Grigio
Oggi il cielo romano è grigio. E’ strano. Il grigio non è un colore romano. Sono romani, in genere, i colori caldi, soprattutto il rosso mattone, ma lo è anche un po’ l’azzurro chiaro del Quirinale, a suo modo. Ma non il grigio di questo cielo plumbeo. Un cielo di piombo.
Ed ecco che chi legge avrà colto una sfumatura un pò “grigia”. E cioè? Cioè tendente al tono depressivo. Il grigio non è un colore cupo, ma passa per essere un colore triste legato alla noia, alla vecchiaia. E’ il colore della cenere, della polvere, dello smog…
A tal punto che il grigio è inteso da Kandinsky come un colore silenzioso e immobile: “più diventa scuro, più si acentua la sua desolazione e cresce il suo senso di soffocamento. Se diventa più chiaro, è percorso invece da una trasparenza, da una possibilità di respiro che racchiudono una segreta speranza”. Ma, d’altra parte, osserviamo il caso dei capelli brizzolati. Certo, il grigio è il colore della vecchiaia. Ma a questo punto esso prende la sua connotazione dal significato attribuito agli anni che passano: saggezza o decadenza. Il grigio connota i capelli di chi ha già un certo percorso di vita alle spalle, di chi ha esperienza di vissuto. Dunque può persino affascinare, in quanto segno di saggezza, specialmente se ancora mischiato al nero, come appunto nel caso dei capelli brizzolati, che dicono insieme guizzo e solidità.
Ecco il destino del grigio allora: essere definito dalle sfumature. E’ in se stesso “più chiaro” o “più scuro”. Sembra non esistere se non è chiaro o scuro. In se stesso il grigio è il colore della sfumatura. E’ ricchissimo in sfumature. E’ in se stesso una sfumatura. Non esite il grigio, dunque. Esistono semmai i toni di grigio. E questi toni esaltano le forme e i movimenti. Una statua di marmo bianco è sempre grigia, se non altro perchè le forme proiettano ombre di sfumature diverse.
Dunque il grigio è il colore delle sfumature e delle forme.
Se pure viene considerato un colore! Il grigio sembra non contare tra il novero dei colori. Sembra non abbia diritto ad essere un colore. E questo fa riflettere. Fa riflettere sulla sua umiltà. Il grigio è un colore che non si espone, non si impone. Passa inosservato. Anzi: persino esalta i colori che ha accanto, anche se in maniera diversa dal bianco. Il bianco li fa brillare. Il grigio li fa essere, non solamente apparire. E’ uno sfondo neutro, non possiede una energia propria, non esercita un’azione specifica. Il grigio è un colore umile. L’abito di san Francesco e dei primi frati era grigio, ad esempio. È un distacco umile, inferiore, “minore”.
Ma, d’altra parte, dall’epoca vittoriana è anche il colore degli abiti del principe di Galles e dei nobili. il grigio esercita la funzione di schermo che permette di agire senza entrare in contatto diretto col mondo e con i suoi colori. Una forma diversa di distacco, quello altero, superiore. Snob. Ma anche “professionale”. E l’ “eminenza grigia” certamente distingue una persona che sa valorizzare la sua “materia grigia”. Il grigio dunque può segnare un’eccellenza.
Quindi il grigio insieme può sfumare ma anche distaccare, rendere umile e superbo, abbassare ed esaltare. Che potenza!
Ma il grigio appare persino vivace nelle sue variazioni argentee. Il grigio così acquista luminosità, si vitalizza e si alleggerisce. Il grigio metallizzato diventa simbolo di eleganza, ma anche di movimento, maneggevolezza, velocità… E’ un colore che si sposa bene con le automobili eleganti ma anche veloci.
Che il grigio sia il colore della concretezza della vita? Delle sue sfumature e delle sue rigide distinzioni, del bisogno di umiltà e del bisogno di brillare, della sapienza del vissuto e del guizzo luccicante…
Grigio
Perchè continui a scrivere
sull’editoriale?
Lady Blu sei un elemento
assurdo.
Esterno a che?
Io mi sento parte
di queste pagine,
di questo scriver
versi, di questo
dialogo un pò
freddo ma profondo
non voglio andar
via.
Allora dovrai
scriver che cos’è
per te il color
grigio.
Ci proverò,
con umiltà,
quella che spesso
appare che mi manca
nel mio moto
di tracotanza:
Il cinismo è grigio
grigio da morirne
e rinascere ogni
giorno,
non per merito altrui
solo se ce la fai,
Faziosità è una parola
grigia, tipo la politica
che spesso si parla
addosso, tra le mille
maschere della “cosa
pubblica”.
Parliamo ma senza ascolto
allora è grigio, perchè
io sono in te e tu non
mi vedi e io mi sento
inutile.
Quando devi studiare, devi
viaggiare, devi indossare,
devi mentire, devi stare
a tante regole assurde
ma assolute del sociale,
il verbo è tanto grigio.
Quando si fanno umili e
sono tracotanti più di me
per regali che non sono
poi regali,
per la fede che possiede
uno su mille, eppure
tutti eseguono i riti
e gli scopi perchè
“non si sa mai”..
Per la zia che gettò
dalla finestra una
collanina di un gruppo
rock, per chi crede
che il male abbia il
volto del male,
e non quello del grigio,
delle scelte a metà,
del mancato amore
per tutti i fiori
di un giardino.
Perchè sono tutti
fiori di un giardino:
il fiorenero che vestì
il lutto per colpe
a se stesso mai
perdonate,
il fioreavorio dell’innocenza,
il fiore della semplicità,
(che gran libertà).
Grigio più di tutto
più di tutti
è il cinismo,
che impedisce di vivere
ogni attimo con
occhi nuovi
che ride dove
dovrebbe piangere
che possiede
l’incoscienza
degli stolti.
E se me la prendo
tanto, certo ci
sarà qualcosa dentro
di me che non va.
Chi mi ha ferito?
Tutti e nessuno
a dire il vero.
Li ho amati tutti,
ma il cinismo
lo mando al rogo,
perchè mi manca
la primavera
negli occhi di
tanti distratti
che non chiedono
di più,
e muoiono troppo
presto.
M.
E’ un sentimento strano
Non so come spiegarlo
ma se ci provo
io sento come se
le parole sono spade
Il cinico adotta
gli elementi del duello
e ti pianta due pugnali
nel cuore,
poi ti dice “scusa non
volevo, non pensavo che
tu ci tenessi tanto”.
Ed io perdo il senso
“perchè ci tengo tanto?”
“Tu perchè ci tieni così poco?”
ma il cinico non mi comprende,
mi guarda con gli occhi grandi.
Se io tengo a questi sorrisi,
alle mie parole, al cammino
è perchè ci credo,
come fa il cinico a ridere
ma a non tenere a niente?
Il cinico è la persona
peggiore del mondo
perchè non è mai nato,
e nessuno si ricorderà
che sia esistito.
Se è tutto un teatro
meglio viver
da protagonista,
perchè la botola
col suggeritore
io non l’ho mai capita.
In fondo se ti dimentichi
tutto, puoi sempre improvvisare
ma la verità è che non
voglio neanche più recitare.
Però io so che
le parole hanno
un peso,
il cinico non sa
dove andranno a cadere
per lui conta l’emissione
fine a se stessa,
non ascoltate
chi non pensa,
soprattutto
non pensa
nei fatti.
M.
ps(grazie per l’editoriale, un dono per
tutti).
Era bello il post, e poi le poesie, che blog… Ciao Giulia