Bruciano, bruciano, bruciano…
di Katia Marino - pubblicato il 17 Gennaio 2007
… A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno “Ooooh!”.
(da Sulla strada, Jack Kerouac)
Scrivo qui il mio pensiero, il motivo per cui le parole di Kerouac riportate mi colpiscono. Senza dubbio perchè mai come negli ultimi tempi mi è capitato di conoscere così tante persone e tutte quante così diverse. Le persone. Mamma mia…. siamo in milioni al mondo! “Le persone che mi interessano” scrive Kerouac. Perchè effettivamente non tutte ci interessano. E non tutte ci devono interessare. Non possono interessarci tutte le persone che incontriamo, tutte quelle con cui scambiamo qualche parola, tutte quelle con cui ogni giorno anche solo per un istante si incrociano i nostri sguardi. O forse si! Le persone che ci interessano, perchè ci interessano? Perchè ci fanno sentire protetti e al sicuro (come le nostre famiglie), perchè ci rubano il cuore (fidanzati/e, mogli/mariti/conviventi), perchè sappiamo di potervi sempre contare(i nostri amici), perchè ci aiutano a maturare, a crescere, ad esprimerci meglio e in un certo senso ci cambiano, ci formano (insegnanti, nonni, zii), etc. E le altre? Secondo me è brutto dire “non mi interessi!”…però succede, è inevitabile. Ci sono persone più vicine a noi, con cui condividiamo gli stessi interessi, le stesse passioni, gli stessi ideali ed altre, invece, che non avremmo mai voluto conoscere o anche solo sapere che esistono (i terroristi, per es., i pedofili). Ma ognuno di noi è unico, no? E ognuno di noi ha “un dono”, ricevuto e da offrire. Io vorrei vederci meglio.
Siamo noi a scegliere le persone con le quali trascorrere la nostra vita e a permettere che le nostre strade si incrocino-scontrino solo con quelle che ci interessano? Lo facciamo davvero? E questo avviene naturalmente o, come scrive Kerouac, comporta una certa “fatica“?
Cara Kate pochi giorni fa, come sai, ho finito di leggere le interminabili, meravigliose e avvincenti pagine di Sulla Strada.
Finito a malincuore.
A me non piace mai leggere le ultime pagine dei libri, perchè i racconti diventano parte di me, i personaggi miei compagni di viaggio, la storia…il pensiero che ogni sera,seppur stanca, mi dà la forza di trattenere il sonno e continuare a leggere, finchè i miei occhi non si chiudono e iniziano a sognare. Sulla strada è la storia di un’amicizia che persiste nel tempo e nello spazio, la storia di due amici che amano la vita, che scoppiano di vita.
La loro vita è la strada.
La strada è vita perchè è percorsa assieme,perchè si prova il gusto di condividere stupende esperienze e meravigliarsi per ogni novità, ogni viso nuovo, ogni luogo scoperto. E ciò esiste nell’amicizia, con l’amicizia…credo il valore più grande che Kerouac volesse trasmetterci. Ma l’amicizia è “bruciare” assieme, è scoppiare assieme, è amare la vita,viverla. I nostri amici sono quelli che, come i fuochi d’artificio, illuminano il cielo con la loro luce e si fanno “sentire” con il loro “botto”. I conoscenti, chi non ci interessa, sono coloro che incontriamo sulla nostra strada, che ci trasmettono qualcosa ma non ci illuminano con il loro bagliore nè ci stordiscono con il loro rumore, ma comunque lasciano un segno, indelebile o meno, nella nostra mente.
…ricordo ancora il giorno in cui ti regalai “Sulla strada”…era la sera prima della tua laurea…qualcuno ti acconciava i cappelli…e io venni a portare in casa tua il mio assordante rumore e la mia accecante luce…