Un nuovo percorso di crescita: Writing Fear
di Viviana Merlino
“Non ha imparato la lezione della vita
chi non vince una paura ogni giorno”
(R.W. Emerson)
La paura da vincere il 26 Maggio scorso può chiamarsi paura di mettersi in gioco, paura di confrontarsi con gli altri, paura di esporsi, paura di esprimersi davanti agli altri; un modo inconsueto di farsi conoscere basato sul dialogo di argomenti, temi, sensazioni ed emozioni che non espongono in prima persona ma mostrano l’individuo così com’è.
L’obiettivo del laboratorio di lettura consapevole e scrittura creativa, al quale abbiamo partecipato quest’anno, infatti, non consisteva nella stesura di una critica letteraria o in un incontro psicoterapeutico o in un “fare salotto”, bensì arricchirsi, crescere, migliorarsi, conoscere se stessi attraverso l’ascolto dell’altro (un aspetto molto trascurato nella società di oggi), il che comporta un giovamento per la propria persona perché dal confronto con gli altri si possono scoprire cose nuove e sorprendenti su se stessi.
Alla Mondatori, luogo dei nostri incontri, non abbiamo semplicemente letto, non abbiamo semplicemente ascoltato ma abbiamo conosciuto noi stessi e gli altri. Sono scaturite nuove idee, nuovi pensieri, soprattutto un nuovo modo di porsi di fronte alle cose.
Alla fine del laboratorio durato circa 2 mesi con cadenze settimanali ci siamo riuniti per un “incontro speciale” dal titolo “Writing Fear, la paura come percorso creativo”.
Al piano inferiore della libreria Mondatori di Messina, uno spazio spartano, semplice, solo alcune sedie disposte a cerchio, tutti uguali, nessun comandante che ordini, ma solo un’animatrice, Nancy, a coordinare il gruppo, come un direttore di orchestra, al posto delle bacchette due fogli di poesie, il risultato è lo stesso: armonia, non l’armonia della musica, ma l’armonia di uomini che si parlano, si ascoltano, che non si perdono nelle futili chiacchiere della massa di automi che incontriamo ogni giorno, ma godono delle cose belle, autentiche e importanti.
Come già detto l’argomento dell’incontro era la paura.
Il materiale su cui riflettere messo a disposizione era composto da poesie di autori classici come Pascoli e Baudelaire ad autori contemporanei e forse meno conosciuti. Tutti ispirati nei loro componimenti dalla paura di qualcosa, di qualcuno o di se stessi. Ci è stato chiesto di leggere ed esprimere le sensazioni personali e originali al fine non semplicemente di estrapolare il significato, il contesto o la tecnica dei versi, ma di percepire le sensazioni e i sentimenti del poeta-uomo di quel tempo, così come di ogni tempo, un messaggio che giunge attraverso lunghi secoli arricchendo la nostra sensibilità.
La sensibilità dell’uomo, infatti è immutabile, per cui possiamo apprendere dalle grandi massime latine così come possiamo commuoverci di fronte ad una poesia qualche anno addietro.
Ma non finisce qui. Anche noi siamo stati “interpellati”, come sempre, è avvenuto nei nostri incontri a scrivere di getto seguendo le indicazioni di un esercizio di scrittura creativa. E come sempre la condivisione dei nostri racconti ha favorito l’arricchimento di ciascuno. Unica pecca di questa giornata: è durata troppo poco.
Perchè queste cose non possono essere fatte anche a scuola. Noi le facciamo e otteniamo risultati molto belli. Apprendere imparando anche ad acquisire fiducia in se stessi. Emilia
Piano piano ci stiamo provando. A Roma già da un pò BombaMedia riscuote un grande successo, a Messina l’esperimento ci ha dato ottimi risultati ed anche a Reggio Calabria i laboratori organizzati presso i Licei da Pietre di scarto con la collaborazione dei bombers romani hanno seminato in un terreno che solo in parte sapeva di essere fertile. Faremo sempre il possibile.
Io vi posso seguire solo dal web, qui a Verona sono da sola a “frequentare” Bomba Carta, almeno credo…
però è vero quello che scrivi: “la sensibilità dell’uomo è immutabile”, per cui è possibile accostarsi con umiltà e delicatezza agli scritti dei grandi autori o a quelli dei nostri amici per intraprendere un percorso che alla fine ci porta a conoscere meglio noi stessi in primis.
Che stupenda avventura! E quale gioia!