Bianco

Sto guardando il mio computer. No, non lo schermo, ma il “case”. E’ molto bello. E’ tutto bianco. Ho un Mac. Mi chiedo perchè per me sia così bello.

Poi guardo la mia poltroncina: è bianca. La mia lampada: bianca. Il mio iPod: bianco. Il mio piccolo orsetto: bianco. Sono circondato dal bianco. I colori che sono accanto, i colori dei libri e delle altre cose risaltano e vengono rispettati. Il bianco non dà colore ma crea uno spazio. Se tutto fosse bianco sarebbe orribile, penso. Ma questi oggetti bianchi non occupano spazio: lo creano. Il bianco crea spazio.

Perchè non occupa spazio?, mi sono chiesto. Forse perchè il bianco non è un colore terreno, non ha macchia, è immacolato. Non esiste un bianco più bianco. Non esistono intensità di bianco. Il bianco è quello lì. O è o non è. Però è anche vero che esistono sfumature di bianco: c’è l’avorio (ma è un marrone chiarissimo), c’è il bianco freddo (ghiaccio) o c’è un bianco più caldo. Ma in realtà questi bianchi sono solamente altri colori chiarissimi. Il bianco non ha sfumature. Non ci sono compromessi. Il bianco è bianco. E’ talmente bianco che… non esiste. Se è bianco non esiste. Così pensavano gli Impressionisti. Van Gogh, a sua volta, si domanda nelle sue lettere se si possa dipingere un muro bianco col bianco. Un muro bianco dipinto col bianco non esiste. Dunque: più una cosa tende al bianco più tende a non esistere. Per cui crea spazio. Sentiamo un immenso silenzio.

Ma proprio per questo è possibile sentirlo come una pausa musicale, come quelle che interrompono lo sviluppo di un tema, senza concluderlo. Può essere un silenzio non morto, ma ricco di potenzialità. Scrive Kandinsky che esso “è la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell’origine, prima della nascita”. Dunque il bianco contiene in sè il massimo delle possibilità. Se qualcosa tende a non esistere, allora può tendere ad essere aperta alla creazione. Prova ne è la “pagina bianca” che esiste solo in quanto pura disponibilità ad essere “macchiata” dall’inchiostro. E’ uno spazio di creazione, di creatività. E’ il colore dell’inizio.

Ma proprio per questo, se non è visto “in progress” ma nella sua pura rigidezza, di per sè è il colore del vuoto, del nulla. E’ un colore spettrale, inumano, impossibile da sostenere. E’ asettico, immacolato, freddo, gelido, morto, proprio della paura (“è sbiancato in viso” si dice). In alcune culture il bianco è il colore del lutto. Comunque è il colore che potenzialmente mette più a disagio, che mette più paura. Non c’è appiglio di umanità nel bianco. Ogni “dialogo” lo macchia, lo sporca. Ogni bianco, in questo senso, è sinonimo di assenza: voce bianca, assegno in bianco, mangiare in bianco,…

Dunque il bianco è il colore delle possibilità. E’ un colore ponte che proietta l’uomo nella possibilità che può approdare o alla morte/assenza o a una nuova identità trasfigurata. Il bianco è il colore della trasfigurazione. La “biancheria” è bianca perchè così dà garanzia di pulizia: se fosse sporca, si vedrebbe. Ma anche perchè si può lavare in maniera intensa senza che “s-tinga” (o “s-bianchi”!). Inoltre essa è “biancheria” perchè va lavata, cioè resa nuovamente bianca, per essere nuovamente indossata ed essere aperta alla vita quotidiana.

Il bianco è un colore di frontiera, di passaggio, di scelta. E’ talmente se stesso che non ammette che una sola ambiguità: l’essere lucido (candidus) o l’essere opaco (albus). E questa è un’altra storia…

Antonio Spadaro

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  1. Angela C ha detto:

    Il mio sapore di bianco è la neve. E’ melodia senza note che pare scolpire monasteri al silenzio. Così imbiancato, il mondo, non si svela solo spazio infinito, ma è respiro largo d’infinito in uno spazio monocromo. Avvolge come una solitudine letargica. Preme sull’anima. Piacevole.

    Forse la neve non è bianca… la colora l’incanto che l’accompagna. Il mio sapore di bianco è l’incanto.

  2. Alessandra ha detto:

    Bianco: il velo di una sposa che si schiude a nuova vita.

  3. Gaetano Ciavattone ha detto:

    Bianca e’ l’anima dei bravi

  4. Anna Maria P. ha detto:

    A Scuola d’Arte mi dicevano : bianco e nero non sono colori. E vanno usati con grandissima parsimonia, da soli.
    Io invece del bianco, da solo (per i fondali ) e in compagnia con i colori “veri”, ho sempre fatto un uso dissennato. Ne sono innamorata. Con grave dolore per il professore di affresco, perché lì – per le note reazioni chimiche – il bianco “ammazza”. Ma con l’amore non si discute. Per questo i miei affreschi sono stati sempre… molto evanescenti!

  5. costantino ha detto:

    ho sempre associato il bianco – un fiore bianco, nello specifico – a mia sorella che non c’è più. il bianco lo associavo alla sua malattia, al suo essere stata diversa da tutti noi.

  6. antonela ha detto:

    I semplici colori sono sei, de’ quali il primo è bianco, benché alcuni filosofi non accettino né il bianco né il nero nel numero de’ colori, perché l’uno è causa de’ colori, l’altro ne è privazione. Ma pure, perché il pittore non può far senza questi, noi li metteremo nel numero degli altri, e diremo il bianco in quest’ordine a essere il primo ne’ semplici, il giallo il secondo, il verde il terzo, l’azzurro il quarto, il rosso il quinto, il nero il sesto; ed il bianco metteremo per la luce senza la quale nessun colore veder si può, ed il giallo per la terra, il verde per l’acqua, l’azzurro per l’aria, ed il rosso per il fuoco, ed il nero per le tenebre, che stan sopra l’elemento del fuoco, perché non v’è materia o grossezza dove i raggi del sole abbiano a percuotere, e per conseguenza illuminare.
    Leonardo da Vinci – Trattato della pittura, parte seconda

    il bianco racchiude tutti i colori dell’iride, se si fa girare un disco con tutti i colori il disco si vedrà bianco. il bianco è la luce. a.

  7. francesca ha detto:

    il bianco e’ cio’ che ci sarebbe se il mondo non fosse pieno dei caotici colori che l’uomo ha costruito col tempo.
    il bianco non e’ da riempire ha gia’ in se’ storia e forma.

  8. ddt ha detto:

    il mio piccolo orsetto?!?
    ci deve essere un refuso.

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