Una storia fuori tempo
Stare al passo con i tempi. Con questa espressione viene spesso indicata la condizione necessaria per adeguarsi alle evoluzioni della società, essere in grado di aggiornarsi ai mutamenti del contemporaneo, procedere alla stessa velocità del tempo presente. Mi viene in mente un batterista che segue i rintocchi dettati dal metronomo per evitare di andare fuori tempo. La difficoltà di rincorrere il tempo caratterizza il nostro presente, compresso tra un passato in cui oziosamente ci sentiamo a casa (e che spesso non vuole passare, e ci perseguita) e un futuro esigente, carico di aspettative e cambiamenti imprevedibili. I rintocchi del metronomo scandiscono quotidianamente l’ordine temporale entro cui siamo costretti. Ma cosa succederebbe se decidessimo, deliberatamente, di andare fuori tempo?
Nel corso della storia molte personalità si sono distinte, individualmente o collettivamente, per aver operato delle scelte al di fuori dello spirito del tempo. Si tratta di personaggi ricordati spesso come rivoluzionari, che hanno anticipato i tempi incidendo sulle evoluzioni future della politica, della società, della cultura. Sono quelli che hanno creato disordine, che “hanno fatto la storia” o che, come si dice, sono “passati alla storia”. Anche per questo, le gesta di quei personaggi vengono solitamente raccontate in modo epico e seducente, quasi fossero protagonisti di un grande romanzo d’avventura o di un film monumentale. Ciò che più mi affascina di questi racconti epici è, tuttavia, il regime di verità che questi instaurano con la storia: che rapporto c’è tra verità e finzione, tra vicende personali e storia pubblica? E ancora: in che modo la straordinarietà delle loro scelte nella storia finisce per rappresentare, nel presente, uno statuto iconico divenuto ormai normalità? [Continua »]