Leggere a scuola Elena Bono

Per quanto riguarda l’insegnamento della Storia della Letteratura italiana nelle scuole medie superiori è da prendere seriamente in considerazione il fatto che manchi un canone a partire dagli autori della seconda metà del Novecento.

Elena BonoDel secolo che si è da poco chiuso alle nostre spalle è ormai consolidata consuetudine scolastica trattare diffusamente Luigi Pirandello, Italo Svevo, i Crepuscolari e i Futuristi, i poeti la cui iscrizione alla comune linea dell’Ermetismo viene sempre più messa in discussione a vantaggio dell’emergere di personalità singole e differenziata, tra le quali, oltre a Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, si vanno consolidando le figure di Umberto Saba, Giorgio Caproni e Mario Luzi. In questa prospettiva possiamo anche rilevare che la produzione poetica è quella in cui il canone si è venuto delineando con maggiore sicurezza. [Continua »]


A mocha frappuccino

I like Starbucks.
When I went there for a mocha frappuccino some weeks ago in New York, I found near the cashier this “comment of the day” in perfect “Declaration of Independence” style: Lead yourself into happiness and success. The pursuit of happiness is one of my inalienable rights. It is. I see.

Drinking my mocha frappuccino and eating my maple oat scone I had a short talk with myself:

And did you get what / you wanted from this life, even so? / I did. And what did you want? / To call myself beloved, / to feel myself beloved on the earth.

These are not my words. It’s a little poem, the last poem written by Raymond Carver, in my opinion a great American poet. I am very moved by this poem because it speaks about life, about the meaning of my life, about what I need to be alive. And it does so not in very complicated and long sentences but in simple, poor, minimal words and verses. Our life is very complicated, but the meaning of what happens in our life is very simple.

We need to be cured in what we want from this our life. Sometimes our illness is exactly what we want from our life. A hurt is a break and also is an open expectation of salvation and of redemption. All our hurts could be doors. We need to open our doors.

I remembered some verses written by Emily Dickinson that really struck me the first time I read it and right now, as well:

I heard, as if I had no Ear / Until a Vital Word / Came all the way from Life to me / And then I knew I heard.

Sometimes we are confused and aimless, like sheep without shepherd. Like me, sometimes when I don’t know what I really want from my life. We need a Vital Word.

But no one can reach happiness, just for the experience. I can’t be happy alone, caring only about myself and my own happiness.

Yes, Starbucks! You are right in a sense. But I need to modify your invitation: I need someone to lead me into happiness and success.

Who is he?



Gas-o-line n° 57 + il Giornalino di BombaBimbo – Giugno 2006

Gas-o-lineCari Bombers,
anche per questo mese ecco finalmente pronto l’ultimo numero della e-zine di BC corredato da un fantastico inserto: il numero di giugno del GIORNALINO DI BOMBABIMBO.
Trovate entrambe le uscite, insieme a tutti gli arretrati di Gas-o-line, nella pagina dedicata a Gas-o-line del nuovo sito: https://bombacarta.com/gas-o-line/.

Auguriamo a tutti una buona lettura.

La Redazione


Aperture n.4


Riti ritriti

DRAWING RESTRAINT 9 (USA, 2005, 135’)
di Matthew Barney, con Björk e Matthew Barney, prodotto da Barbara Gladstone e Matthew Barney, musica composta da Björk

Rito e metamorfosi i due elementi principali di Drawing Restraint 9, l’ultima fatica filmica dell’artista statunitense Matthew Barney. In una pellicola di oltre due ore, quasi interamente senza dialoghi, i due protagonisti (Barney stesso e la cantante Bjork, sua compagna anche nella vita) vengono trasportati su una baleniera giapponese. Dopo un lungo e accuratissimo lavaggio-vestizione, dopo la cerimonia del tè, i due promessi sposi procedono in un truculento amplesso-mutilazione, decisiva tappa per la loro finale trasformazione in balene. Come in Cremaster (il precedente ciclo di film che prende il titolo dalla ghiandola che regola l’erezione dei genitali maschili), anche in Drawing Restraint, il rito rappresenta la necessaria propedeutica alla metamorfosi. L’io si dilata, si dissolve, si potenzia: l’umano si animalizza [Continua »]


Pete, Pete ed ancora Pete

Babyshambles, Nuovo Estragon, Bologna, 26/05/2006

Pete, Pete ed ancora Pete. Un ritardo di circa tre ore dell’aereo ha rischiato di far saltare un concerto che in molti pensavamo non sarebbe mai avvenuto. Un po’ perché quasi tutti lo credevano in galera (è o non è l’uomo più sorpreso in flagrante del pianeta?), mentre altri credevano che Pete Doherty, ex leader dei Libertines, attualmente front-man dei Babyshambles (praticamente un’appendice dei primi), non avrebbe avuto la forza di salire sul palco. A grande sorpresa, invece, mentre gli attrezzisti completavano il loro lavoro, Pete è entrato con una verve inaspettata ed una custodia in mano, al sicuro nel suo completo Dior il cui disegnatore, Slimane, lo ha scelto come ispirazione per la sua ultima linea di alta moda. Quasi a dire: “E’ ora di iniziare il concerto”. Direi proprio che è ora! Prima in quattro, poi in tre, i Babyshambles, ma possiamo parlare tranquillamente al singolare, iniziano un set che riproduce tutto il loro disco in modo alquanto stravagante. Forse per esigenze di tempo e con un solo lavoro all’attivo era necessario spremere le canzoni fino all’osso, ed allora prima un accenno, poi il brano e a seguire una ripresa di una sua parte, il tutto ripetuto per quasi ogni canzone, è un modo alquanto bizzarro di proporre il proprio materiale. C’è anche tempo per i vecchi tempi, e Time for Heroes e What Katie Did riscaldano un pubblico già molto eccitato sebbene l’ora. [Continua »]