Anticipazioni coloratissime

coloriFino a quest’anno BC ha sempre avuto un tema logico, cioè lo sviluppo di una idea, di una domanda, di un tema. Per l’anno prossimo ho pensato che in Officina ci concentreremo invece su una percezione, su una suggestione dal possibile ampio valore simbolico, capace di far scaturire temi, idee, domande…

Ci occuperemo di qualcosa che coinvolge direttamente chi interverrà nella formulazione del tema del suo intervento. E il tema dell’anno sarà dunque: i colori. Ogni incontro sarà centrato su un colore. Ciascuno approfondirà le suggestioni che ciascun colore proposto evocherà.

I bombers romani già pensino a un colore, lo lascino sedimentare e provino a sceglierne uno da sviluppare nel corso dell’anno. Ci sarnno in tutto 8 incontri, come ogni anno. Il primo sarà introduttivo. Dopo di che si procederà (non è detto che sia questo l’ordine) con giallo, rosso, blu, bianco, verde, blu, nero e, infine, un colore a scelta (indaco, viola, marrone, turchese arancione,… ).

Vi auguro un’estate coloratissima!



Poesia e vita

Alcuni di noi del gruppo genovese “Il gatto certosino” hanno partecipato ad un convegno a La Spezia su POESIA E VITA. Ecco gli interventi.

Calliope, la musa della poesia

Calliope, la musa della poesia

Elio ANDRIUOLI

La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole scrive Sebastiano Vassalli a conclusione del suo libro Amore lontano (Einaudi, 2005), che narra le vite di sette poeti, tra i più rappresentativi della letteratura mondiale: Omero, Qohélet, Virgilio, Jaufré Rudel, François Villon, Giacomo Leopardi, Arthur Rimbaud.

E veramente il rapporto tra poesia e vita è qui ricercato ed espresso in maniera esemplare, a cominciare dalla figura di colui che sta alle origini di tutta la poesia occidentale, Omero. [Continua »]


Horcynus Orca. Una lettura a staffetta.

L'OrcaIl sole tramontò quattro volte sul suo viaggio e alla fine del quarto giorno, che era il quattro di ottobre del millenovecentoquarantatre, il marinaio, nocchiero semplice delle fu regia Marina ‘Ndrja Cambrìa arrivò al paese delle Femmine, sui mari dello scill’e cariddi.

Inizia così il monumentale Horcynus Orca, romanzo di mare, di morte e di amore che narra dei fatti della fera, questo il titolo della prima stesura.

Nella Bottega di lettura è iniziata la lettura a staffetta di Horcynus orca di Stefano D’Arrigo. La prima frazione di lettura è stata compiuta da Tonino Pintacuda; il testimone passa ora a Giorgio Morale (che per la Bottega ha già letto, di D’Arrigo, Cima delle Nobildonne).


aperture n.2

Dall’immagine tesa vigilo l’istante con / imminenza di attesa – / e non aspetto nessuno: / nell’ombra accesa / spio il campanello / che impercettibile spande / un polline di suono – / e non aspetto nessuno: / fra quattro mura / stupefatte di spazio / più che un deserto / non aspetto nessuno: / ma deve venire; / verrà, se resisto, / a sbocciare non visto, / verrà d’improvviso, / quando meno l’avverto: / verrà quasi perdono / di quanto fa morire, / verrà a farmi certo / del suo e mio tesoro, / verrà come ristoro / delle mie e sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbiglio.

(Clemente Rebora, da Canti anonimi)


Cuteness

In un saggio pubblicato lo scorso anno sul numero estivo della rivista “Critical Inquiry” (*), Sianne Ngai, professore di letteratura a Stanford, presentava una lista di concetti estetici recenti quali glamorous, whimsical, luscious, cozy rileggendo il modernismo americano (in particolare Tender Buttons di Gertrude Stein) alla luce di uno di essi: il cute.
Cute babyQuesto termine, oggi d’uso comune negli U.S.A. e traducibile con grazioso, carino, tenero, assunse il significato corrente all’inizio del Novecento quando l’incremento della produzione industriale americana, spingendo al lavoro fuori casa gran parte della popolazione, ridefinì la visione del focolare domestico e le aspettative degli adulti nei confronti della prole.
Si diffuse allora l’immagine di quello che lo storico Gary Cross chiama il New Kid: un bambino ideale in cui le attitudini alla vivacità e alla vulnerabilità caratteristiche dell’infanzia sconfinano nell’animalità e nell’inferiorità, concorrendo a rinforzare negli adulti l’idea di una superiorità compiaciuta e amorevole. Nacque, dall’idealizzazione vittoriana del fanciullo, una diversa idealizzazione dell’innocenza infantile. In pochi anni, per indurre i bambini a comportamenti adeguati all’idea che gli adulti avevano di loro, l’industria del giocattolo, il merchandise legato al fumetto, all’illustrazione e al cinema animato diedero al New Kid anche una forma. Di questa forma, e della sua efficacia, in molti hanno fatto esperienza anche in Italia: avvertire la speciale vulnerabilità che sprigiona dalle creature del cute, osservandole sul Web come icone o disegnate sopra accendini e lattine o nei fumetti e nelle serie animate è infatti un fenomeno sopraffacente, raramente accompagnato dal desiderio di conoscere cosa, in quei momenti, condiziona la nostra attenzione. Chi volesse saperlo, scoprire il meccanismo di questa persuasiva estetica del consumo, potrebbe ritornare a quando, circa un secolo fa, soggetti iconografici diversi iniziarono a essere deformati nel senso delle forme del neonato umano, forme capaci d’innescare nell’adulto irresistibili reazioni d’affetto. Potrebbe, in questo modo, rendersi conto di ciò che il cute divenne allora: un filtro formale di semplicissimo uso e idoneo a restituire qualsiasi soggetto in sembianze diverse dalle naturali, in forme semplificate e commercialmente attraenti perché dotate d’una “tenera deformazione”. [Continua »]


Morrissey: Ringleaders of the Tormentors

Ogni nuovo disco di Morrissey, sia chiaro, è ben altro che una semplice uscita discografica. Come è chiaro che per lui la musica non è mai contata troppo: pace fatta con la stampa dopo le accuse (infondate?) di sostegno dell’estrema destra nazionale da quel di Finsbury Park quando si presentò avvolto nell’Union Jack per essere cacciato tra fischi e insulti, ogni sua dichiarazione, ogni intervista supera per forza comunicativa la sua produzione artistica.
Ringleader of the Tormentors è stato scritto e registrato a Roma, città che sembra aver avuto una certa influenza su di lui considerando gli ultimi scatti fotografici che lo ritraggono nella posa di un San Sebastiano martire con tanto di frecce e ferite sanguinolente. Agli ultimi concerti, inoltre, Morrissey ha preferito presentarsi in abiti clericali piuttosto che la bandiera, e sembrerebbe che God e Jesus siano diventati quasi gli unici interlocutori dei suoi ultimi testi.

Dopo anni dallo scioglimento degli Smiths che, ormai è evidente, nel cuore degli inglesi e non solo, occupano uno spazio simile a quello dei Beatles (dubito che siano in tanti ancora a non esserne d’accordo), il loro ex-leader ritorna dopo svariati dischi solisti di alterne reazioni, cambi repentini di collaboratori e non so quanti processi alle spalle a difendersi da alcuni di questi, con un lavoro che rinvigorisce il seguito dell’artista annoverando giovani, che ignorano il suo glorioso passato, tra gli eterni fan che invece quel passato, lo ricordano, spesso a malincuore, benissimo.
Morrissey, forse a sua insaputa, si ritrova ad essere quel personaggio influente che aveva per un po’ smesso di rappresentare. Le sue canzoni tornano alla radio, il suo nome nei cartelloni dei festival internazionali più importanti e le copertine dei mensili specializzati sembrano chiedersi chi aveva preso il suo posto fino a questo momento… [Continua »]