VENEZIA 68 – BombaDiario 5 (DARK HORSE, SHAME, TERRAFERMA, I’M CAROLYN PARKER)

“Dark Horse” di Todd Solondz

Di seguito, i film visti nel corso della quinta giornata del 68. Festival Internazionale d’Arte CInematografica di Venezia.

Quinto giorno – 5 settembre 2011

DARK HORSE di Todd Solondz (Concorso)
Bamboccione trentenne che vive con i genitori e colleziona giocattoli si infatua di una ragazza bella e depressa: cade così in un vortice di contraddizioni che lo portano, tra vicende grottesche ed esperienze oniriche, a rimettere tutto in discussione. Con il consueto sarcasmo, il re della black comedy americana fa di nuovo centro, con sempre più cattiveria e accanimento: tutti si presentano con lo scontrino per il rimborso, ma la vita, di serie, non rilascia nessun buono acquisto. Tutto sta nella scelta: puntare sul cavallo sicuro o sulla scommessa? VOTO 7,5/10

SHAME di Steve McQueen (Concorso)
Brandon è ossessionato dal sesso in tutte le sue forme: osservato su internet, consumato a pagamento, immaginato nell’autoerotismo. Il videoartista inglese Steve McQueen, al suo secondo lungometraggio, mette in scena una pellicola “addosso” al corpo di un favoloso Michael Fassbender, sessuomane alla continua ricerca di guarigione e redenzione. L’allusione a un’origine familiare dei suoi drammi puó apparire scontata, ma il non-rapporto del protagonista con la scapestrata sorella minore trasuda una conflittualità intimamente disarmante. Candidato – o così almeno dovrebbe essere per chi scrive – a vincere un premio importante. VOTO: 8/10

TERRAFERMA di Emanuele Crialese (Concorso)
Storia di immigrati clandestini e indigeni lampedusani, tra le incertezze di chi arriva e le ansie di chi vorrebbe partire. La bella confezione non basta per nascondere ingenuità di sceneggiatura, espedienti registici retorici e una superficialità analitica di fondo. Forse il peggior film del regista siciliano, che ha però il merito di aver trovato – finalmente – un ruolo a Beppe Fiorello: un patetico piccolo imprenditore vacanziero che si diverte a fare l’animatore turistico. VOTO: 5,5/10

I’M CAROLYN PARKER di Jonathan Demme (Orizzonti)
Documentario sulla ricostruzione della casa di Carolyn Parker, donna afro-americana sopravvissuta all’uragano Kathrina. Girato nel corso di quattro anni, sembra quasi un filmino amatoriale, le cui fondamenta coincidono con l’esplosività di questa straordinaria donna, che rende a sua volta il contributo di Demme totalmente marginale.

Leggi i 2 commenti a questo articolo
  1. Federico Cerminara ha detto:

    Grande Dam. I tuoi appunti su “Dark Horse” e “Shame” mi hanno convinto ad aggiungere altri due film alla rassegna invernale. Grazie ancora per questo tuo diario.

  2. leo ha detto:

    grande damiano… tanta curiosita’ sui prossimi 2 bomba diario:)

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