Blu est un drainage émotionnel
di Maria Angela Masino
A proposito di Film Blu…
Blu est un drainage émotionnel, è Julie che, in un incidente stradale perde il marito Patrice e la piccola figlia Anna e sprofonda nella disperazione. Ma Blu nel film di Krzysztof Kieslowski non è solo dolore. E’ luce soffice che nasce lenta dall’oscurità. E’ risalire la china della coscienza da viaggiatori incerti, ma resi forti dall’amore. Blu è abbandonare l’anima che si ritrae e piange per intraprendere un altro viaggio.
Se non avessi l’amore non sarei nulla, se anche avessi il dono della profezia e della conoscenza…, diceva San Paolo nella lettera ai Corinzi. Blu è aderire a questo messaggio che Julie trasforma in musica e scoprire che senza Amore l’orizzonte si restringe. Lo scrittore Albert Camus si domandava: «Se in questa sera che profuma di notte l’immagine di una certa infanzia amorosa torna verso di me, come non accogliere la lezione che posso ricavarne?» L’infelicità dolce di questa domanda contiene già il nucleo di una meditazione: «Durante le fasi malinconiche la conoscenza non passa attraverso la razionalità, bensì attraverso la tristezza che è già sapere intuitivo. Non c’è bisogno di essere sublimi musicisti come Patrice del film o Mozart o grandi tragici come Shakespeare per trovare legami amorosi nuovi fra le cose. Basta lasciarsi travolgere dalla gioia di una generosità attenta ai bisogni nostri e degli altri».
E’ come se nel film ci fossero due momenti del blu: quello in cui Julie contempla con dolore il proprio lutto e quello dell’amore ritrovato.
Tra i due uno squarcio: la scoperta che suo marito aveva un’altra relazione.
Quindi nel blu non ci si puo’ ne’ rilassare, ne’ crogiolare: nel blu si attende che qualcosa accada all’improvviso…da qui la scelta di un nuovo blu, stavolta conciciliato e completo.