un bel ragazzo o una ragazza carina, senz’altro tra i più comuni nel gergo adolescenziale, termini ampiamente utilizzati, ma non sempre interpretati correttamente dagli adulti. Eppure a volte anche i “grandi” usano certe parole o espressioni appartenenti al “vocabolario” dei giovani, di certo per dare più enfasi alle loro lezioni di vita. Spesso questo diverte, ma a volte può anche provocare rabbia o comunque fastidio; alcuni ragazzi si sentono in un certo senso feriti, presi in giro, quasi “derubati” della “loro lingua”. Le “loro” parole sono le loro e, pur riconoscendo una certa trascuratezza ed ingenuità, non tralasciano di far notare quanto l’esprimersi in un determinato modo permetta loro di essere molto più pratici, rapidi, sintetici, espliciti ed essenziali.

Ai fini di una “comunicazione più efficace, più pura, migliore”, soprattutto tra giovani e adulti, sarebbe forse opportuno tornare ad un linguaggio più comprensibile e più educato, soprattutto con le persone che non si conoscono. Non è detto che ci si debba sempre adeguare! Ma allo stesso modo non è detto che questa sia la chiave giusta o che lo si possa fare. E mentre si parla tanto di importanza della didattica, di discipline del linguaggio, di norme e tecniche di comunicazione, mentre cresce, fortunatamente, nel nostro Paese il numero di Associazioni culturali che operano nell’ambito del volontariato e si occupano di organizzare laboratori di lettura, di dizione, di scrittura creativa, autobiografica e non solo; mentre si prova a far rivivere una “lingua morta”, quale si suole definire quella latina, e mentre di continuo ed in modo scrosciante ci vengono propinate pubblicità riguardanti “il mese delle biblioteche”, “la fiera del libro”, “la giornata mondiale della cultura” cosa fa una biblioteca di Torino, la Biblioteca multimediale di Settimo Torinese, per la precisione? Ebbene, la biblioteca in questione lancia un concorso per poeti nell’era dei telefoni cellulari, ovvero un concorso per sms d’amore, con tanto di vincitori e premi (tra cui, però, svariati buoni per acquistare libri), definendolo “una competizione poetica al passo coi tempi”. Però! Originale!
Lo scopo è capire se e come i giovani sono romantici e, addirittura, “Non è detto che la scrittura su sms sia solo un impoverimento del linguaggio amoroso, anzi per certe cose lo arricchisce”. Ah si?! Per quali, sentiamo!

E’ assolutamente vero che “nell’sms c’è l’immediatezza della comunicazione” e che “per la mancanza della presenza fisica deve essere sintetico, rapido e deve ricorrere a codici che siano condivisi”; altrettanto vero è che oggi cellulari, computers e quanto di simile sono diventati quasi indispensabili, ma….per certe cose, vi chiedo scusa, rivorrei Neruda, rivorrei i vecchi cari carta, penna e calamaio e, soprattutto, quanto sono belli i “Ti amo” sussurrati al chiaro di luna, con gli occhi gonfi di lacrime, stile “Via col vento”, per intenderci.

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  1. Rosa Elisa Giangoia ha detto:

    Cara Katia,

    mi pare di aver capito da tue precedenti mail che tu abbia interesse per la letteratura cristiana antica, l’apologetica e la patristica, e allora saprai che proprio in quell’ambito di produzione di testi è avvenuto il più grande fenomeno di trasformazione di una lingua dal suo interno. Tutto questo perché? perché il Cristianesimo aveva portato un enorme cambiamento di mentalità, aprendo prospettive ultreterrene e offrendo un nuovo modo di concepire la propria vita, i rapporti con gli altri, sia a livello interpersonale che gerarchico. La lingua, si sa, è lo specchio della concezione della vita e del mondo, dell’orizzonte culturale, intellettuale e valoriale di quanti la usano. Le caratteristiche del modo di esprimersi dei giovani di oggi sono il riflesso del loro modo di pensare, della loro scala di valori. Preoccuparsi del linguaggio è poco, bisogna sfondare il muro dell’apparenza che si manifesta nell’espressione e andare al “nocciolo della questione”, cioè al modo di concepire la VITA.

  2. paolo pegoraro ha detto:

    Concordo assolutamente con Rosa Elisa: bisogna andare al nocciolo. Ma è per vero che «la bocca parla dalla pienezza del cuore», e dunque le forme di comunicazione diventano quasi un sentiero a rovescia, una cascata di induzioni attraverso le quali si risale al sassolino che tappa la sorgente.

    A questo proposito vi invito a visitare e in particolare la sezione dedicata al linguaggio L33T. Quando si ha poco o nulla da dire si tende a criptarsi e a nascondersi dietro giochini sterili, in poesia lo sappiamo da tempo… mentre i grandi amano la chiarezza ed amano esporre persino la loro lingua, come i panni, alla luce e al vento.

  3. paolo pegoraro ha detto:

    strano, quando ho pubblicato il messaggio ha cancellato l’indirizzo del sito. Bombacensura? :-)
    Ci riprovo: http://www.elletretreti.it

  4. Marica ha detto:

    Ti amo per ricominciare ad amarti per ricominciare l’infinito… I tuoi occhi di chitarra… Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura…”. Non sono affatto convinta che Neruda, Dante, Petrarca e compagni si stiano rivoltando nella tomba a causa di murales, messaggini puntati ai cellulari e uso di un linguaggio volgare a volte intriso di trasgressiva ironia. Esiste una modalità espressiva “Rock” che si tinge delle passioni dell’artista,
    esiste un dare che è un togliere. Spesso per essere un grande costruttore si è prima di tutto un grande distruttore. Voglio scoprire l’amore fatto del delicato abbraccio di una luna, citato nel testo ma non mi privo di un concetto d’amore fatto di conflitto, parole stile Dada,
    surrealismo e frammento della discussione, un tessuto di rimandi impliciti. Come si può essere sicuri di saper leggere un murales? Se non abbiamo il codice dei 2 innamorati, del writer? Il mondo è profondo, più di quanto la notte credeva…Nietzche diceva anche… il piacere più profondo del dolore perchè il male dice passa ma ogni piacere vuole assoluta eternità. L’arte è infinita, l’arte moderna è semplicemente un nuovo codice di natura concettuale. Possiamo essere 2 frammenti astratti che vibrano nell’infinito pentagramma dei sensi ed ora siamo su quel muro, contro la banalità di alcuni insegnanti senz’anima che ti fanno studiare studiare e tu non ne puoi più e non ti hanno trasmesso niente perchè manca la passione e la passione brucia. Come un tatuaggio a fiamma,
    e Via col vento è scenograficamente stupendo, gli attori sono dotati di un fascino perpetuo e segreto ma è triste, cupo e sfortunato…Via col vento 2 poi è terribilmente ironico, ridi per non piangere, nella seconda serie ti strapperesti solo i capelli…Tutto spento. Basta con la retorica noiosa! Nessuno si rivolterà nella tomba se sarà comunicato il senso, se l’amore sarà trasmesso, se nuovi codici viaggeranno e non temeranno l’arrivo del nuovo, se avranno il coraggio di osare con una coscienza che li informi del loro vissuto (consapevolezza ed alchimia creativa). Si ai murales ricchi di significato e passione,
    si ai frammenti nei messaggi, si alla cultura che batte e batte forte come un rock, si ai libri che sanguinano, si ai tramonti.. Basta con i professori spenti e la cultura cognitiva, accendiamo la sfera destra del cervello dotata
    di emozionalità. Basta con Via col vento, l’amore idealizzato portava alla ricerca di amori struggenti allora come ai canoni estetici oggi. Vogliamo la passione
    che invade, la conoscenza che deriva dall’esperienza, i libri che incendiano. Perchè molti sanno tutto ma non hanno capito niente, super cervelloni di banche dati, curatori di enciclopedie… e poi l’Arte è un’altra cosa e poi l’Amore è un’altra cosa. Allora appendete pure il quadretto mortificato, la casetta, il paesaggio e continuate a dire che almeno l’arte classica era qualcosa e la tela di Fontana la sapete fare anche voi… ma la terza, la quarta dimensione non l’hanno bucata tutti…
    e poi arriva il graffitaro che sembra un drogato.. strappato, dotato di bomboletta, e davanti a un tramonto colossale sull’oceano crea sagome e forme.. lui magari non ha neanche studiato però l’Arte la sente, gli scorre dentro come serpenti.. ed è un dinamitardo..da temere..
    Beh.. cavolo se mi piace, finalmente hai le lacrime agli occhi e l’arte è arte quando sa emozionare. Si rivolteranno nella tomba ed esclameranno: “Che musica ragazzi! fareste resuscitare anche un morto! Non vi fate fregare, non vi fate fermare, se è la vostra strada conquistatela..amatela…amate questa strada, il perbenismo sociale ha mietuto già molto vittime ed una volta che ti 6 conformato sei finito!”. Ti posso amare
    come certe cose oscure tra l’ombra e l’anima ma non in un’unica forma, non in uno schema… Ti concederò il dardo del tuo entusiasmo e ti osserverò scegliere la TUA forma di comunicazione…poi ti leggerò oltre le tenebre e le apparenze perchè solo l’amore sa leggere anche la stella più nascosta…
    Marica Recchiuti (Sul Nostro Riconoscimento-Pensieri)

  5. Katia ha detto:

    Sai cosa c’è di strano in tutto questo Marica? Intanto che è proprio una reazione come la tua ciò che volevo, pur correndo il rischio di apparire contradditoria, e poi che io sono quella che ha scritto ciò che tu hai letto, ma sono (dunque penso) anche quella che è ciò che tu hai scritto. E siamo alle solite. La giusta misura nella vita. Ci vuole no? Imparo ogni giorno, fino alla nausea, e lo insegnerò pure, che l’importante è il “cosa” pensi-dici-fai, ma di più il “come”…. ma di come ce ne stanno tanti e se tutti giusti o tutti sbagliati chi lo sa!
    Sai che c’è forse, che tra “io mi lavo il viso” ed “io mi lavo la faccia” è più corretto dire “io mi lavo il viso”, ma in fondo sempre la faccia mi lavo. Siamo quel che siamo e non c’è niente di meglio al mondo!

  6. Marica ha detto:

    Continuo a lavarmi la faccia completamente ebbra di vita.
    Sono felice che nel continuo gioco di specchi sei entrambe le entità. Si dice che dentro ognuno di noi ci siano almeno 2 possibili personalità..vite.. senza essere schizofrenici come molti pensano.. Si dice anche che “cosa si dice” in fondo non conta niente (anche se ci stava meglio un altro termine) ma conta solo “Chi lo dice”…cioè
    come vien detto. Sono per l’informale perchè tanta cultura a volte mi ha solo creato appannaggio dei sensi.. ed ho persino letto peccati capitali in atti e parole “semplici” quando veniva indicato per male altro… C’è gente che manipola, che ride volgarmente, che usa, che spinge, che si insinua e poi si demonizza la disperazione del “Sesso-droga e rock &Roll”..non che io ne sia una fautrice ma…
    Basta con i luoghi comuni..c’era una canzone che diceva ”
    Quante sbagliate verità troverai..tra mille strade stelle e guai”… QUANTE SBAGLIATE VERITA’ DAVVERO… Ora per esempio il graffito..non che io sia per l’imbrattamento
    insipido dei palazzi..assolutamente no però… le eccezioni.. il bombolettaro dinamitardo, artista povero e passionale che non aveva soldi magari per andare al Massimo, non aveva una lira per seguire un corso, non aveva
    prospettive e viveva ai limiti della sua coscienza sempre senza un domani. E ti arrivano i benpensanti impellicciati con gli anelli a dirti che schifo, che questi delinquenti dovrebbero marcire in galera perchè sono dei perdigiorno..
    E poi quello una sera sbrocca, si scola la sua bottiglia ed urla il suo dolore con tutta la passione nei polmoni..
    e lui d’estate non và in viaggio lui disegna perchè ha solo quel blocco e un talento formidabile.. Arriva davanti al muretto e dà vita a tanti sogni e poi magari qualcuno
    prima o poi lo vede… Beh, lì lo amo.. lo amo da matti e chi mi dice che non è arte io … io..dico che sta fuori..
    Siamo quel che siamo non c’è niente di meglio al mondo ed alcuni riescono a gridarlo più forte… e lì in quell’urlo
    io sento anche il mio di urlo..mi riconosco..ed è Arte.
    Qualunque sia il mezzo, e se il costo sociale è un muro..
    ben venga. Ho visto scempi superiori e per niente. Niente.
    Ho visto l’indifferenza serpeggiar.. Ed il peccato è talmente complesso a volerne parlare… una suora, di quelle veramente “splendenti” motivata e dalla vera vocazione un giorno mi disse, (avrò avuto 7 anni) il peccato mortale avviene quando sai veramente che stai sbagliando e lo fai lo stesso… (poi ovviamente conoscere la misericordia infinita porta a sapere che il peccato mortale dipende da te.. )..ma perchè scrivo tutto questo?
    Cosa c’entra col tema? C’entra per me.. Hanno detto di tutto… gli imbrattatori, i delinquenti, le avanguardie sterili.. Hanno persino annunciato la Morte dell’arte..
    Hanno detto che dopo la fase della scomposizione della forma si era ormai detto tutti. Ma la vita è sconfinata,
    ma l’arte è eterna ed esisterà nelle svariate forme finchè ci sarà gente “viva”. L’arte sarà pure morta con chi è morto io preferisco seguire le spinte interiori, il cuore che batte… e batte forte. Ho rabbia forse per tanti spaventapasseri che incontro nel cammino, per tante false verità, per l’adagiarsi sui luoghi comuni, per i colti- zombie che infestano le vie del mondo. Faccio un esempio..
    e’ natale… scrivo per un giornale dove mi chiedono di intervistare delle persone per inserire il loro augurio per la società. Gente colta, intelligenti, premi quà e là.. e tutti pessimisti, negativi, tutti che non si esprimono perchè ritengono il natale consumista e mercificato. Ed io che non sono Nessuno..io mi chiedo:
    Perchè questa società non lotta, non crede in niente, giudica ma non fa niente..basterebbe un giorno di volontariato per avere un natale diverso. Invece no, e se tu sei diverso sei pure scemo, sei l’ingenuo, hanno anche inventato la “sindrome di PollyAnna” per dirti: Svegliati,
    fa tutto schifo, sii egoista tanto di te non frega niente a nessuno. Ed io rifletto e penso che a molti la cultura ha dato alla testa, che se è solo questo e non la usano per costruire il mondo dei nostri figli evitassero almeno di riversarci di cinismo ed in ultimo grado di Mediocrità..
    Perchè? Perchè è maledettamente difficile dire che un pazzo a volte è acceso, è maledettamente vivo!!! Parlano tutti di politica, calcio, ed un sacco di materiale appeso.. tutto andrebbe bene, ma come lo fanno? Lo fanno male, perchè la cultura colpisce.. Ed io ripenso pure a San Francesco quando affermava che la cultura può allontanare… e poi ci ritroviamo tutti sotto lo stesso cielo..che se poco-poco anche Zio Paperone nasceva a casa di Pinocchio magari l’impugnava lui la bomboletta ed andava ad urlare da qualche parte… E allora viva gli specchi…dal murales al Caravaggio..da Klimt a Van Gogh..
    perchè tutti abbiamo dentro le stesse sostanze e siamo tutti parte di questo globo..Grazie Katia per la tua risposta, mi ha accompagnato il tuo commento come un nastro di seta mentre continuo a blaterare.. E’ che mi hanno fatto arrabbiare…davvero arrabbiare tanto…
    Chissà se prima o poi dall’egoismo di massa e dall’impotenza camuffata da aperto cinismo..così..per contrasto, magari spunta un fiore? Che sia una rosa rossa e l’alba dei tempi.
    Marica Recchiuti (Del Mio Personalissimo Veleno)

  7. Pietro ha detto:

    Come scriveva Katia ci vuole una giusta misura nella vita, in tutte le cose. L’articolo non critica i murales o le intenzioni di chi li realizza e penso concordiamo tutti sul fatto che l’arte sia essenzialmente emozione, indipendentemente da come questa emozione venga espressa (murales o dipinto o passo a due). E’solo riportato “uno stato di cose” della realtà attuale, il modo di esprimersi di molti giovani, che non si può di certo negare e che va bene così, per carità, ma qualche limatina, e non cambiamento o totale trasformazione, non dispiacerebbe.

  8. Marica ha detto:

    “Come dire: Ti Amo ma il tuo braccio destro mi fa schifo..tagliatelo!”. Oppure” Ama ma dosa bene, non amare troppo”… Se si davano la limatina non arrivavano neanche a scrivere su quel muro. Non è che non sia daccordo con te e la moderazione, Pietro, semplicemente..non si può.

  9. Katia ha detto:

    Il mio riferimento al murales derivava da una ben precisa situazione (un consiglio d’istituto del Liceo magistrale di Reggio convocato d’urgenza di recente per un murales apparso un bel mattino nel cortile della scuola, un’appassionata dichiarazione d’amore da parte di un fidanzato, con tanto di riferimento alla ragazza a cui era dedicato, in occasione del loro anniversario. E va bene. W l’Amore! Ma nel cortile interno del Liceo. E quando lo ha fatto? Di notte? Mah!) e comunque non è su questo che bisogna fossilizzarsi. L’abbiamo proprio presa a cuore questa questione del graffitaro. L’importante non è se giusto o sbagliato, l’importante è sottolineare che, indipendentemente e comunque, oggi i giovani si esprimono in un determinato modo, che è diverso dal modo in cui si esprimevano i nostri genitori e sarà anche diverso da quello in cui si esprimeranno i nostri figli. Giusto, “uno stato di cose”. Prendiamone atto. Il risultato finale non può essere, a parer mio, “non si può”. NON BASTA. Nessuno vuole impedire niente a nessuno.
    E mi sa che questa volta Marica ci lascia direttamente un bel murales al posto di un commento…. grazie a tutti!

  10. Marica ha detto:

    Il Mio Personalissimo Murales:

    BUON NATALE A TUTTI VOI !!!

    ps. Adoro fossilizzarmi su un dato..farlo diventare enorme o rimpicciolirlo..Un insignificante dettaglio.. disfunzioni
    del meccanismo cerebrale..”è dal frammento che qualcosa viene fuori”..Se potessi colmerei tutto l’editoriale di commenti fino a farlo scoppiare..scoppiare di gioia :)))
    e w la faccia della mia partecipazione logorroica..
    Alla prossima battaglia.
    Ne segno di M.

  11. francesca ha detto:

    io nn capisco niente quando ci si parla e vorrei sapere

  12. mely=) ha detto:

    secondo me ognuno è libero d esprimersi come vuole…comunque grazie per le cose che avete scritto mi hanno aiutato tantissmo i un compito per casa…BUON CARNEVALE A TUTTI!!!!

  13. sara ha detto:

    mamma mia…sto facendoo un tema sul linguaggio giovanile moderno e ho scritto 9 righi….come faccio…..vbb melo copio da un mio amiko domani……tanto…ci siamo abituati….ciao….PS…mi piace il gergo giovanile…è FIGO….ciao ciao…….vvb

  14. sara ha detto:

    Michele…..ti amo…6 la mia vita…..nn pox stare senza di te…senza la tua dolcezza..senza i tuoi sorrisi….senza la ta esistenza…sn PAZZA DI TEEEEE….voglio che lo sappia il mondo….TI AMO AMORE MIOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  15. lalla ha detto:

    no, io preferisco il quantico del golem, non so se mi spiego, cioè…
    baci bacini baciotti
    p.s. ma chi è michele?

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