Lubriano: report e impressioni
Abbiamo chiesto a due bomber di riepilogare la due giorni di Lubriano, ovvero di raccontare in sintesi un weekend, un gruppo di persone e alcuni momenti dedicati all’esperienza di BombaCarta.
Una Lubriano fatta di dialogo, di confronto, di domande, di puntualizzazioni; un week end di aprile, funestato dalla pioggia, ma ricco di opportunità.
I bombers presenti hanno fatto insieme una “fotografia” delle Officine tenutesi quest’anno, soffermandosi sul valore che il genere di partecipazione e le tematiche di volta in volta affrontate hanno apportato a BC nella sua interezza.
Hanno anche provato a lavorare sui temi delle ultime due Officine dell’anno, quella di maggio (18) e quella di giugno (8), con uno sguardo in prospettiva al tema generale del prossimo anno.
E, infine, si sono interrogati sull’importanza di un intervento in Officina o, più semplicemente, su come si affronta la preparazione di un intervento, dalla partecipazione alla preofficina fino allo scambio critico dei contenuti da presentare al pubblico.
Chiara e Marta, le “bomber reporter” in loco, hanno definito Lubriano una “rivelazione”: di seguito l’esperienza vista con i loro occhi.
Nei giorni 13 e 14 Aprile si è tenuta a Lubriano una riunione di BombaCarta che si è rivelata un importante momento di confronto e di riflessione sull’“anno” appena trascorso.
Se da una parte la minore partecipazione alle officine ha fatto percepire una sorta di “vuoto” dall’altra ha fatto sentire un maggior entusiasmo da parte dei presenti più assidui e motivati.
Tra i pochi presenti si è allora alzato un interrogativo importante: “Cosa ha aggiunto BombaCarta alle vite di chi è entrato a farne parte?”. Le risposte dei Bombers hanno tutte evidenziato un punto comune fondamentale: BombaCarta aiutando a capire se stessi e gli altri, esprimendosi e ascoltando, alimenta quell’atmosfera di condivisione di un gruppo vasto e aperto. Queste considerazioni provengono sia da chi ha incontrato da qualche anno tale realtà sia da chi da poco tempo.
E così in favore di questa positività da continuare a diffondere è sorta una questione di grande importanza: “Quale tema dare alle ultime officine?” Sicuramente doveva essere un tema d’impatto.
Rimaneva aperta poi un’altra questione: “Come condurre il tema secondo una linea guida?” Sono stati lunghi i confronti che hanno poi spostato l’attenzione sulle modalità con cui fare un intervento. Ci sono due modalità per sviluppare un intervento: partire da una scena o partire da un’idea. BombaCarta preferisce mettere al centro la scena, l’opera d’arte piuttosto che l’idea così da garantire un rapporto più “vero” e senza mediazioni tra l’opera d’arte e chi la osserva. Con l’intervento non si vuole dare una propria visione della tematica in questione ma offrire una visione tridimensionale presentando spesso più interventi collegati tra di loro così da garantire prospettive diverse.
Durante l’officina sono emerse delle domande che ci si dovrebbe porre prima di formulare l’intervento: Aggiungo qualcosa all’officina? È una cosa banale? Sto cercando di essere originale a tutti i costi? Mi faccio capire? Per chi faccio l’intervento?
Nell’ottica della riuscita dell’intervento è importante seguire la linea guida tracciata dell’editoriale così da contestualizzare l’intervento ed aumentarne le sue potenzialità.
Un intervento deve essere semplice e sintetico: non bisogna spiegare la scena, la scena si spiega da sé.
BombaCarta non vuole creare un dibattito ma un confronto, uno scambio di esperienza; non vuole dare risposte ma essere uno spunto per nuove domande.
Il valore dell’esperienza di BombaCarta è l’inesauribilità: al termine di un’officina non si giunge ad una meta ma ad intraprendere un nuovo viaggio.
Un grazie particolare a Chiara Gerosa e Marta Tucci
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