Report Laboratorio O’Connor marzo 2012
Nella suggestiva cornice della Libreria Aquisgrana, nuova ed accogliente sede del nostro laboratorio di lettura, ci siamo dati appuntamento lunedì 26 marzo di fronte ad un aperitivo ed un bicchiere di vino. Segue un breve report dell’incontro.
Si parte con una pagina da La traccia dell’angelo, ultimo romanzo di Stefano Benni. Colpisce la scelta dei nomi dei personaggi, l’origine mitologica che fa da anticamera alla discesa di Morfeo in un inferno tutto personale, il tunnel della depressione. Diceva non sono depresso: ma aveva la paura di chi cammina sul ciglio di un burrone di cui non si vede il fondo. Anche gli inferi, in queste pagine, hanno una dimensione loro, tutta particolare: era un inferno assai diverso da quelli pittorici, una costruzione bianca, alta, enorme, con bruttissime statue nel giardino.
Salutiamo Benni, per leggere assieme L’uccello azzurro, una poesia di Charles Bukowski, il dialogo interiore tra il poeta ed una parte di sé che rilega in fondo al suo cuore (benché da lì l’uccello azzurro provi in ogni modo ad uscire). Nel mio cuore c’è un uccello azzurro che vuole uscire, ma con lui sono inflessibile, gli dico: rimani dentro, non voglio che nessuno ti veda. Dall’azzurro di Bukowski, passiamo al pelo biondo dei buoi della poesia di Daniel Verujan, Il giogo. I miei buoi sono biondi, hanno le fronti di luce che ho adornato con un amuleto blu. Sono ebbri dell’aria primaverile del mattino – guardano pacifici la campagna tranquilla. Questa manciata di versi riesce a restituire il senso di pace e serenità della campagna che avvolge la scena.
Chiudiamo il trittico poetico con una pagina di Patrick Kavanagh. Epica è il nome della poesia, come l’atmosfera che il poeta cattura dai luoghi che descrive. Basta chiudere gli occhi per sentire i Duffy lanciare il grido di guerra, per vedere il vecchio McCabe lottare a torso nudo; basta chiudere gli occhi per incontrare il fantasma di Omero. Finché non venne il fantasma di Omero a sussurrarmi in cuore: Ho fatto l’Iliade a partire da una simile rissa locale. Sono gli dei che fanno la differenza.
Torniamo alla prosa con la descrizione dell’incendio di un borgo, scena maestosa che illumina un Viaggio al termine della notte. L’autore del testo è Luis Ferdinand Celine. Si vede bene com’è che brucia un villaggio, anche a venti chilometri. Era allegro. Un borgo da niente che non si notava nemmeno durante il giorno, in fondo a una campagnetta meschina, eh be’, si ha mica idea la notte, quando brucia, l’effetto che può fare. Potrebbe essere come Notre-Dame! Ci mette anche tutta una notte a bruciare un villaggio, anche uno piccolo, alla fine si direbbe un enorme fiore, poi nient’altro che un boccio, poi più niente. Fuma, e allora è mattino.
Dopo Celine, David Foster Wallace. Una versione ancora in fase di lavorazione di una pagina che finirà poi nel suo romanzo postumo, Il re pallido. Di seguito un servizio pescato da La compagnia del libro, dedicato ad un reading per la pubblicazione del libro. Per una simpatica coincidenza, nel video Elio Germano legge la pagina che abbiamo condiviso durante il laboratorio.
Ci avviciniamo al finale. Il prossimo brano viene da un libro di Domenico Starnone, Ex cattedra ed altre storie di scuola. Parla di come essere insegnanti in un mondo che cambia, descrive la scuola come un grande palcoscenico in cui i professori danno vita alle proprie personalità multiple nascoste, messe da parte per cause di forza maggiore. Leggiamo un pezzetto da una lettera a un dirigente scolastico. La didattica si spettacolarizzerà sempre di più, preside. I moltissimi talenti risvegliati dall’istruzione di massa, non potendo tutti esprimersi nel mondo vero e proprio dello spettacolo, troveranno nella scuola il modo per impiegarsi e così attenuare frustrazioni. Gli insegnanti, insomma, saranno formati soprattutto dalla televisione.
Chiudiamo con una pagina di Elias Canetti, dal romanzo La lingua salvata. Storia di una giovinezza. Il tema non è troppo distante da quello del testo precedente. Se prima di parlava di insegnare, ora ci si concentra sull’apprendimento, ed in particolare sui metodi. Lo scrittore si tuffa nei suoi ricordi di infanzia, racconta di sé e del rapporto con la madre, del perché non gli fosse concesso di ignorare la lingua dei genitori.
Il prossimo appuntamento con il laboratorio di lettura è lunedì 23 aprile, sempre alle 19, sempre alla libreria Aquisgrana.
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