Gli errori sono regali

Esiste un’attività di BombaCarta di cui non si trova alcuna traccia su questo sito. Per qualche motivo è stata completamente censurata: il BombaCalciotto. Ebbene sì, noi bombers giochiamo a pallone. E di cosa si parla, negli spogliatoi, a fine partita? Di calcio, di cibo, di donne (di donne poco, in realtà) e,  soprattutto, di cinema.

In particolare, il nostro magnifico stopper e il terzino fluidificante riescono a guardare 200 film a settimana e si scambiano commenti a mitraglietta in un gergo quasi inaccessibile ai compagni di squadra. A un certo punto, però, una cosa sono riuscito a coglierla: secondo loro Melancholia è un gran bel film, probabilmente il migliore di Lars von Trier. Così, alla prima occasione e nonostante le perplessità mostrate dal nostro voluminoso fantasista, me lo sono procurato in DVD.

Melancholia, un’elegante l’elegia sulla fine del mondo, si è confermato un bel film, con due-tre idee che non mancherò di rubare. Un sonnellino straordinariamente prolungato di mio figlio mi ha persino concesso una sbirciatina agli extra ed è da questi che ho preso lo spunto per il presente pezzo.  Manuel Alberto Claro, uno degli operatori a mano, racconta come il regista gli chieda di filmare senza schemi predefiniti, seguendo l’energia degli attori, reagendo alla loro recitazione senza preoccuparsi di sbagliare. “Gli errori sono regali”, sostiene Lars. “La telecamera non deve sapere nulla, deve reagire in modo impulsivo a quello che accade. Le cose migliori avvengono quando la telecamera non sa cosa sta succedendo”.

A me viene in mente che questa è una bella lezione di scrittura: ho sperimentato di persona che le pagine più belle sono quelle che ti colgono di sorpresa, che ti vengono dettate da un personaggio che hai imparato a conoscere bene quando gli lasci lo spazio per vivere.

E che i goal più belli li ho segnati con il mio piede sbagliato (il sinistro) perché è un piede libero e quando lo lascio calciare è proprio impossibile – per me e per il portiere avversario – riuscire a prevedere dove andrà a finire la palla.

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  1. Paolo Pegoraro ha detto:

    una domanda allo scrittore Maurizio Cotrona: quando, nella scrittura del tuo romanzo “Malafede” (Lantana 2011), ti sei reso conto che un tuo personaggio ti sfuggiva positivamente, anarchicamente di mano? e cosa ha fatto che proprio, davvero, non avevi programmato da trama?

  2. Maurizio Cotrona ha detto:

    Con Malafede è stata una cosa radicale. Ho cominciato a lavorare sul romanzo con la sincera intenzione di costruire una voce positiva, ottimista, per rompere con una tradizione recente della letteratura italiana fatta di personaggi maledetti o falliti o scettici. Ho scoperto che Giordano diventava egoista mentre scrivevo, pagina per pagina.

  3. andrea monda ha detto:

    anche i mie goal migliori sono stati fatti con il piede sbagliato (il sinistro). Ma Melancholia non mi ha convinto, forse perchè mi è sembrato, al contrario di quello che dice negli extra il regista, troppo controllato, consapevole, compiaciuto.. se ne riparlerà, non solo negli spogliatoi (e si riparlerà ovviamente anche di bombacalciotto, grazie Maurizio per aver abolito la lunga censura su questa pagina gloriosa di BC)!

  4. Paolo Pegoraro ha detto:

    …ma così non mi stai dicendo che, con il preciso intento di allontanarti da una recente tradizione italiana, alla fine ne sei stato sbalestrato proprio nel mezzo, in perfetto stile boomerang? Forse l’involontaria sorpresa sta nello scoprire che essere figli del proprio tempo non è poi cosa tanto orrida?

  5. Maurizio Cotrona ha detto:

    e no! il boomerang ha avuto lo spazio per fare un’altro giro e andare a colpire da un’altra parte…

  6. Maurizio Cotrona ha detto:

    Sul film sono abbastanza d’accordo con Andrea… è quello che ho cercato di rendere con l’aggettivo “elegante”..

  7. andrea monda ha detto:

    il massimo sarebbe se lo stopper e il terzino suddetti, esprimessero in questa sede i loro commenti elogiativi del film di Von Triers (e proprio oggi sul Foglio un articolo molto interessante sul capolavoro del regista “Le onde del destino”), in modo da rilanciare la discussione anche al di fuori degli spogliatoi..

  8. Pietro ha detto:

    Mette a frutto i talenti chi si affida alla Volontà di Dio. Il Signore ci aiuta a fare discernimento.
    ” non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”! Noi, sbagliando, impediamo alla Comunità di
    costruire per il Bene comune la Civiltà dell’Amore.Magari è più realistico il detto: ” sbagliando si impara”. Buona sera a tutti. E a presto.

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